Altre Economie / Reportage
L’alleanza che sostiene i produttori del Centro Italia, oltre il terremoto
Nei territori colpiti dal sisma del 2009 e 2016, allevatori e agricoltori hanno fondato il GPS-Gruppo di produttori solidali. Dai formaggi alla carne, vendono a 40 Gas lombardi. Una filiera solidale per ripartire e rafforzare le economie locali
“C’è molta fiducia” spiega Mauro Fumagalli, coordinatore da 20 anni del gruppo di acquisto solidale milanese Il Filo di Paglia. “Le aziende agricole del Centro Italia con cui collaboriamo sono aumentate e non è solo un discorso di prodotti. Tra noi c’è un processo relazionale molto forte, ci abbiamo investito tempo”. È una connessione sensibile, quella nata tre anni fa con alcune piccole imprese delle zone del post sisma 2009 e 2016. Tutto parte da Il Filo di Paglia nel maggio 2017, con l’incontro con Alessandro dell’azienda agricola Novelli. Alleva vacche da latte di montagna a Montereale (AQ). Grazie alla moderazione di Alessandro con altri produttori della zona, prende forma così una prima rete solidale. “Non è stato facile raggiungere anche i produttori più piccoli ma ora si stanno avvicinando e oggi ci relazioniamo anche con realtà del teramano”, continua Mauro. L’alleanza che aiuta a costruire un ponte solido fra Nord e Centro è quella che coinvolge Mauro, Il Filo di Paglia e Pesce d’Aprile: “È una sorta di incubatore di progetti. Il Pesce d’Aprile, che ora è un’associazione, si occupa già da anni della filiera del pesce per i gruppi solidali. Tre anni fa ha accettato la proposta di incontrare i produttori del Centro Italia. Poi abbiamo coinvolto altri Gas lombardi. Ora ci sono anche gruppi di acquisto di Lodi.”
Grazie a Michele Salvi, che coordina la parte informatica del Pesce d’Aprile, vengono organizzati e pianificati gli ordini per circa 40 Gas, oltre a quello milanese. È così che tra i consumatori solidali di Varese, della Brianza, di Milano e di Pavia arrivano i prodotti delle terre colpite dal sisma dell’Italia Centrale. Di terremoto si parla però poco, è chiara la volontà di scrivere una nuova pagina. Il protagonista non è più il sisma, bensì la rete d’imprese e di alleanze che restituisce alle persone un’idea di futuro. Dalla Cooperativa Grisciano (RI) arrivano le carni suine della razza nera reatina, allevate all’aperto. La Cooperativa agricola Rinascita 78 di Illica (RI) fornisce i formaggi. Da Cittareale (RI) partecipa l’Azienda biologica di Fabio Guerci. A mille metri di altezza alleva bovini, pecore da carne e da latte, maiali.
“Siamo stanchi di pensare alle macerie. Ci sono risorse che vanno potenziate, vogliamo puntare sui prodotti che caratterizzano il nostro territorio. Non è facile lavorare a un progetto di rete, soprattutto qui, dove ognuno tende un po’ a guardare al suo orticello. A maggior ragione questo progetto è prezioso”, dice Maya, compagna di Fabio. Insieme agli altri produttori hanno fondato da circa sei mesi il gruppo GPS-Gruppo di produttori solidali. Vicino ad Alessandro Novelli c’è invece l’azienda di Renato Foglietta: produce prosciutto di montagna e sugo all’amatriciana ed è parte del GPS.
“Ho cercato di coinvolgere le piccole aziende e cooperative che conoscevo perché fare rete significa rafforzare quello che è presente sul territorio”, racconta Alessandro. “Abbiamo bisogno che venga incrementato quello che c’è già. Non servono grandi aziende che investano con progetti che non ci appartengono”. Lui, a Montereale (AQ), prepara anche conserve di visciole e zucchine sott’olio. Quest’anno, nonostante il Covid-19 sono tornati i ragazzi della parrocchia milanese del Santo curato D’Ars. L’anno prima hanno sperimentato il lavoro agricolo nei campi aiutando alcune aziende, oltre a quella di Alessandro (a preparare le zucchine sott’olio, ma anche a pulire alcuni sentieri limitrofi). “Vorremmo richiamare qui le persone che sanno apprezzare un turismo lento e responsabile. Abbiamo sistemato alcune parti del Cammino dei Normanni, così chi viene nell’Alto Aterno può fare esperienza di questi posti così come sono”.
