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Cronistoria delle Olimpiadi di Milano Cortina 2026: come (non) funziona un “grande evento”
Secondo una lettera finora inedita della società pubblica che ha in mano le opere olimpiche, gli interventi ritenuti “essenziali” potrebbero essere consegnati anche dopo le gare. Crolla così il pretesto che ha fatto scattare procedure semplificate, accrescendo i costi e scavalcando i territori. Per costruire per lo più strade
Le opere ritenute “essenziali” dal comitato organizzatore delle Olimpiadi di Milano Cortina 2026 potrebbero essere “consegnate anche dopo lo svolgimento dei Giochi”. Lo ha scritto a fine maggio di quest’anno l’amministratore delegato della società pubblica Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026, Luigi Valerio Sant’Andrea, in una lettera indirizzata agli enti locali coinvolti nell’evento che abbiamo potuto consultare a seguito di un accesso civico generalizzato. In quella comunicazione, frutto delle “indicazioni del Comitato organizzatore”, Sant’Andrea aveva infatti proposto una prima bozza del Piano nazionale degli interventi, riepilogando costi, fonti di finanziamento e coperture. Un documento che doveva essere definitivamente approvato entro il 31 ottobre 2021. Ma solo dopo lo scambio di quest’estate con le Regioni Lombardia e Veneto e le Province autonome di Trento e Bolzano si è arrivati a un più “diplomatico” impegno ad “adottare un approccio gestionale inteso a completare gli interventi per l’organizzazione dei Giochi” o, “in subordine”, ad “assicurare la fruizione degli stessi almeno per stralci funzionali”. È solo un piccolo spaccato del “grande evento”: opere milionarie che non serviranno alle Olimpiadi, quasi interamente a carico delle finanze pubbliche nonostante le promesse iniziali, e che seguiranno comunque un iter di valutazione ambientale “semplificato”, con buona pace della “sostenibilità”. Il tutto senza che sia in corso alcuna strutturale attività di monitoraggio indipendente.
Il “problema” delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 non è quindi solo il “ritardo”, come vogliono far credere il governo e il comitato organizzatore, puntando tutto sulla nomina di un amministratore delegato alla guida della Fondazione Milano Cortina 2026 nei panni del “salvatore”. È invece il modello che funziona così. E per rendersene conto è importante ricostruire nei suoi passaggi più significativi la “vicenda olimpica”, riavvolgendo il nastro e lasciando parlare gli atti.
Dalla candidatura del gennaio 2019 al primo finanziamento da un miliardo di euro
La presentazione del dossier di candidatura di Milano-Cortina per lo svolgimento delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi invernali 2026 risale all’11 gennaio 2019. Nelle 127 pagine depositate dai pretendenti il termine “sostenibilità” è scritto quasi 100 volte. Nel “teatro olimpico” vengono indicati i quattro “cluster” di Milano, Cortina d’Ampezzo, la Val di Fiemme e la Valtellina. Cinque mesi più tardi, il 24 giugno, l’Italia batte la Svezia, che aveva proposto il tandem Stoccolma-Aare. Per la Regione Lombardia la vittoria italiana sarebbe stata dovuta alla “dimostrata esperienza organizzativa nei grandi eventi sportivi, il fascino dell’offerta turistico-culturale e l’eccellenza di tante località montane della Valtellina”.
Passano quasi sei mesi prima che il 9 dicembre 2019 venga costituita a Milano la Fondazione Milano Cortina 2026. Ne fanno parte all’inizio il Comitato olimpico nazionale italiano (Coni), il Comitato italiano paralimpico, Regione Lombardia, Regione Veneto, il Comune di Milano e il Comune di Cortina d’Ampezzo.
