Altre Economie / Opinioni
Trasparenza e responsabilità: la credibilità è fondata sui dati
L’accountability delle aziende fair trade permette ai consumatori di informarsi e di orientare le proprie scelte di acquisto. La rubrica a cura di Equo Garantito
Sono ventimila gli ulivi secolari recuperati dall’incuria e dall’improduttività nel meraviglioso Parco regionale della Maremma in Toscana. Sono sette i lavoratori della cooperativa sociale Frantoio del Parco che si occupa della raccolta delle olive, della trasformazione in olio biologico di qualità superiore e della commercializzazione, principalmente nel circuito equosolidale. Sono 70 le ore di attività informative ed educative svolte nel 2021, per raccontare ad adulti e bambini l’impegno delle piccole imprese che valorizzano il territorio.
Mara Cinque, la giovane responsabile marketing della cooperativa, confessa di essersi sorpresa rileggendo i numeri raccolti nel “Modulo di autovalutazione”, lo strumento che rappresenta il primo passo per aderire al sistema di garanzia di Equo Garantito e per verificare la rispondenza ai requisiti del fair trade. Quando ci si ferma a raccogliere i dati del proprio lavoro, ci si rende effettivamente conto dei risultati raggiunti e se ne acquisisce la coscienza necessaria per presentarli alla comunità. Potrebbero sembrare tempo ed energie sottratte all’operatività, alla propria mission sociale, ma la trasparenza e la capacità di render conto costituiscono uno dei principi strategici delle organizzazioni equosolidali, il secondo dei dieci criteri fondamentali che vi raccontiamo nel corso di questo anno. Ed è grazie a questo che cittadini-consumatori possono informarsi correttamente e orientare le proprie scelte di acquisto, prediligendo le imprese che pongono persone e ambiente al centro della propria strategia aziendale. Un impegno in linea con quanto auspicato dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, poiché gli Obiettivi di sviluppo sostenibile chiamano all’azione i governi e le società, ma anche le imprese di tutto il mondo.
Un altro esempio virtuoso arriva dalla Puglia: grazie alla sua capacità di raccontarsi con coerenza e credibilità, la cooperativa sociale Pietra di Scarto di Cerignola in provincia di Foggia, ha ottenuto tra gli altri il sostegno di Fondazione con il Sud e della Tavola Valdese per costruire una filiera equosolidale del pomodoro, lavorando su un bene confiscato alla mafia e qualificandosi come produttore italiano Equo Garantito. Progetti importanti, capaci di impattare in modo sensibile su un territorio complesso, terra di caporalato e infiltrazioni mafiose. Progetti capaci di rafforzare l’azione rivoluzionaria di diffusione della cultura antimafia, di agricoltura sostenibile, di educazione alla legalità e al consumo critico. Trasparenza e responsabilità riguardano anche i processi interni all’organizzazione, attraverso il coinvolgimento di soci e socie, lavoratori e lavoratrici, collaboratori e collaboratrici nei processi decisionali e nelle scelte strategiche.
Processo ancor più significativo in questa realtà, poiché offre opportunità di lavoro a persone in situazioni di fragilità: su 23 lavoratori, 13 provengono da condizioni di disagio, in particolare dal mondo dell’esecuzione penale esterna e dello sfruttamento. Ed è trasparente anche il prezzo. Sui social media, Pietra di Scarto dettaglia al consumatore che un quarto del prezzo finale è destinato al pomodoro che viene pagato ai produttori 35 centesimi al chilogrammo a fronte degli otto centesimi del mercato tradizionale, un altro quarto circa viene reinvestito nei progetti di agricoltura sociale, mentre il resto copre i costi di lavorazione, il trasporto e le tasse. Davvero una passata solidale e libera dal caporalato.
Equo Garantito Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale è l’associazione di categoria delle organizzazioni di commercio equo e solidale italiane
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