Nel GPS c’è anche l’azienda agricola La piccola fattoria sull’Aterno, gestita dalla famiglia Carpente. I loro 60 ettari di campi sono alle porte di L’Aquila. Alzando lo sguardo dalle coltivazioni di cipolle, zucche e zucchine, si scorge la città con le sue gru. “L’acqua che usiamo per i campi arriva direttamente dalla storica fontana delle 99 cannelle. È tutta acqua sorgiva. Ogni due anni facciamo riposare i prati. Abbiamo otto tipi di fagioli, tre tipi di ceci. Coltiviamo la patata turchesa, presidio Slow Food, ma anche altre varietà. Ora vorremmo fare un piccolo allevamento di maiale nero d’Abruzzo, semi brado”, spiega Gino Carpente. Spera anche si sblocchi la burocrazia per la ricostruzione. Vorrebbe sistemare un antico casolare del Settecento, rimasto danneggiato dal sisma del 2009 e renderlo un’attività ricettiva. Si avrebbe la possibilità di sostare in aperta campagna a pochi minuti dal centro. L’idea è anche quella di una fattoria didattica, nei prati adiacenti al casolare. Tra i produttori del Parco del Gran Sasso e della Laga che hanno fondato GPS c’è poi l’azienda agricola Farro Filosini. “È stato il Gas di Milano a consigliarci di fare rete e unirci”, spiega Simone Filosini. A Ville di Fano (AQ) coltiva soprattutto farro primaverile. Si tratta di una serie di coltivazioni scaglionate su diversi terreni, tra Montereale e Barete (AQ).
“Abbiamo visto la volontà dei gruppi di acquisto di sostenerci. Sono felice perché è un’occasione importante per il territorio. Con il terremoto dell’Aquila e poi con quello che ha colpito Amatrice abbiamo perso molti canali di vendita. Unirci è stato un modo per semplificare gli acquisti e gli ordini dei Gas e dare maggior valore a quello che facciamo”. Per la distribuzione e la consegna dei prodotti agli altri Gas lombardi oltre a Il Filo di Paglia, Mauro e Michele si appoggiano alla cooperativa Il Balancin di Pavia. I prodotti che arrivano qui in bancali vengono smistati e divisi. I Gas delle rispettive zone li distribuiranno poi ai clienti finali. Il gruppo Retegas di Varese si sta occupando di approfondire l’incontro con altre realtà dell’Italia Centrale come i legumi dell’azienda agricola Dolci di Monteleone di Spoleto (PG) e di un’azienda di Arquata del Tronto (AP). È quella dei fratelli Emanuele ed Alessandro Petrucci che decidono di portare avanti la macelleria del padre, morto prematuramente. Il progetto si chiama Centro Anch’io, include anche Nibbi di Amatrice (RI) e Patesse di Foligno (PG). Ad oggi la relazione con gli allevatori è forte e la solidità della rete sta invitando altre realtà a unirsi all’alleanza solidale. È il caso dell’Azienda teramana di Filiberto Cioti a Paterno. Produce vini e olio di oliva extravergine. Mauro spiega che “ci sono realtà che non bisogna far sparire. Si tratta di famiglie che hanno una produzione molto piccola ma mantengono attiva la gente del posto. È il caso del miele di ‘Gecco’”. “Gecco” era il soprannome di Eugenio Casini, rimasto vittima del terremoto. Come suo padre allevava api ad Amatrice, nell’omonima Apicoltura. La relazione tra Alessandro Novelli, la sorella e la mamma di Eugenio ha riportato in vita alcune arnie.
La produzione di miele millefiori che si era fermata con le scosse ora è ripresa, in piccolo. Forse il miele di “Gecco” crescerà ancora, così com’è accaduto in questi anni alla relazione tra gli autori di questa storia.
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