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Interni

Sindaci di frontiera

Due storie fotocopia arrivano da Niscemi (Cl) e Isola Capo Rizzuto (Kr). Il sindaco che si scontra con gli interessi criminali è a rischio

Tratto da Altreconomia 134 — Gennaio 2012

Giovanni Di Martino è il sindaco di Niscemi, 27mila abitanti in provincia di Caltanissetta. È stato eletto -è al primo mandato- nel 2007, e in primavera tornerà in campagna elettorale. Avvocati, 51 anni, è nato e cresciuto in questo lembo di Sicilia: “Sono stato eletto in un momento di grande aspettativa.
I cittadini uscivano da 3 anni di scioglimento del consiglio comunale e commissariamento per infiltrazioni. Siamo arrivati in un contesto difficile, nel quale i Comuni soffrono i tagli e al tempo stesso devono fronteggiare una domanda sempre più alta da parte delle fasce più deboli della popolazione. Il nostro è un territorio a forte vocazione agricola, molto noto per la produzione di carciofi. Ma non è mai stato in grado di strutturare una filiera completa”.

Nella notte tra il 16 e il 17 settembre 2010 bussano alla sua porta i carabinieri: la sua macchina sta bruciando. “Il giorno dopo l’attentato era previsto che firmassimo un protocollo d’intesa per monitorare le ditte appaltanti. Il sostegno della cittadinanza è arrivato subito: una manifestazione cui hanno partecipato 2mila persone. Rispetto a 20 anni fa, quando per la prima volta feci il consigliere, la città è cresciuta”.

Dall’altra parte dello Stretto, a quasi 400 chilometri, Carolina Girasole (nella foto), biologa, è sindaco di Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone. È in carica -il primo mandato- dal 2008, quando sconfisse, unica donna candidata, tre sfidanti. 16mila abitanti, un territorio interamente dentro l’area marina protetta, a forte vocazione turistica e agricola. “La presenza di organizzazioni malavitose ha condizionato lo sviluppo del territorio. Siamo stati eletti dopo 5 anni di commissariamento: la gente aspettava le elezioni per riportare Isola alla normalità. Abbiamo lavorato sui terreni confiscati, messo in discussione un paio di convenzioni su eolico e villaggi turistici, realizzato un paio di abbattimenti di edifici abusivi, rifatto gare d’appalto e concorsi per gli impiegati comunali.
Abbiamo cercato di reimpostare la macchina amministrativa, puntando sulla trasparenza e pubblicando tutti gli atti”. Risultato: macchine incendiate (3 in quattro notti, nel 2010), lettere anonime e minacce. Addirittura, un blog (anonimo, registrato negli Usa) di invettive. La cittadinanza -quando non si scaglia anch’essa contro la giunta- per lo più tace. “Qualcuno dice che parlando di criminalità roviniamo l’immagine del paese. La solidarietà è poca, ma lo capisco: non è semplice, chi si mette dalla nostra parte è attaccato quanto noi”.

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