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Diritti / Reportage

Il limbo delle persone in transito a Ceuta, tra muri e respingimenti

il muro tra Ceuta e il Marocco, che si estende per alcuni metri nel mare © Davide Pignata e Anna Polloniato

Sono oltre 2.300 persone arrivate nell’enclave nel 2024. I controlli serrati delle polizie di frontiera, sia spagnola sia marocchina, aumentano la pericolosità della traversata. Si contano più di 90 morti e dispersi in nove mesi. Il nostro reportage

Tratto da Altreconomia 277 — Gennaio 2025

“Dopo quasi un anno di tentativi, alla nona volta ce l’ho fatta a scavalcare i tre muri che separano il Marocco da Ceuta. Appena superato l’ultimo mi sono nascosto per alcune ore in una vecchia torre militare abbandonata vicino alla frontiera, solo così sono riuscito a evitare di essere riportato ancora una volta in Marocco”. Come Aziz, ragazzo diciannovenne proveniente dal Ciad incontrato a Ceuta, nel 2024 sono state più di 2.300 (secondo i dati del ministero dell’Interno spagnolo) le persone in transito arrivate nell’enclave di Ceuta.

Quando gli viene chiesto di rappresentare questa piccola località, nell’ambito di un progetto di mappatura soggettiva dell’Università Iuav di Venezia, Aziz disegna su tre quarti della mappa a sua disposizione i muri, alti e tecnologici, che delimitano una delle frontiere esterne più impermeabili dell’Unione europea. La dimensione che i muri hanno nella mappa di Aziz, così tanto sproporzionata dal punto di vista cartografico, mostra chiaramen

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