Alla fine di quell’anno, il 27 dicembre, all’interno della Legge di Stabilità, viene “autorizzato” dal Parlamento un primo finanziamento da un miliardo di euro (50 milioni nel 2020, 180 nel 2021, 190 per ogni anno dal 2022 al 2025 e 10 milioni nel 2026) allo scopo, dice la norma, di “garantire la sostenibilità delle Olimpiadi invernali 2026 sotto il profilo ambientale, economico e sociale”. Vengono autorizzati anche 15 milioni ulteriori per il completamento del polo metropolitano M1-M5 Cinisello-Monza Bettola e alla Provincia di Lecco vengono trasferiti tre milioni di euro per la “risoluzione della situazione emergenziale della strada provinciale 72” e per garantire la “riqualificazione della viabilità funzionale allo svolgimento delle Olimpiadi invernali”.
È in questa Legge di Stabilità approvata a fine 2019 che compare per la prima volta la distinzione delle opere olimpiche in “essenziali, connesse e di contesto”, termini mutuati da un altro “grande evento”, quello dell’Expo di Milano del 2015. Che cosa significano? “Essenziali”, si legge nel provvedimento di fine 2019, sarebbero quelle “opere infrastrutturali la cui realizzazione è prevista dal dossier di candidatura o che si rendono necessarie per rendere efficienti e appropriate le infrastrutture esistenti individuate nel dossier di candidatura, come quelle che danno accessibilità ai luoghi olimpici o di realizzazione degli eventi sportivi”. Poi ci sono quelle “connesse”, la cui realizzazione “è necessaria per connettere le infrastrutture individuate nel dossier di candidatura ai fini dell’accessibilità ai luoghi di realizzazione degli eventi sportivi e olimpici alla rete infrastrutturale esistente, in modo da rendere maggiormente efficace la funzionalità del sistema complessivo di accessibilità, nonché quelle direttamente funzionali allo svolgimento dell’evento”. E infine ci sono le “opere di contesto”, a integrare “il sistema di accessibilità ai luoghi di realizzazione degli eventi sportivi e olimpici e alle altre localizzazioni che saranno interessate direttamente o indirettamente dall’evento o che offrono opportunità di valorizzazione territoriale in occasione della Ryder Cup 2022 e delle Olimpiadi invernali 2026”. L’elenco delle opere in quel momento non c’è, si attende un decreto ministeriale.
Chi si occupa della governance dei Giochi
Nel frattempo l’11 marzo 2020, in piena emergenza sanitaria, viene licenziato dal governo il decreto legge che detta le “Disposizioni urgenti per l’organizzazione e lo svolgimento dei Giochi”. Il Conte II traccia la “governance” dell’evento. La Fondazione Milano Cortina 2026 assume le funzioni di “comitato organizzatore” dei Giochi. Al “Consiglio olimpico congiunto” (incardinato presso il Coni) spetta invece un indirizzo generale per l’attuazione del programma di realizzazione dei Giochi. Viene istituito poi il “Forum per la sostenibilità dell’eredità olimpica e paralimpica” con il compito di “valutare l’utilizzo a lungo termine delle infrastrutture realizzate per i Giochi”.
Ma il più importante “pezzo” della governance è il quarto, ovvero la società “Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 Spa” (Simico). Il decreto si limita ad “autorizzare la costituzione” e a stabilirne le funzioni.
Alla società, che in quel momento è solo sulla carta, spetta il compito di progettare e realizzare le opere infrastrutturali finanziate con la citata Legge di Stabilità di fine 2019, in qualità di centrale di committenza e stazione appaltante, sulla base di un Piano di interventi che andrebbe predisposto d'”intesa” con i ministeri competenti e le Regioni interessate. Il Piano, si legge in quel decreto, doveva essere “adottato entro il 31 ottobre 2021”. Simico dovrà anche occuparsi del “monitoraggio costante dello stato di avanzamento” e renderne conto ai soci, ovvero i ministeri dell’Economia e delle Infrastrutture, ciascuno al 35%, le Regioni Lombardia e Veneto, ognuna al 10%, e le Province autonome di Trento e Bolzano (5% a testa).
