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“I leader del G7 condannino la minaccia delle armi nucleari e si muovano per eliminarle”
In occasione del vertice di Hiroshima dei capi di Stato e di governo del G7 si moltiplicano le iniziative per il disarmo nucleare. Dalle richieste di “Italia, ripensaci” e della campagna Ican, all’intergruppo della Camera dei deputati al passaggio della Peace Boat da Cagliari. Il punto della Rete italiana pace e disarmo
“In occasione del vertice del G7 di Hiroshima, con Nagasaki la città simbolo della distruzione che possono operare le armi nucleari, si moltiplicano anche in Italia le iniziative politiche e della società civile per il disarmo nucleare”, annuncia la Rete italiana pace e disarmo.
Alla vigilia del summit, la mattina del 18 maggio, infatti, si è tenuta la prima riunione dell’Intergruppo della Camera dei deputati per il disarmo nucleare, promossa da Laura Boldrini con lo scopo di portare la discussione sul tema a livello istituzionale. L’incontro è stato aperto da Florian Eblenkamp, rappresentate della Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (Ican), iniziativa insignita con il Premio Nobel per la Pace nel 2017. Eblenkamp ha evidenziato come il sostegno dei parlamentari sia di fondamentale importanza nel raggiungimento degli obiettivi della Campagna. “In quanto legislatori, avete un’influenza significativa nella definizione delle politiche e nell’avanzamento della causa del disarmo”, ha spiegato.
“Il successo di questa collaborazione è stato evidente alla prima riunione degli Stati parti del Trattato sulla Proibizione delle armi nucleari (Tpnw) del giugno 2022 a Vienna (ne abbiamo parlato qui, ndr), che ha visto il lancio di una Dichiarazione parlamentare con sostegno pieno da parte degli Stati e della società civile e ha contribuito alla prima condanna categorica delle minacce nucleari russe da parte di un forum multilaterale -ha ribadito la Rete italiana pace e disarmo-. Il 9 e il 10 marzo di quest’anno, durante il forum tenuto da Ican a Oslo, i parlamentari di nove Paesi europei hanno invitato i loro governi a partecipare come osservatori alla seconda riunione degli Stati parti del Tpnw (si terrà a New York il novembre di quest’anno, ndr) come passo preliminare per l’adesione al trattato”. A fine aprile, in seguito alle prime dichiarazioni dei ministri degli Esteri del G7 che hanno sostenuto l’importanza delle armi nucleari come mezzo per mantenere la pace, si è tenuto un forum tra i parlamentari degli Stati membri. Durante l’incontro è stato chiesto ai leader dei Paesi del G7 di condannare le minacce nucleari e di escalation, di porre fine ai trattati di condivisione di armi atomiche e di impegnarsi in modo costruttivo a aderire al Tpnw.
Per accompagnare queste iniziative la campagna Ican ha lanciato un “Pledge”, un impegno che i parlamentari possono sottoscrivere per spingere il proprio Paese ad aderire al Tpnw. A maggio di quest’anno era stato firmato da oltre 1.600 rappresentanti eletti, tra cui figurano 240 adesioni italiane, raccolte durante le precedenti legislature. Secondo la Rete sarebbero già state collezionate una ventina di firme tra i nuovi parlamentari.
Alla riunione dell’Intergruppo ha partecipato anche la campagna “Italia, ripensaci”, promossa dalla Rete italiana pace e disarmo e da Senzatomica, nata nel 2016 a seguito dell’opposizione del governo italiano, all’epoca guidato da Matteo Renzi, all’iniziativa delle Nazioni Unite per istituire un trattato per l’abolizione delle armi nucleari e che avrebbe portato nel 2017 alla nascita del Tpnw. “Italia ripensaci” ha incontrato, il 18 maggio di quest’anno al porto di Cagliari, una delegazione della Peace Boat, iniziativa della società civile giapponese giunta al suo 40esimo anniversario e che promuove un mondo libero dal nucleare. Peace Boat, che fa parte del gruppo direttivo di Ican, invita regolarmente i sopravvissuti ai bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki (gli Hibakusha) a viaggiare sulla loro nave per condividere le loro testimonianze. La spedizione più recente, la prima dall’inizio della pandemia da Covid-19, è partita dal porto giapponese di Yokohama, a Sud della capitale, il 7 aprile.
“La campagna ‘Italia, ripensaci’ chiede al Governo Meloni, che assumerà la presidenza di turno del G7 per il 2024, di mantenere il gruppo di lavoro sul disarmo nucleare voluto dal primo ministro giapponese Fumio Kishida, che ha scelto appositamente come sede del vertice una delle due città martiri delle bombe atomiche. In questo ultimo anno vi è stato un drammatico aumento del rischio nucleare e dunque passi concreti verso il disarmo devono essere una priorità nell’agenda: tutti gli Stati del G7 (Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti) hanno armi nucleari nelle loro politiche di sicurezza (sia come Stati dotati di queste armi sia come Paesi ospitanti di testate o nell’ambito della protezione nucleare)”, conclude la Rete.
Per questi motivi anche la società civile italiana rilancia le richieste avanzate da Ican ai leader del G7 : condannare qualsiasi minaccia sull’utilizzo di armi nucleari, riconoscere le catastrofiche conseguenze umanitarie derivanti dal loro utilizzo, concordare la fine di tutti i programmi di stazionamento di armi nucleari in Paesi terzi (il cosiddetto nuclear sharing a cui aderiscono Italia, Belgio, Germania, Olanda e Turchia) e impegnare la Russia a cancellare i suoi piani in tal senso, fornire una strategia per negoziare il disarmo nucleare attraverso l’adesione al Tpnw.
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