La copertina del numero di dicembre di Altreconomia è dedicata ai rifiuti. “Con la testa nel bidone” è il titolo della nostra inchiesta sul calcolo della raccolta differenziata in Italia. Il nostro Paese, infatti, è più virtuoso rispetto al passato. Ma c’è un aiutino governativo che rischia di farci fare testacoda.
Il “primo tempo” della rivista vi porterà a Ginevra, dove le Nazioni Unite stanno mettendo a punto un regolamento vincolante in capo alle multinazionali in tema di diritti umani nel mondo. Abbiamo intervistato Guillaume Long, coordinatore del gruppo di lavoro dell’Onu che sta portando avanti questa “rivoluzione”. Tra pressioni e boicottaggio. Siamo stati sulle isole Andamane, l’arcipelago conteso tra India e Cina, tra le popolazioni indigene messe a rischio dalla rotta marittima della moderna “Via della Seta”. Vi accompagneremo in un lungo viaggio “post-industriale” in Italia. Dai primi cento anni del porto di Marghera alla “colmata” di Bagnoli, in attesa di una riconversione da 25 anni. Un interessante approfondimento in tema di finanza ricostruisce poi la corsa dei Piani individuali di risparmio, i PIR, gli strumenti introdotti un anno fa per sostenere le piccole e medie imprese. Tra costi e sostenibilità.
La filiera distributiva degli acquisti solidali inaugura il “secondo tempo”. Vi raccontiamo i nascenti modelli di “food coop”, da Bruxelles a Bologna. Al centro, la condivisione delle scelte e la selezione dei produttori con criteri socio-ambientali. Dal cibo al welfare, per scoprire il valore delle farmacie comunali, che sono autentici presidi al servizio della comunità. A partire dal “caso Reggio Emilia”, ecco perché il loro contributo è determinante per la crescita del benessere sociale delle città. Turismo responsabile: un bellissimo reportage traccia la rotta sul lago Titicaca, lo specchio d’acqua più alto del mondo divenuto meta battuta da migliaia di visitatori. Non sempre attenti all’equilibrio dell’ecosistema locale. Siamo stati in Spagna, alla scoperta del Paese solidale che batte monete complementari. Si tratta di una cinquantina di “valute” basate sull’economia reale, l’accesso ai beni di prima necessità e il contrasto a speculazione e povertà.
Il “terzo tempo” parte dalla storia e da chi per mestiere ama “perdersi in un archivio”. Come è cambiato il mestiere dello storico? Ce lo ha raccontato Mimmo Franzinelli. Dalla storia allo sport per tutti. Ecco le regole del “baskin”: su un campo da basket modificato si sfidano giocatori con e senza disabilità, uomini e donne, giovani e meno giovani. E tanto altro ancora…