In attesa del decreto ministeriale che elenchi le opere da fare, il governo adotta a metà maggio 2020 un altro decreto legge (il 34/2020) che tra le “misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19”, infila nuove risorse per “garantire l’accessibilità sostenibile in tempo utile per lo svolgimento dei Giochi olimpici invernali 2026”. Si tratta di 70 milioni di euro fino al 2026 destinati a Rete ferroviaria italiana per realizzare la “Variante di Riga” -e collegare la linea della Val Pusteria alla stazione di Bressanone-, e 131 milioni per il collegamento ferroviario tra la città di Bergamo e l’aeroporto di Orio al Serio. E poi 20 milioni di euro ad Anas per realizzare la variante tra Trescore ed Entratico (Bergamo) della strada statale 42 nonché l’intervento denominato “Collegamento tra la strada statale n. 11 – tangenziale ovest di Milano – variante di Abbiategrasso (tratta A da Magenta ad Albairate – tratta B riqualificazione della strada provinciale 114 – tratta C da Abbiategrasso a Vigevano)”.
Regione Lombardia e quelle opere “tirate fuori dai cassetti”
Gli enti locali decidono in quei mesi di integrare i finanziamenti statali con risorse proprie. È il caso della Regione Lombardia che il 5 agosto 2020 approva definitivamente il “Programma degli interventi per la ripresa economica” (detto “Piano Lombardia”), prevedendo per 26 “infrastrutture e sistemi di mobilità per le Olimpiadi” oltre 574 milioni di euro di finanziamenti. “Volevamo far partire in questi anni velocemente dei cantieri che dessero spazio alle imprese, tendenzialmente lombarde, che hanno buone prospettive dall’attività edilizia. A questo si univa la prospettiva olimpica”, dichiarerà pubblicamente a fine 2021 il direttore generale alle Infrastrutture, trasporti e mobilità sostenibile di Regione Lombardia, Aldo Colombo. Aggiungendo di aver letteralmente “tirato fuori dal cassetto” progetti vecchi e mai finanziati, inclusa la contestata “Tangenzialina” di Bormio da realizzarsi nella piana agricola dell’Alute, il cui primo progetto preliminare risale addirittura al 1999.
Dicembre 2020, arriva l’elenco delle opere olimpiche. Soprattutto strade
Ma torniamo al 2020. Un primo elenco delle opere olimpiche vede la luce ufficialmente solo il 7 dicembre, cioè un anno e mezzo dopo la vittoria della candidatura di Milano-Cortina, con un decreto a firma degli allora ministri delle Infrastrutture (Paola De Micheli) e dell’Economia (Roberto Gualtieri).
Districarsi nello schema immaginato allora dal governo Conte II non è facile. Le opere etichettate come “essenziali” vengono a loro volta suddivise in tre tipologie: ci sono quelle “permanenti necessarie su infrastrutture esistenti” (2,8 miliardi, allegato 1), quelle “infrastrutturali necessarie su infrastrutture pianificate inserite nel dossier di candidatura” (4,9 miliardi, allegato 2) e quelle “infrastrutturali essenziali che si rendono necessarie per rendere efficienti e appropriate le infrastrutture esistenti e pianificate” citate nei primi due punti (1,6 miliardi, allegato 3). Poi ci sono le opere “connesse e di contesto”, a loro volta divise in due allegati (4 e 5, da 1,5 miliardi in tutto). Alla società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 il governo assegna con quel decreto il compito di fare da soggetto attuatore degli interventi inclusi negli allegati 3 e 4, che in quanto a “costo stimato” sfiorano insieme quota 1,9 miliardi di euro.
