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Disarmo nucleare: il mancato impegno dei ministri degli Esteri del G7 in Giappone

© Terence Starkey - Unplash

A Nagano i ministri degli Esteri dei Paesi del G7 hanno pubblicato un documento dove sostengono ancora l’importanza delle armi nucleari nella presunta deterrenza e nel prevenire i conflitti. “Un affronto ai sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki”, denuncia Ican, dando appuntamento a maggio in occasione del vertice dei leader

“La dichiarazione rilasciata il 18 aprile 2023 dopo la riunione dei ministri degli Esteri del G7 a Nagano, in Giappone, non ha presentato alcuna idea nuova o concreta per procedere verso l’eliminazione delle armi nucleari. Quando i leader del G7 si riuniranno a Hiroshima a maggio, dovranno fare di meglio”. È netto il giudizio espresso sui lavori del G7 dei ministri degli Esteri da parte della Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (Ican), insignita nel 2017 del premio Nobel per la Pace per il ruolo di primo piano ricoperto nel sostegno e ottenimento del Trattato per la proibizione delle armi nucleari (Tpnw). Secondo la Campagna, i membri del G7 hanno infatti importanti responsabilità nel ridurre il rischio di escalation. Ma le stanno dribblando. I Paesi del G7 o sono dotati di armi nucleari proprie -come Francia, Regno Unito e Stati Uniti- oppure, come Germania e Italia, ospitano sul loro territorio testate di alleati. Infine, nonostante Canada e Giappone non possiedano gli armamenti, ne fanno affidamento nelle loro politiche internazionali

La dichiarazione finale non è all’altezza di questa responsabilità. I ministri prendono atto dell’attuale difficile contesto di sicurezza e criticano la retorica nucleare della Russia, la sua minaccia di installare queste armi in Bielorussia e il pericolo legato allo sviluppo dell’arsenale cinese -continua Ican-. Ma trascurano di riconoscere come le loro politiche in materia di armi nucleari, tra cui lo stazionamento di testate atomiche statunitensi, la modernizzazione dei loro arsenali e la minaccia relativa al loro utilizzo implicita nelle loro dottrine siano anch’esse problematiche per la sicurezza globale”.

Fonte: Sipri, 2023

Anche se il documento menziona le “devastazioni senza precedenti e immense sofferenze umane” a cui sono stati sottoposti gli abitanti di Hiroshima e Nagasaki a seguito dei bombardamenti subiti nel 1945, non contiene alcuna iniziativa concreta per il disarmo. Al contrario viene affermato che la base delle politiche di difesa del G7 dovrebbe passare dalla “comprensione del fatto che le armi nucleari, finché esistono, dovrebbero servire a scopi difensivi, a scoraggiare l’aggressione e a prevenire la guerra e la coercizione”. Secondo Ican questa giustificazione pubblica della politica di deterrenza, o della presunta utilità delle armi nucleari, proviene da un documento di lavoro congiunto tra Usa, Regno Unito e Francia alla Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione (Tnp) del 2022, in cui affermano di essere sì Stati dotati di ordigni nucleari ma di esserlo in modo “responsabile”. “Se una simile affermazione dovesse comparire in un qualunque documento prodotto dal prossimo vertice di Hiroshima -ribadisce Ican- sarebbe un affronto a coloro che sono sopravvissuti ai bombardamenti e a coloro che continuano a convivere ancora oggi con le conseguenze sulla salute”. 

Quando i leader del G7 si riuniranno a maggio in Giappone vi sarà dunque una grande attenzione alle loro dichiarazioni. Anche perché questi si sarebbero impegnati a incontrare i sopravvissuti alla bomba atomica, gli hibakusha, a Hiroshima. “Se i presidenti dei Paesi non si impegneranno a fare molto di più sul disarmo rispetto a quanto contenuto in questo comunicato, sarà allora un insulto agli hibakusha e a ciò che hanno passato. Il loro appello è chiaro: dobbiamo proibire ed eliminare le armi atomiche aderendo al Trattato delle Nazioni Unite sulla proibizione delle armi nucleari (Tpnw)”, riprende Ican. 

L’attuale livello di rischio di una escalation richiede un’azione reale. A differenza del “Piano d’azione di Hiroshima” citato nel comunicato dei ministri del G7, il Piano d’azione di Vienna, concordato dagli Stati aderenti al Tpnw durante il loro incontro lo scorso giugno nella capitale austriaca (ne abbiamo scritto su Altreconomia), prevede 50 passi concreti per raggiungere disarmo e giustizia. 

“A Hiroshima i leader del G7 devono riconoscere formalmente le catastrofiche conseguenze umanitarie delle armi nucleari, condannare tutte le minacce relative al loro utilizzo, concordare nel porre fine a tutti i dispiegamenti di queste armi in Paesi terzi (tra cui l’Italia e la Germania) e impegnare la Russia a cancellare i suoi piani per farlo in Bielorussia. Infine, devono impegnarsi entro un piano concreto e credibile per coinvolgere tutti gli Stati dotati di armi nucleari in colloqui per raggiungere un accordo sulla loro eliminazione e per mantenere l’impegno assunto dai Paesi del G7 in tal senso ai sensi dell’Articolo VI del Tnp (che impegna i Paesi aderenti a condurre ‘in buona fede’ trattative per il disarmo, ndr)”, conclude Ican. 

In parallelo la Campagna sta organizzando un importante vertice rivolto ai giovani e una conferenza di parlamentari a Hiroshima la prossima settimana per riunire le giovani generazioni e i rappresenti dei Paesi del G7 per elaborare e presentare le loro richieste ai “potenti” del Pianeta. 

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