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I cantieri olimpici porteranno nuove strade (e più traffico) nel bellunese

Quella di San Vito di Cadore non è l’unica bretella prevista lungo la strada statale 51 in vista delle Olimpiadi del 206 © Lucia Michielini

Gli interventi previsti lungo la strada statale Alemagna hanno come obiettivo quello di migliorare la viabilità verso Cortina d’Ampezzo. A San Vito di Cadore gli abitanti si oppongono agli espropri e combattono per tutelare il territorio

Tratto da Altreconomia 259 — Maggio 2023

Davanti alla casa di Raffaele si erge il Monte Pelmo e scorrono silenziose le acque limpide del torrente Boite. L’uomo e la sua famiglia abitano da sempre a San Vito di Cadore, in provincia di Belluno, a soli 11 chilometri da Cortina d’Ampezzo. Probabilmente riusciranno a godere di questo magnifico paesaggio ancora per poco. Il terreno su cui vive, infatti, è soggetto a esproprio per i lavori di realizzazione di una bretella Anas. Ma non è l’unico: il provvedimento interessa altri residenti nel piccolo Comune di appena duemila abitanti.

L’intervento prevede una diramazione lunga 2,3 chilometri dalla strada statale 51 Alemagna, due rotatorie, un ponte, un viadotto e quattro gallerie antirumore. L’investimento, per un totale di 64,8 milioni di euro, era inizialmente programmato dal Piano di adeguamento della viabilità statale per i Mondiali di sci alpino del 2021 ed è atteso ora, in vista dei Giochi olimpici e paralimpici invernali del 2026. L’avvicinarsi delle Olimpiadi sta suscitando preoccupazioni: a San Vito di Cadore la realizzazione della bretella dalla statale Alemagna avrebbe lo scopo di rendere più fluido il traffico verso Cortina d’Ampezzo.

“Passerà a pochi metri da casa mia e andrà a lambire altre abitazioni e punti sensibili del paese. I lavori causeranno la perdita di migliaia di metri quadrati di prato dall’alto valore ecologico”, spiega Raffaele, che ha accettato di raccontare la sua storia a patto che non venisse usato il suo vero nome. Come lui, anche gli altri intervistati hanno scelto di restare anonimi o di usare nomi fittizi. I cantieri devono ancora essere aperti e per avere un’idea del ritardo maturato sull’iniziale tabella di marcia, basti pensare che il collaudo tecnico dell’intera variante era previsto per il 31 dicembre 2022.

Usata dai tir come bypass per evitare il pagamento del pedaggio al Brennero, la statale Alemagna è congestionata (oltre che interessata da problemi di dissesto idrogeologico) nonostante la presenza di antenne “intelligenti” installate nell’ambito del Piano Anas Cortina 2021 in occasione dei Mondiali di sci alpino che avrebbero dato vita alla prima smart road italiana. Un intervento costato quasi 27 milioni di euro: risorse previste dal Contratto di programma Anas-Mit 2016-2020 e dalla legge di Stabilità 2017 per il Piano di investimenti per l’accessibilità a Cortina d’Ampezzo. “La mia casa sussulta e i vetri tremano al passare dei camion -spiega una signora-. A volte mi metto alla finestra e conto i mezzi pesanti diretti a Cortina: spesso sono varie centinaia al giorno”.

“A causa del vincolo paesaggistico non ho potuto installare pannelli fotovoltaici sul tetto. Ora corro il rischio di trovarmi di fronte casa una strada ingolfata di camion”

Passeggiando lungo i terreni di San Vito di Cadore sottoposti a esproprio è facile rendersi conto della loro vulnerabilità: edifici scolastici, abitazioni, prati stabili, campi ricchi di tracce di ungulati. “A causa del vincolo paesaggistico associato a questo territorio non ho potuto installare pannelli fotovoltaici sul tetto della mia abitazione -sottolinea un residente- ma ora corro il rischio di trovarmi di fronte a casa una strada ingolfata di camion. È paradossale”.

Tra le sue altre preoccupazioni c’è il ponte previsto sul Ru Secco, un torrente che nel 2015 esondò causando la morte di tre persone. “In passato questo corso d’acqua non ha mai dato problemi -spiega-. Ma con i cambiamenti climatici e le montagne che continuano a franare non possiamo e non dobbiamo accontentarci di infrastrutture costruite senza studi idrogeologici approfonditi e aggiornati”.

Anche per questo alcuni cittadini si sono attivati e hanno dato vita al comitato “No variante Anas di San Vito di Cadore”. Sono rappresentati da uno studio di avvocati e hanno avviato una causa legale davanti al Tribunale superiore delle acque pubbliche per contestare gli atti che hanno autorizzato l’opera viaria e il ponte sul Ru Secco.