In Lombardia dominano gli interventi sulle strade statali (la 36 del Lago di Como e dello Spluga, la 38 che taglia la Valtellina, la 336 di Malpensa, la 42 che va da Stezzano a Bolzano e la 639 dei Laghi di Pusiano e di Garlate), tra svincoli, adeguamenti a tre corsie, nuove tangenziali. Sulla tangenziale Nord di Milano (la A52) c’è anche il potenziamento dello svincolo di Monza Sant’Alessandro (40 milioni di euro). Quando si parla di ferrovie lo si fa per sopprimere i passaggi a livello che insistono sulla statale 38, per potenziare le “sedi di incrocio” e per l’acquisto di sei treni elettrici. In Veneto la vera opera essenziale in termini di risorse assegnate (oltre 250 milioni di euro) è la variante di Longarone sulla statale 51, seguita dalla variante di Cortina (67 milioni di finanziamenti), e poi le statali 12 (per la bretella di Verona) o la strada regionale 213 con il completamento della variante di Agordo. Anche a Bolzano gli interventi dell’allegato 3 interessano soprattutto le strade: dalle statali 12 e 49 (e il suo accesso alla A22 del Brennero) alle provinciali 37 e 40, con incroci, circonvallazioni, allargamenti a tre corsie. A Trento invece il grosso dei fondi va per l’acquisto di treni elettrici o ibridi, un servizio di “bus rapid transit” nelle valli olimpiche, l’adeguamento della stazione ferroviaria e il nodo tra le strade provinciali 81 e 71.
C’è però un particolare non trascurabile: il 7 dicembre 2020 arriva l’elenco delle opere ma la Simico, la società chiamata ad attuarne una buona parte, non è stata ancora costituita.
Passano pochi giorni e il 30 dicembre 2020 passa la nuova Legge di Stabilità (178/2020). Oltre ad alcuni interventi sul “Pala Italia Santa Giulia” e al villaggio olimpico di Milano, il Parlamento autorizza nuovi finanziamenti per 145 milioni di euro nei territori di Lombardia, Veneto, Trento e Bolzano per “accelerare” la realizzazione delle opere connesse agli impianti di Milano-Cortina 2026. Obiettivo? “Incrementare l’attrattività turistica”. Succede una cosa simile il 25 maggio 2021, quando con un decreto legge teoricamente legato alle “misure urgenti connesse all’emergenza da Covid-19” vengono stanziati altri 35 milioni di euro per “incrementare l’attrattività turistica del Paese in relazione allo svolgimento dei Giochi olimpici e paralitici invernali Milano Cortina 2026”.
Piano nazionale di ripresa e resilienza, un passaggio chiave
Una “svolta” decisiva giunge però il 31 maggio 2021. In quell’occasione infatti il Governo Draghi disegna con un (ennesimo) decreto legge la “governance” del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e dà il la alle “prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure”. In quel provvedimento, all’articolo 44, vengono introdotte “Semplificazioni procedurali in materia di opere pubbliche di particolare complessità o di rilevante impatto”. L’imperativo è infatti quello di “accelerare” per far spazio alle opere del Pnrr. È un passaggio chiave per le Olimpiadi 2026 perché quelle procedure semplificate, di lì a pochi mesi, verranno “allargate” anche ad alcune opere dei Giochi.
Fa impressione che l’ultimo comma di quell’articolo 44 sia dedicato alle Olimpiadi di Torino del 2006 e alle questioni rimaste ancora aperte a distanza di quasi vent’anni. Per “consentire l’ultimazione delle procedure espropriative e dei contenziosi pendenti nonché dei collaudi tecnico-amministrativi relativi alle opere realizzate per lo svolgimento dei XX Giochi olimpici invernali e dei IX Giochi paralimpici invernali svoltisi a Torino nel 2006”, infatti, viene “ulteriormente prorogato al 31 dicembre 2023” il termine. Perché la macchina dei “grandi eventi” funziona così.
