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I conti in rosso della Fondazione Milano Cortina 2026 e il contratto milionario con Deloitte

© Maria Parmigiani / Fotogramma

Il comitato organizzatore delle Olimpiadi ha chiuso il bilancio 2022 con un deficit patrimoniale di 85,4 milioni di euro. Intanto il colosso della revisione e consulenza si è visto affidare “servizi tecnologici” per 176 milioni di dollari ma non c’è trasparenza sul contratto. Mentre Stato ed enti locali si faranno carico di eventuali ammanchi

La Fondazione Milano Cortina 2026, comitato organizzatore delle prossime Olimpiadi invernali, ha chiuso il bilancio 2022 con un deficit patrimoniale cumulato pari a 85,4 milioni di euro. Nello stesso anno ha contrattualizzato la fornitura di “servizi tecnologici” da parte del colosso della revisione e consulenza Deloitte per 176 milioni di dollari. Il tutto mentre il garante della “continuità aziendale” è il pubblico, letteralmente pronto a “coprire” sia il rimborso dei contributi anticipati al Comitato olimpico internazionale (Cio), in caso di cancellazione dei Giochi, sia l’eventuale squilibrio che la Fondazione si dovesse trovare ad affrontare nel periodo di liquidazione.

È quanto emerge dall’ultimo bilancio d’esercizio dell’ente presieduto da Giovanni Malagò (al vertice del Comitato olimpico nazionale) e amministrato da Andrea Varnier, ottenuto da Altreconomia a seguito di un accesso civico generalizzato.

Partiamo dal deficit e dalla sua copertura. Il consiglio di amministrazione della Fondazione ha ritenuto non in discussione il presupposto della continuità aziendale, rifacendosi alle “previsioni contenute nel nuovo business plan 2023-2026″ approvato dallo stesso Cda nel marzo di quest’anno. Dunque ha ritenuto di poter “temporaneamente operare in condizioni di deficit patrimoniale purché l’equilibrio finanziario e l’equilibrio patrimoniale risultino comunque garantiti alla fine del periodo di funzionamento della Fondazione previsto per il 2026”. La promessa è infatti quella di recuperare il disavanzo “attuale e futuro” tramite i proventi previsti in entrata nei prossimi anni. Motivo per cui la Fondazione parla negli atti di un ciclo di attività “necessariamente pluriennale”.

Fonte: bilancio 2022 della Fondazione Milano Cortina 2026

A supporto della propria “continuità”, la Fondazione indica gli impegni pubblici “già assunti in sede di candidatura”.
Il Cda è esplicito nell’indicare il garante delle coperture, che è pubblico contrariamente al racconto mediatico che vorrebbe i privati inserzionisti e il “mercato” al centro dello schema: “La previsione di specifici impegni e/o stanziamenti da parte governo italiano (presidenza del Consiglio) e degli enti territoriali (Regione Lombardia, Regione Veneto, Provincia autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Comune di Milano, Comune di Cortina, ndr) -scrivono gli amministratori della Fondazione- costituisce nella sostanza una risorsa potenzialmente disponibile per la Fondazione, volta a consentire il pieno e utile esercizio dell’attività finalizzata al perseguimento del proprio scopo”.

Non solo. Gli “enti territoriali” avrebbero inoltre “reiterato con apposite comunicazioni il proprio impegno a coprire, ognuno per la quota di propria competenza, sia il rimborso, in caso di cancellazione dei Giochi, al Comitato olimpico internazionale dei contributi anticipati sia l’eventuale deficit che la Fondazione si dovesse trovare ad affrontare nel periodo di liquidazione della stessa”.

Intanto l’andamento economico della Fondazione nel 2022 ha fatto registrare una perdita di esercizio di 54,7 milioni: a fronte di 67,2 milioni di euro di costi -di cui 18,2 per il personale (23 dirigenti, 40 quadri, 61 impiegati e 32 “altri”) e 43,4 per servizi- i ricavi, pur cresciuti dai 2,2 milioni di euro del 2021, si sono fermati a quota 14,3 milioni.

