L’oscuramento attuale della vita pubblica quasi ovunque nel mondo conferma che la disgregazione della democrazia va di pari passo con il rifiuto dell’accoglienza. Ciò che decide non è l’alternativa tra la destra estrema e una sinistra inetta, ma è quella tra prepotenza e democrazia. Ma da dove viene la prepotenza? Nella nostra società traumatica -che aggredisce ogni giorno le condizioni di vita della maggioranza della popolazione- individui, classi sociali e comunità etniche si chiudono nell’egoismo più arcaico per lottare contro il resto del mondo.
Il respingimento diventa la dinamica normale nel regime della solitudine competitiva. Prevale così e si afferma una sorta di “democrazia” rovesciata, dove larghi strati di popolazione votano per gli individui più antidemocratici e pericolosi. Si cade facilmente nell’illusione che simili individui respingeranno gli stranieri e risolveranno ogni problema. Più nella realtà siamo interdipendenti e più nell’illusione è forte la pulsione alla
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