I primi passi del commissariamento e l’attivazione della “clausola Pnrr”
Solo con un decreto del 6 agosto 2021 a firma del presidente del Consiglio Mario Draghi viene “autorizzata” la costituzione della società Simico mediante “apposito atto notarile”. Manca ancora però l’atto di costituzione sottoscritto dagli azionisti (pubblici), che verrà firmato dal notaio solo alla fine di novembre del 2021. E sebbene la società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 Spa ancora formalmente non esista, il 10 settembre 2021, sempre con decreto legge, il Governo Draghi indica in un comma l’amministratore delegato della (non ancora costituita) Simico quale commissario straordinario per gli “interventi di adeguamento della pista olimpica di bob e slittino ‘Eugenio Monti’ di Cortina d’Ampezzo”. Un’opera contenuta nel dossier olimpico e dal costo stimato inizialmente in 63 milioni di euro (salirà a 85 milioni). Non solo. In quel decreto l’esecutivo inserisce anche una modifica al decreto del marzo 2020 che aveva delineato la “governance” delle Olimpiadi e le prime “regole del gioco”. Il passaggio sembra burocratico ma è sostanziale: “Con uno o più decreti del presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, di concerto con l’autorità di Governo competente in materia di sport, possono essere individuati gli interventi, tra quelli ricompresi nel piano predisposto dalla Società […] caratterizzati da elevata complessità progettuale o procedurale, sottoposti alla procedura di cui all’articolo 44 del decreto-legge 31 maggio 2021”.
Ed è così che viene attivata anche per le Olimpiadi di Milano-Cortina la “clausola Pnrr”.
Scade il termine per il Piano delle opere. Solo dopo nasce la Simico
Il 31 ottobre 2021, senza che troppi lo facciano notare, scade il termine previsto per legge entro il quale sarebbe dovuto (in teoria) essere adottato il Piano degli interventi delle opere. Del Piano nessuna traccia. Del resto solo il 22 novembre 2021, con un anno e mezzo di ritardo rispetto al decreto che ne aveva “autorizzato la costituzione”, gli azionisti della Simico sottoscrivono davanti al notaio l’atto di costituzione. L’amministratore delegato è Luigi Valerio Sant’Andrea.
A fine dicembre 2021, nel decreto legge “Mille proroghe” (228/2021), il governo assicura il trasferimento di 14 milioni di euro alla Simico per consentirle di “svolgere” le proprie attività. Di lì a poco, con la Legge di Stabilità 2022 (234/2021), vengono previsti altri 324 milioni di euro per gli interventi infrastrutturali legati alle Olimpiadi. E viene anche autorizzata la spesa di 40 milioni euro al 2024 per la “riqualificazione della variante Lecco-Bergamo, ex SS639”. Viene fatto alla luce della “rilevanza ricoperta all’interno dei progetti infrastrutturali connessi alle Olimpiadi Milano-Cortina 2026” e del “grave rischio idrogeologico e strutturale” del cantiere lasciato a metà.
Otto infrastrutture commissariate e quel quadro complessivo delle opere che manca
E mentre non c’è traccia del Piano nazionale delle opere, il 23 febbraio 2022 il Governo Draghi procede comunque al commissariamento delle prime otto infrastrutture legate alle Olimpiadi. “Per accelerare l’attuazione delle opere per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026 –spiega il ministero delle Infrastrutture in un comunicato stampa– con decreto del presidente del Consiglio dei ministri sono stati individuati otto interventi infrastrutturali per i quali, data la particolare difficoltà esecutiva e la complessità delle procedure tecnico-amministrative, è stato nominato Commissario straordinario Luigi Valerio Sant’Andrea, attuale amministratore delegato della società Infrastrutture Milano-Cortina 2026 Spa”.
Si tratta di sette strade e un intervento ferroviario. Dalla “messa in sicurezza” della tratta Giussano (MB) Civate (LC) lungo la statale 36 al completamento del percorso ciclabile tra Lecco e Abbadia Lariana (LC), sempre lungo la 36. E poi la tangenziale Sud di Sondrio, la statale 42 “del Tonale e della Mendola” nei Comuni di Trescore Balneario ed Entratico (BG), la “Variante di Vercurago” (LC) lungo la SS639, le varianti di Cortina e di Longarone lungo la statale 51 e infine gli interventi di soppressione dei passaggi a livello lungo la Ss38 della linea Milano-Tirano.