L’organico della Fondazione Milano Cortina 2026 al 31 dicembre 2022. Fonte: bilancio 2022 della Fondazione Milano Cortina 2026

526.677 euro, l’ammontare dei compensi agli amministratori della Fondazione Milano Cortina 2026 nel corso del 2022. 160.000 euro ai sindaci dell’ente

La Fondazione dispensa ottimismo. Solo dagli accordi di distribuzione dei diritti di trasmissione dei Giochi, l’ente che ha sede in Piazza Tre torri a Milano sostiene di dover ricevere dal Cio 452 milioni di dollari, “in tranche annuali secondo una tempistica concordata”. “A causa dei criteri di prestazione stabiliti nell’accordo -si legge nella relazione al bilancio-, i ricavi non possono essere riconosciuti fino al realizzarsi dei Giochi. Gli importi ricevuti sono pertanto considerati acconti, e saranno per intero ricavi di competenza del 2026”. Si vedrà più avanti.

È in questo contesto che entra in gioco Deloitte, “top partner” del Comitato olimpico internazionale dall’aprile 2022 in forza del progetto globale “Pisa” (Particularised services agreement), nato -come riporta il bilancio della Fondazione- “dall’esigenza del mondo olimpico di dare maggiore efficienza agli investimenti necessari all’organizzazione delle singole Olimpiadi e Paralimpiadi attraverso una piattaforma tecnologica che possa essere utilizzata di volta in volta dai singoli comitati organizzatori dei Giochi”.

La “piattaforma” affidata a Deloitte Usa vale complessivamente un miliardo di dollari. Nel caso dei Giochi del 2026 il colosso si sarebbe visto contrattualizzare “servizi tecnologici” dalla Fondazione Milano Cortina 2026 per 176 milioni di dollari. Le società che se ne occuperanno nello specifico saranno Deloitte Consulting (Technology service integration, Application integration services e Application services) e Deloitte & Touche (Cybersecurity).

© Comitato olimpico internazionale (Cio)

“I debiti della Fondazione che maturano nei confronti di Deloitte per i servizi -si legge nel bilancio- saranno in parte compensati finanziariamente (per un importo previsto di circa 45 milioni di dollari) con le fatture emesse dalla Fondazione verso il Cio, nell’ambito dell’accordo ‘Top programme’, per contratti di sponsorizzazione a livello globale dal Cio stesso sottoscritti sempre con Deloitte Usa”.

Una partita milionaria con in ballo risorse pubbliche e che a maggior ragione richiederebbe chiarezza, trasparenza, accessibilità. Peccato però che la Fondazione Milano Cortina 2026 abbia negato il contenuto del contratto stipulato direttamente con Deloitte: “Operando in regime di diritto privato e in un contesto concorrenziale -è la tesi-, la diffusione generalizzata dei dati di dettaglio relativi ai propri contratti esporrebbe la Fondazione a un serio pregiudizio commerciale”.

La trasparenza è rimasta giù dal podio anche per quel che riguarda la cabina di regia istituita a livello centrale presso la presidenza del Consiglio a metà febbraio di quest’anno per coordinare opere e interventi relativi a Milano Cortina 2026 -il “gioco” da 2,7 miliardi di euro (budget destinato ad aumentare nei prossimi giorni) in mano alla Società Infrastrutture Milano Cortina 2020 2026 Spa-. Abbiamo chiesto i verbali di resoconto di tutte le riunioni di quella “cabina” al ministero dello Sport ma la risposta del capo di gabinetto del ministro Andrea Abodi, datata 15 giugno 2023, è stata negativa: “Per quanto attiene la richiesta di rilascio dei resoconti afferenti alle riunioni della cabina di regia, si comunica che gli stessi non sono ancora stati redatti”. Pure la trasparenza è in deficit.

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