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Economia / Attualità

“Il governo deve rendere disponibili i dati sul consumo di slot machine e videolottery”

© Darya Sannikova, pexel

L’appello del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca) e della campagna “Mettiamoci in gioco”. L’Agenzia delle dogane e dei monopoli ha infatti smesso di fornire i dati e le informazioni essenziali per comprendere l’evoluzione del fenomeno e garantire così il diritto alla salute dei cittadini. Un problema urgente

“Il governo deve rendere disponibili, tramite l’Agenzia delle dogane e dei monopoli (Adm), i dati sul consumo di slot e vlt (le cosiddette videolottery, ndr)”. La richiesta è stata avanzata dal Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca) e dalla campagna “Mettiamoci in gioco” in occasione di un convegno organizzato a Roma il 15 giugno per “fare il punto” sulla questione dell’azzardo: l’Adm, infatti, ha smesso di fornire questi dati, essenziali per comprendere l’evoluzione del fenomeno e garantire così il diritto alla salute dei cittadini.

“Già in precedenza le modalità e le tempistiche con cui venivano diffusi i dati sul consumo di gioco d’azzardo da parte dei cittadini non erano lineari. Nelle ultime settimane sono stati anticipati i dati aggregati relativi al 2022 ma a differenza di quanto succedeva in passato, non ci saranno informazioni puntuali rispetto al consumo di slot e vlt: la motivazione è legata al rispetto della privacy dei giocatori”, spiega Emiliano Contini, referente per l’azzardo del Cnca.

Cnca e “Mettiamoci in gioco” hanno inoltre chiesto a governo e Parlamento “una legge di regolamentazione del settore, che continua a crescere in modo inquietante senza quelle norme che ne limiterebbero i rilevanti effetti negativi dal punto di vista sanitario e sociale”. A queste due richieste si accompagnano quelle di riattivare il prima possibile l’Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave e di non ridurre la dotazione del fondo nazionale di previdenza e cura, per garantire, a livello nazionale, l’attuazione dei piani di contrasto.

Secondo Contini la decisione di non diffondere dati puntuali sul consumo di videolottery presenta una serie di criticità: “Per noi avere l’accesso a queste informazioni è fondamentale. Innanzitutto, per una questione di trasparenza. Senza dati puntuali non è possibile conoscere, monitorare e fare prevenzione: permettono agli enti locali di agire -continua Contini-. Ad esempio, alcuni anni fa i dati che evidenziavano come la provincia di Prato fosse quella con il maggiore consumo di gioco d’azzardo, hanno permesso alla Regione Toscana di mettere a punto progetti ad hoc e un’azione di controllo mirata”.

Questa richiesta di maggiore trasparenza sui dati di consumo delle videolottery è ancora più urgente se si osservano i dati di una ricerca realizzata dal Dipartimento di epidemiologia SSR Lazio-ASL Roma 1 sul rischio della dipendenza da azzardo presentata sempre il 15 giugno. I risultati della georeferenziazione dell’offerta evidenziano infatti che vi è un numero più elevato di esercizi ad alta concentrazione di new slot e vlt nelle zone ad alta deprivazione sociale: gli esercizi sono distribuiti in maniera uniforme sul territorio regionale, ma quelli più grandi (bingo a sale giochi) si trovano per lo più nelle zone deprivate e vicine alle vie ad alta percorrenza come l’Aurelia, la Flaminia e la Casilina.

In secondo luogo, sulla base dei dati relativi a 771 pazienti (82% uomini) raccolti dal Sistema informativo regionale sulle dipendenze, si evince che l’età media di primo approccio al gioco è di 27,6 per gli uomini e di 43,5 per le donne. L’età media di gioco continuativo è di 31,8 per gli uomini e 46,7 per le donne che utilizzano meno le new slot/vlt preferendo piuttosto giocare con lotterie istantanee e gratta e vinci.

Un ulteriore aspetto preoccupante è la situazione debitoria in cui versa il 77% del campione. In particolare dalla ricerca risalta la proporzione di giovani che dichiara di aver contratto debiti con usurai: 7,8% di coloro che hanno tra i 14 e i 25 anni. Su 552 pazienti, il 27,70% ha contratto debiti con le finanziarie (9,4% i giovani), il 30,30% con soggetti privati (29,7% i giovani), il 19,60% con le banche (3,1% i giovani), il 3,60% con gli usurai. “L’azzardo è un moltiplicatore di povertà, una condizione che già oggi riguarda sei milioni di persone nel nostro Paese -conclude Contini-. C’è un fondo nazionale da 50 milioni di euro che permette alle Regioni di mettere in atto i piani di prevenzione, ma la situazione non è affatto omogenea sul territorio nazionale”.

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