Solo l’11 aprile 2022 il ministero della Transizione ecologica guidato da Roberto Cingolani chiede alla società Infrastrutture Milano-Cortina 2026 un “documento tecnico” complessivo che dia conto del collegamento delle opere indicate nel Piano degli interventi agli strumenti di pianificazione e programmazione nonché lo stato di avanzamento delle valutazioni ambientali. Un punto sollevato da mesi dalle organizzazioni schierate a tutela del paesaggio.
Ecco la bozza di Piano delle opere: quelle “essenziali” saranno pronte “anche dopo i Giochi”?
Solo il 20 maggio, a quasi tre anni dall’assegnazione dei Giochi e a termine di approvazione già ampiamente scaduto (31 ottobre 2021), la società Simico trasmette alle Regioni e alle Province autonome interessate la proposta di “Piano degli interventi”, “predisposta secondo le indicazioni del Comitato organizzatore”. L’obiettivo -si legge in quella nota, che pubblichiamo a seguito di un accesso agli atti a Regione Veneto- è quello di raggiungere un’intesa e poi adottarlo tramite decreto del presidente del Consiglio.
La società guidata da Sant’Andrea propone tre allegati. Il primo (allegato A) riguarda le opere individuate dal governo con un decreto dell’Autorità politico delegata allo sport del 21 gennaio 2022. L’allegato B riguarda “altri interventi con diversa copertura finanziaria”. E poi c’è il terzo allegato (C) che riguarda gli interventi legati al decreto ministeriale del 7 dicembre 2020, quello a firma dei ministri delle Infrastrutture e dell’Economia dell’allora Governo Conte II.
E come se non bastasse la confusione di etichette, Simico comunica agli enti locali una nuova distinzione tra le opere, certificando un (clamoroso) fallimento. Nella lettera del 20 maggio infatti le opere “essenziali” diventano paradossalmente quelle che potranno essere consegnate “anche dopo lo svolgimento dei Giochi”. E accanto a loro spunta una nuova categoria: le opere “essenziali-indifferibili”, da realizzarsi “entro dicembre 2025 ai fini del puntuale svolgimento dell’evento”. La proposta della società Infrastrutture Milano-Cortina 2026 è quella di riconoscere la “elevata complessità progettuale o procedurale” di tutto il Piano, attivando così la “clausola Pnrr” e tagliando le procedure di valutazione e approvazione.
Le Regioni rispondono. Il presidente della Giunta lombarda, Attilio Fontana, fa sapere a stretto giro a Simico di “condividere” l’introduzione della “nuova categoria” delle opere “essenziali indifferibili” ma sottolinea “l’importanza e l’esigenza anche funzionale di tutte le altre opere”. “Ci si aspetta l’impegno per la loro ultimazione nelle medesime tempistiche”, scrive Fontana. La proposta di assoggettare tutte le opere del Piano alla procedura semplificata viene però ritenuta “non efficace” dalla Lombardia, che chiede di “non annoverare” gli interventi finanziati dalla Regione. La lettera di Fontana si conclude con la proposta di classificare come “essenziali-indifferibili” anche il “nodo di Castione Andevenno (SO)”, la messa in sicurezza del tratto Giussano-Civate, le sedi di incrocio, la soppressione dei passaggi a livello lungo la statale 38 in Valtellina, l’allargamento di “tratti saltuari” sempre lungo quell’asse e la realizzazione della tangenziale Sud di Sondrio. Non solo: Fontana propone di “inserire” ex novo come “ulteriore opera essenziale-indifferibile” anche la variante di Tirano (SO) lungo la 38, un intervento da 143,3 milioni di euro in mano ad Anas.