Uno dei prati sottoposti a esproprio a San Vito di Cadore. Per contrastare la realizzazione di quest’opera, diversi abitanti hanno dato vita a un comitato. Si sono rivolti al Tribunale superiore delle acque pubbliche e alla Corte dei conti del Veneto © Lucia Michielin

Inoltre, si sono rivolti alla Corte dei conti del Veneto per segnalare i possibili danni pubblici connessi alla realizzazione della variante. Nell’esposto hanno evidenziato il fatto che il progetto non avrebbe più copertura legislativa e di conseguenza neanche finanziaria poiché le opere non sono state completate (con collaudo tecnico) entro il 31 dicembre 2022, come previsto dal Decreto Milleproroghe del 2020, fondamento normativo di riferimento.

Per i legali del comitato questo significa che la variante doveva essere finita e testata già l’anno scorso e quindi, dal momento che il termine non è stato interessato da una nuova proroga, l’opera, se realizzata, sarebbe illegittima. Il procuratore regionale ha disposto l’avvio di un’indagine preliminare per valutare la sussistenza di eventuali danni erariali.  Il fatto che non siano state prese in considerazione delle alternative per alleggerire il traffico stradale (che con le varie tangenziali previste lungo l’Alemagna sarà solamente deviato) non porterà a un miglioramento della qualità dell’aria. Al contrario, probabilmente si avrà un aumento degli inquinanti atmosferici a causa del transito di numerosi mezzi di trasporto.

I monitoraggi condotti da Arpa Veneto evidenziano che i due inquinanti critici registrati nel 2021 a Tai di Pieve di Cadore (Comune nel fondovalle) sono stati il benzo(a)pirene (molecola associata alla combustione di biomassa per uso domestico) e l’ozono (inquinante secondario prodotto per effetto delle radiazioni solari in presenza di inquinanti primari, come le emissioni dei veicoli a motore), che ha superato il valore di sicurezza per la protezione della salute umana in 12 giornate sulle 69 di monitoraggio. Mancano analisi più puntuali e recenti per San Vito di Cadore (le ultime sono datate 2009) e per Cortina d’Ampezzo (2006).

Il valore dell’intervento previsto per la realizzazione della diramazione dalla strada statale 51 a San Vito di Cadore è di 64,8 milioni di euro.Comprende due rotatorie, un ponte, un viadotto e quattro gallerie antirumore

Proprio in quest’ultimo Comune è prevista un’ulteriore variante, con tanto di tunnel, rotatorie e ponti. Roberta De Zanna, consigliera comunale di minoranza con la lista “Cortina bene comune”, spiega che l’alto bellunese è una zona turistica, non un distretto industriale e che le Dolomiti stanno vivendo un traffico di penetrazione molto intenso: “Si potrebbe investire molto sul trasporto pubblico, come sulla parte infrastrutturale legata alle Paralimpiadi -spiega-. Anziché una città trafficata e di conseguenza caotica, Cortina potrebbe diventare più inclusiva”. E, a proposito di inclusione, o meglio non inclusione, il Centro Montessori di Cortina, unico asilo nido presente sul territorio e che ogni anno accoglie tra i venti e i trenta bambini, rischia di chiudere alla fine dell’anno scolastico perché sotto sfratto dal Comune.

“Il 5 febbraio scorso -continua De Zanna- è stato illustrato il progetto Anas della variante all’Assemblea delle Regole d’Ampezzo (istituzione nata con l’obiettivo di utilizzare in modo comunitario le risorse naturali, ndr). Ora è giusto informare anche tutti gli altri cittadini residenti affinché si rendano conto che con i 483 milioni di euro previsti per i lavori si andrà a impattare pesantemente sui terreni, rimuovendo un milione e 850mila metri cubi di materiale. Un intervento che non è finalizzato a risolvere il problema del traffico urbano: si andrà a limitarlo del 20% circa, poiché è presumibile che con queste infrastrutture il traffico di passaggio aumenterà”.

Lo sconforto provato rispetto all’assenza di investimenti per favorire il trasporto pubblico è condiviso da Francesca Dellamore di Santo Stefano di Cadore, dove la sua famiglia gestisce da tre generazioni l’Albergo Centrale. Francesca ricorda che fino a una decina d’anni fa c’era un treno notturno, con un vagone per il trasporto delle auto, che collegava Roma a Calalzo di Cadore: “Quella linea è stata soppressa, così come le corse dirette per Venezia -spiega-. Con il risultato che oggi non è affatto facile raggiungere l’alto bellunese con i mezzi pubblici. Il trasporto ferroviario avrebbe dovuto essere potenziato in occasione delle Olimpiadi, anche sull’esempio dell’inaugurazione del Treno della neve che collega Roma a San Candido, in Trentino-Alto Adige. Purtroppo però in Veneto la lobby della gomma continua ad avere la meglio”.  Non stupisce quindi l’accordo firmato a febbraio tra Fondazione Milano Cortina 2026 ed Eni, con il quale la multinazionale si impegna a supportare i Giochi del 2026.

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