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I cittadini di Mezzago a difesa della biblioteca. Un modello di socialità e di convivenza

La Giunta del Comune lombardo ha presentato un piano per partecipare a un bando regionale in cui prevede il trasferimento degli uffici tecnici all’interno dell’edificio che ospita la biblioteca. Per le associazioni locali e non solo è un errore. Non difendono un edificio, ma un luogo in cui si contrastano le disuguaglianze sociali

Il progetto che ha portato alla costruzione della biblioteca di Mezzago -piccolo comune lombardo di 4.500 abitanti in provincia di Monza e Brianza- ha richiesto molti anni di lavoro, studio, incontri e momenti di confronto. “È stato un progetto partecipato, che ha coinvolto la cittadinanza, ispirato a quelle che erano le esperienze di avanguardia a livello europeo nei primi anni Novanta. Il risultato è uno spazio che ancora oggi è un modello: offre funzioni differenti per categorie di utenti, integrate in spazi adeguati e pensati per essere in rete con scuole, associazioni e realtà culturali del territorio”, spiega Saul Stucchi, presidente dell’associazione “Amici della Biblioteca”.

L’idea alla base di quel progetto -a cui oggi si ispirano molte altre realtà- è quella della biblioteca come “terzo luogo” tra gli ambienti domestici e gli spazi del lavoro. Ovvero uno spazio -fisico e di relazioni- in cui la dimensione individuale e quella collettiva possono incontrarsi libere da condizionamenti, dall’ossessione del consumo e dell’acquisto. La biblioteca intesa come uno dei pochi spazi veramente “pubblici” rimasti in molte città, in cui possono incontrarsi e conoscersi persone diverse per età, cultura, ceto sociale e provenienza.

Un modello che a Mezzago oggi rischia di essere cancellato (o almeno, seriamente ridimensionato) da un progetto promosso dall’attuale Giunta comunale che, attraverso la partecipazione a un bando di Regione Lombardia per “Interventi finalizzati all’avvio di processi di rigenerazione urbana”, vorrebbe trasferire tutti gli uffici comunali all’interno dell’attuale biblioteca, motivando il trasferimento come un’importante opportunità di concentrazione delle funzioni culturali e amministrative.

A questa iniziativa si stanno opponendo l’associazione “Amici della biblioteca” di Mezzago, il comitato “Amo la biblio, il “Bloom”, il gruppo locale dell’Ong “Progetto Continenti”, la ProLoco di Mezzago, “R&AD Live book”. Realtà che, proprio nella biblioteca, hanno trovato in questi anni una casa e un luogo per svolgere le proprie attività. “In passato abbiamo organizzato laboratori di lingua con un gruppo di donne senegalesi, per avvicinarle alla lettura, e un doposcuola per i ragazzi delle scuole primarie -racconta Mariangela Villa, dell’associazione ‘Continenti’-. Nella biblioteca è possibile organizzare mostre e svolgere molte altre attività. Inoltre, è stata progettata con una serie di attenzioni: ad esempio, ai bambini delle scuole basta attraversare un prato per raggiungerla”.
A questo si aggiunge la partecipazione al sistema CUBI, rete di biblioteche pubbliche del Sistema bibliotecario Milano-Est e del Sistema bibliotecario vimercatese, che offre agli abitanti di Mezzago la possibilità di accedere a un patrimonio librario ancora più ampio.

Come riportato sul sito del Comune di Mezzago, il progetto proposto dalla Giunta prevede un investimento di 650mila euro (ottenibili a fronte dell’aggiudicazione del bando regionale) al termine di due anni di lavori. L’obiettivo di trasferire gli uffici comunali (anagrafe, segreteria, ufficio tecnico, servizi sociali, ufficio tributi oltre all’ufficio del sindaco e alla sala giunta) all’interno dell’attuale biblioteca, liberando così l’edificio in cui sono attualmente ospitati, che viene definito “obsoleto” e che “richiederebbe profondi e costosi interventi di manutenzione”. Al contrario, il complesso della biblioteca “si presta a interventi di efficientamento energetico e valorizzazione degli spazi entro limiti di spesa ragionevoli, consentendo di aumentare gli spazi disponibili senza nuovo consumo di suolo”.

Lo spostamento degli uffici comunali, tuttavia, determinerebbe un pesante ridimensionamento della biblioteca, non solo negli spazi, ma soprattutto nelle funzioni: “La biblioteca è stata progettata sulla base di criteri precisi, per dare risposte alle esigenze di diverse tipologie di utenti”, spiegano i rappresentanti delle associazioni. Il rischio è che da luogo di socialità e relazioni, la biblioteca si riduca a un semplice “magazzino di libri”: “In questo trasferimento noi vediamo una sorta di ‘invasione’ da parte della burocrazia in uno spazio votato alla socialità. Per noi rappresenta un’involuzione rispetto a un progetto a cui oggi si ispirano molti altri comuni per realizzare biblioteche adatte alle esigenze della cittadinanza”, sottolinea Saul Stucchi. Inoltre, parte del patrimonio libraio e del materiale multimediale non troverebbe più spazio e verrebbe, di conseguenza, dismesso. Un passo indietro che per le associazioni del territorio è inconcepibile, tanto più in un momento in cui, a causa della crisi economica causata dall’epidemia di Covid-19 “stiamo vivendo un periodo di profondo aumento delle diseguaglianze -osserva Mariangela Villa-. Una biblioteca è un luogo in cui si contrastano queste disuguaglianze perché qui i ragazzi possono trovare quei libri o quelle riviste che non hanno a casa, o dove possono avere uno spazio adeguato per studiare”.

“La nostra non è una semplice difesa di un edificio, ma la difesa di un modello di socialità e di convivenza che è stato costruito in questi vent’anni”, concludono Stucchi e Villa. Un impegno nella difesa di un bene pubblico che ha visto in queste settimane la partecipazione di oltre mille cittadini di Mezzago e non solo, che hanno firmato l’appello in difesa della biblioteca.

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