Il 5 luglio 2022 il procuratore regionale della Corte dei conti del Veneto Ugo Montella, presentando il Giudizio sul rendiconto generale della Regione Veneto 2021, “demolisce” l’organizzazione e la governance dei Giochi, sprovvista di un “progetto di sistema”, mettendo in guardia da possibili “ritardi”, “duplicazioni di attività” e “aumento ingiustificato dei relativi costi”.
Quello stesso giorno l’amministratore delegato della Simico riscrive agli enti locali proponendo il testo aggiornato dell’intesa. Ai tre allegati, che contengono opere da oltre 2,1 miliardi di euro coperti per appena 66 milioni da “proponenti privati” e tutto il resto a carico del pubblico, se n’è aggiunto un quarto. Include 14 opere tratte dagli allegati A, B e C che vengono ritenute di “elevata complessità progettuale e procedurale” e che dovranno quindi essere sottoposte alla procedura semplificata e accelerata prevista dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. C’è il villaggio olimpico di Cortina d’Ampezzo, la realizzazione del nuovo tracciato dello slalom speciale di Bormio, un nuovo “sistema integrato di mobilità intermodale nel Comune di Cortina”, le varianti di Longarone e Cortina lungo la statale 51, la riqualificazione tra Busto Arsizio, Gallarate e Cardano della statale 336, lo “svincolo di Sassella” lungo la 38 in Valtellina, la “messa in sicurezza” tra Giussano e Civate, due gallerie a Ponte di Legno e al Passo del Tonale, la tangenziale Sud di Sondrio, la variante tra Trescore ed Entratico (BG), due nuovi impianti a fune a Bormio e a Livigno (SO) e la variante di Vercurago (LC).
Il totale di quell’allegato D che contiene le opere sottoposte a procedure “accelerate” fa 1,14 miliardi di euro. Colpisce che le “essenziali-indifferibili”, cioè quelle che dovranno teoricamente essere pronte di sicuro entro dicembre 2025, pesino per “soli” 48 milioni di euro. Meno del 5%. Tutto il resto, più del 95%, cioè oltre un miliardo di euro, è assorbito da opere “essenziali”, per lo più strade, che per stessa ammissione della Simico o non saranno pronte per i Giochi o nella migliore delle ipotesi lo saranno solo “per stralci funzionali”.
Il “Decreto aiuti bis”: altri 400 milioni
E arriviamo così al 9 agosto 2022 e al decreto legge 115, meglio conosciuto come “Decreto aiuti bis”. Un intero articolo è dedicato alle Olimpiadi di Milano-Cortina. Per la realizzazione delle opere vengono stanziati ulteriori 400 milioni di euro in aggiunta al miliardo di fine 2019 e alle altre risorse autorizzate negli anni. A supporto di questa “revisione dei prezzi” viene portata la crisi internazionale e l’esplosione dei costi dell’energia e delle materie prime. L’amministratore delegato della Simico viene inoltre nominato commissario straordinario anche degli “interventi di riqualificazione” dell’impianto olimpico per il pattinaggio di velocità “Ice rink oval” di Baselga di Piné (Trento).
Il governo però si spinge oltre, intervenendo sul Comitato organizzatore e inserendo tra i membri della Fondazione Milano Cortina 2026 anche la presidenza del Consiglio dei ministri. Palazzo Chigi si assegna così il potere di nominare entro un mese l’amministratore delegato, sostituendo la precedente figura del presidente del comitato di gestione (ricoperta da Vincenzo Novari) e assegnandogli “ogni funzione” nell’attesa del nuovo statuto e del nuovo Cda.
Viene presentato come l’ultimo tentativo di “salvare” le Olimpiadi, senza uno straccio di Piano degli interventi approvato definitivamente a più di tre anni dall’assegnazione dei Giochi. La Fondazione Milano Cortina però ostenta entusiasmo. A luglio ha festeggiato l’accordo con Esselunga, il primo (e unico) sponsor privato dei Giochi “più diffusi di sempre”.
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