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“Vietare immediatamente il glifosato”: l’appello alla Commissione europea

© Mirko Fabian, pexels

In una lettera alla commissaria Kyriakides, 28 organizzazioni per la tutela dell’ambiente e della salute chiedono di ritirare immediatamente la licenza per la commercializzazione dell’erbicida. Le evidenze scientifiche sulla sua tossicità, scrivono, sono schiaccianti. Ma il dibattito nelle istituzioni continua

“Vietare immediatamente il glifosato dal mercato europeo sulla base della schiacciante quantità di prove scientifiche che dimostrano come questa sostanza e i prodotti che sono basati su essa causino probabilmente gravi malattie agli esseri umani, sono tossici per l’ambiente e le diverse specie animali e vegetali”. È la richiesta contenuta in una lettera inviata il 14 dicembre da 28 organizzazioni ambientaliste e per la tutela della salute (tra cui l’italiana Isde-Medici per l’ambiente) alla commissaria europea per la Salute e la sicurezza alimentare Stella Kyriakides.

La richiesta è arrivata a pochi giorni di distanza dalla decisione della Commissione europea di rinnovare l’autorizzazione all’uso del glifosato in agricoltura per un altro anno, fino al 15 dicembre 2023. “A maggio 2022 l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) aveva fatto sapere che le sue valutazioni scientifiche conclusive su questa sostanza sarebbero state pronte a luglio 2023 -spiega ad Altreconomia Gergely Simon di Pesticide action network-Europe-. Questo ritardo è dovuto al fatto che hanno ricevuto migliaia di documenti da valutare sia dall’industria, sia dalle Ong, sia dagli Stati membri dell’Ue”.

Tra poco più di sette mesi, dunque, l’Efsa presenterà le proprie conclusioni e proporrà o meno la proroga dell’attuale autorizzazione all’uso del glifosato. Su questa base, la Commissione presenterà una relazione di rinnovo e una bozza di regolamento che verrà sottoposto per il voto agli Stati membri. “Il nostro auspicio è che non ci sia una maggioranza a favore -riprende Gergely Simon-. I Paesi europei sono divisi ed è stato interessante notare come per ben due volte, nel corso delle votazioni che si sono svolte sul tema tra ottobre e novembre 2022 non sia stata raggiunta la maggioranza qualificata: Francia e Germania, ad esempio si sono astenute. Inoltre alcuni Paesi come Germania e Austria hanno già annunciato e implementato normative per ridurre e mettere al bando questo pesticida”.

I firmatari della lettera inviata alla commissaria Kyriakides si sono detti “profondamente preoccupati” per la decisione della Commissione di prorogare la licenza per un altro anno rispetto al termine del dicembre 2022. “Il regolamento sui pesticidi (CE) 1107/2009 mira a fornire un elevato livello di protezione per l’uomo, gli animali e l’ambiente -si legge nel documento-. A tal proposito, le attuali conoscenze scientifiche e tecniche, nonché i dati di monitoraggio mostrano che i criteri di approvazione previsti dall’articolo 4 del regolamento 1107/2009 non sono soddisfatti. Pertanto, la invitiamo a ritirare la licenza di commercializzazione”.

La richiesta di una messa al bando immediata è basata sui risultati della letteratura scientifica. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) e l’Organizzazione mondiale per la sanità (Oms), ad esempio. hanno classificato il glifosato come “probabilmente cancerogeno per l’uomo” e ha inoltre concluso che “esiste una ‘forte’ evidenza di una genotossicità” sia per la sostanza pura sia per le formulazioni a base di glifosato. Più recentemente anche l’Institut national de la santé et de la recherche médicale (Inserm, l’istituto nazionale francese per la scienza e la medicina) ha correlato l’erbicida al possibile insorgere di tumori e mielomi. “Oltre al suo potenziale cancerogeno -si legge ancora nel documento delle organizzazioni- studi recenti mostrano che il glifosato e i prodotti derivati possono essere neurotossici e contribuire allo sviluppo del morbo di Parkinson, possono causare malattie renali e alterare il microbioma umano e animale. L’esposizione materna è stata anche collegata a parti spontanei con riduzione della durata della gestazione e sviluppo anomalo degli organi riproduttivi nei neonati”.

Il fatto di concedere una proroga di un anno e, di conseguenza, prolungare l’esposizione a questa sostanza da parte di lavoratori agricoli, di coloro che vivono in prossimità dei campi e più in generale dei cittadini dell’Unione europea e dell’ambiente nel suo complesso “è incomprensibile”. “Pertanto -continuano i mittenti-, esortiamo la Commissione europea e lei in qualità di commissario a vietare urgentemente il glifosato dal mercato dell’Unione, cosa attesa da tempo, sulla base dell’attuale stato di avanzamento scientifico”.

Il dibattito sulla regolamentazione di questo erbicida va poi inserito all’interno del percorso in atto per l’implementazione delle due strategie europee per la tutela della biodiversità e la transazione verso un sistema alimentare più equo, più sano e più rispettoso dell’ambiente: “Il glifosato è di gran lunga la sostanza più utilizzata in Europa -conclude Gergely Simon-. Se non ci sarà un’eliminazione progressiva né la strategia ‘Biodiversità’ né ‘la ‘From farm to fork’ potranno essere implementate”.

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