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La “Staffetta” itinerante di Libera per Olimpiadi trasparenti e sostenibili

Il viaggio a tappe nelle principali città e località protagoniste dei prossimi Giochi invernali del 2026 per parlare di trasparenza, autentica sostenibilità, tutela del territorio e legalità. Ed esprimere la forte preoccupazione della società civile per la piega presa dal “grande evento” in Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige

© Felix Bacher - Unsplash

“La proposta iniziale delle Olimpiadi 2026 di Milano-Cortina, con tutte le parole dedicate alla sostenibilità, poteva essere condivisibile. Abbiamo però l’impressione che ci si sia discostati da questa idea e che molte opere siano state aggiunte, soprattutto quelle collaterali legate alla viabilità e all’ospitalità”. A denunciare una gestione opaca del percorso di avvicinamento ai Giochi olimpici che si terranno in Italia è Piermario Fop, co-referente di Libera per il Veneto. L’associazione sottolinea come esista il rischio trasformare le Olimpiadi in un evento insostenibile per i territori e responsabile di un uso distorto di fondi pubblici.

Per evidenziare queste perplessità, ma anche per mostrare che un’alternativa è possibile, Libera ha voluto lanciare l’iniziativa della “Staffetta delle Alpi per Olimpiadi invernali trasparenti, rispettose e responsabili”, in collaborazione con Cipra Italia, Italia Nostra, Legambiente, Mountain Wilderness e Wwf. Si tratta di una manifestazione itinerante, composta da una serie di eventi rivolti alla cittadinanza. La Staffetta è partita il 7 febbraio a Verona, con l’obiettivo di toccare tutte le principali località che ospiteranno le competizioni olimpiche. È quindi passata per Belluno, Cortina e Rasun-Anterselva, e nelle prossime settimane si fermerà a Cavalese e a Bormio-Livigno, per arrivare infine a Milano in occasione del 21 marzo, Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia.

Il 13 febbraio è intervenuto a Belluno Alberto Vannucci, professore di Scienza politica dell’Università di Pisa, mettendo in guardia rispetto al rischio di una autentica “tempesta perfetta”. Il ritardo dei lavori delle opere, il commissariamento di queste, il massiccio afflusso in tempi ristretti di ingenti risorse pubbliche, la totale assenza di valutazioni di impatto ambientale nonché lo scarso confronto con le comunità, sono le basi ideali per il realizzarsi di abusi e fenomeni di corruzione, ha chiarito l’esperto di corruzione.

In ognuna delle tappe, la Staffetta delle Alpi prova a stimolare un dibattito sulla necessità di mettere in primo piano il rispetto dell’ambiente. “L’iniziativa nasce infatti per dare voce a tutti i comitati locali che si occupano di tutela ambientale, nati in questi anni a causa della preoccupazione per quanto sta accadendo con le Olimpiadi”, spiega Fop ad Altreconomia. Il referente di Libera sottolinea come l’organizzazione dell’evento rifletta una dinamica già vista: l’esigenza di proteggere la ricchezza naturale finisce in secondo piano, sopravanzata dalla volontà di inseguire degli obiettivi economici. Una delle questioni più significative riguarda il consumo di suolo, tema che sarà al centro dell’incontro di Cavalese del 10 marzo, con ospite il professor Paolo Pileri (editorialista e autore di Altreconomia). Le Olimpiadi porteranno alla costruzione di nuove grandi opere: strutture sportive, luoghi che dovranno ospitare atleti e turisti, infrastrutture, specialmente strade. Ma questo accadrà in territori che sono già caratterizzati da una cementificazione eccessiva. “L’evento si terrà in un contesto in cui la situazione di consumo di suolo è ormai oltre i limiti, soprattutto in Veneto -evidenzia Fop-. Sarebbe opportuno, invece, cercare in tutti i modi di proteggere il poco ambiente naturale rimasto”.

Se l’ambiente rappresenta certamente uno degli argomenti su cui la Staffetta vuole porre l’attenzione, il tema centrale è però un altro: i lavori pubblici che precedono un evento di grandi dimensioni come le Olimpiadi sono a forte rischio di infiltrazione da parte della criminalità organizzata, che vi vede una notevole opportunità di guadagno. La possibilità che ci sia un coinvolgimento delle mafie aumenta poi quando manca il tempo di effettuare i controlli necessari: Fop guarda perciò con preoccupazione al commissariamento di molte opere, deciso dal governo per accelerare la loro ultimazione. “In questo modo si saltano una serie di passaggi normativi, come la valutazione di impatto ambientale o quella di impatto strategico, e ci si espone a rischi più elevati”. Rilevante è anche il fatto che le Olimpiadi avranno luogo in Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige, tre Regioni in cui di queste problematiche si parla poco, poiché si pensa che le mafie siano altrove. “Ma queste agiscono con strumenti diversi da quelli che usavano fino agli anni Novanta, infiltrandosi dove ci sono denaro, ricchezza e possibilità di fare affari. La Staffetta è quindi importante per aumentare la consapevolezza, così da creare degli anticorpi nelle comunità”. Per questa ragione, nelle tappe tenutesi fino ad ora, gli eventi si sono concentrati sul ruolo delle mafie e in particolare della ‘ndrangheta nel Nord Italia, su come la corruzione sia cruciale nel favorire una loro infiltrazione e sull’importanza di un monitoraggio continuo delle grandi opere.

I partecipanti alla Staffetta si scambieranno inoltre un “testimone” ideato e realizzato dal designer Kuno Prey, della Facoltà di Design e arti della Libera Università di Bolzano. Deriva da un fusto di un giovane abete bianco proveniente da un’area schiantata dalla tempesta Vaia nel 2018. “In quell’autunno, sulle Alpi orientali sono stati ‘soffiati’ al suolo quasi 16 milioni di alberi -ricorda Libera-. Una catastrofe ‘naturale’ causata da una non adeguata gestione del territorio e dalle conseguenze del cambiamento climatico antropogenico”.

Nonostante i campanelli d’allarme, l’iniziativa della Staffetta delle Alpi vuole mantenere un messaggio positivo. Ricollegandosi allo slogan della giornata del 21 marzo di quest’anno, “È possibile”, Libera e le altre associazioni vogliono infatti ricordare che si possono realizzare delle Olimpiadi diverse, sostenibili. Affinché questo succeda, però, è necessario innanzitutto garantire una maggiore trasparenza: al momento, invece, è difficile raccogliere dati ed avere un quadro complessivo di come il denaro pubblico venga a oggi utilizzato. “Come Libera vorremmo attivare un monitoraggio civico delle spese -spiega Fop- per riuscire a rendere pubblici i costi di queste Olimpiadi”.

Infine, il percorso che porta ai Giochi olimpici dovrebbe essere caratterizzato da una maggiore partecipazione delle comunità. Se l’evento del 2026 durerà pochi giorni, le “grandi opere” saranno invece destinate a restare. “Bisogna quindi chiedersi se queste avranno una ricaduta positiva o se invece danneggeranno il delicato ambiente delle Dolomiti”, indica Fop, che osserva però come il coinvolgimento delle comunità avrebbe dovuto avvenire prima, con un processo graduale. “Sarebbe stato necessario discutere con le popolazioni residenti molto tempo fa. Invece le Olimpiadi sono state calate dall’alto e le comunità se le sono trovate di punto in bianco, già approvate dagli organismi decisori”.

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