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Stato e concessionari giocano ancora sulla pelle dei cittadini

© Keenan Constance - Unsplash

Nel 2021 gli italiani hanno speso in azzardo più di 111 miliardi di euro. Ben più dei bilanci di tutti i Comuni. Una roulette folle. La rubrica di Pierpaolo Romani

Tratto da Altreconomia 258 — Aprile 2023

Ci stiamo giocando l’Italia. Questo viene da pensare dopo aver partecipato al webinar organizzato lo scorso primo marzo da Avviso Pubblico, cui hanno preso parte il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, il vicesindaco di Casalecchio di Reno (BO) Massimo Masetti e Marco De Pasquale, giurista e collaboratore dell’associazione. Il webinar è stato organizzato per presentare il dossier, curato dall’Osservatorio parlamentare di Avviso Pubblico, dedicato all’analisi della giurisprudenza dei Tribunali amministrativi regionali (Tar) che spesso sono chiamati a occuparsi di azzardo. Esprimendosi sui regolamenti emanati dai Comuni per stabilire orari di apertura e chiusura dei punti gioco, nonché le distanze che questi ultimi devono mantenere dai cosiddetti luoghi sensibili, come scuole, chiese e ospedali.

Dal seminario è emerso che nel 2021 gli italiani hanno giocato circa 111 miliardi di euro, una cifra astronomica che supera di gran lunga i bilanci dei 7.901 Comuni italiani (pari a circa 77 miliardi). Entrando più nel dettaglio, si scopre che sono stati aperti 12 milioni conti gioco, di cui 1,3 milioni da parte di giovani di età compresa tra i 18 e i 25 anni. Nello stesso anno sono stati censiti 4.226 diversi tipi di scommesse (on e off line) e 321.136 macchinette (Slot awp e Vlt).

Durante la pandemia da Covid-19, quando i punti fisici erano chiusi, sono state effettuate 10 miliardi di giocate: 27,4 milioni al giorno, quasi 1,2 milioni all’ora. Da quel momento il gioco online (che permette di scommettere quanto e quando si vuole, basta avere un collegamento internet e una carta di credito) ha superato quello fisico: 60% contro 40%.

Controllare il mondo delle scommesse digitali -come sottolineato durante il webinar di Avviso Pubblico- è più difficile, sia per quanto riguarda gli utenti, sia per i concessionari. Le azioni di prevenzione infatti sono più complesse e le truffe sono dietro l’angolo, come dimostrano gli 8.972 siti di gambling inibiti dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Il target principale dell’azzardo in rete sono i giovani, anche minorenni. In questo mercato operano anche le mafie che riciclano ingenti quantità di capitali accumulati illecitamente.

Sono 12 milioni i conti gioco che sono stati aperti nel 2021, di cui 1,3 milioni da parte di giovani tra i 18 e i 25 anni

Analizzando i principali criteri che espongono una persona a una possibile patologia da gioco d’azzardo, i relatori hanno evidenziato, tra gli altri: la frequenza della vincita e delle giocate, la disponibilità e il facile accesso alle slot machines. Le macchinette infatti sono ovunque, fin sotto casa, dato che dimostra come in Italia sia stato un eccesso di offerta a creare la domanda di gioco d’azzardo. A questi fattori si aggiungono la possibilità di fare giocate multiple e contemporanee, la libertà di puntata, il jackpot cumulativo e, da ultimo, la presenza di effetti sonori e luminosi.

Altre situazioni di criticità che si possono collegare a nuove forme di azzardo sono l’utilizzo delle criptovalute, le cosiddette “Loot box” (una sorta di scommesse alla cieca) e da ultimo il trading online, praticato anche da molti giovani che si illudono di poter diventare ricchi rapidamente.

Pur essendo un settore economico che frutta diversi miliardi di fatturato e dà lavoro e migliaia di persone, quello del gioco d’azzardo sta sempre di più diventando un problema di salute e di sicurezza pubblica. Che cosa si può fare di fronte a questa situazione? Serve, innanzitutto, una seria politica di prevenzione che renda consapevoli le persone dei rischi che si corrono giocando d’azzardo. Ed è necessaria una legge organica che regolamenti in modo adeguato il settore, ponendo la salute e la sicurezza pubbliche come priorità. Lo Stato e i concessionari, in nome del dio denaro, non possono giocare sulla pelle dei cittadini.

Pierpaolo Romani è coordinatore nazionale di “Avviso Pubblico, enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie”, www.avvisopubblico.it

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