Quando l’allievo è pronto appare il maestro. Forzando un po’ l’aforisma zen, si può dire che, maturate le condizioni, si è pronti a cogliere l’opportunità. Così spieghiamo lo scempio dei diritti al G8 genovese di vent’anni fa, confrontandoci con la realtà che l’uso sproporzionato della forza anche letale, gli arresti illegali di massa, la falsificazione delle prove, le tecniche di trattamento inumano e degradante dei detenuti, le torture, erano già nelle capacità e nello strumentario utilizzabile delle forze dell’ordine democratiche.
“Mi sembra di capire che quella notte lo Stato di diritto a Genova fosse sospeso”: notava sbigottito a Londra il giudice che nel 2002 presiedeva all’assunzione delle testimonianze di alcune vittime della Diaz, ascoltando il racconto di Mark Covell, ridotto in fin di vita a manganellate e calci mentre si trovava di fronte alla scuola, circondato da alcuni poliziotti, rimasti ignoti, nonostante le riprese filmate della racca
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