Una voce indipendente su economia, stili di vita, ambiente, cultura
Interni / Inchiesta

“Tamponi a tutti i medici di base”: i dati delle Ats smentiscono Regione Lombardia

L'assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e il suo vice, Fabrizio Sala - © Facebook

In piena emergenza Covid-19 l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera aveva assicurato ad aprile test per “tutti i medici di medicina generale” e non solo ai sintomatici. I dati inediti delle Agenzie di tutela della salute relativi proprio alla sorveglianza sanitaria sui territori dimostrano che non è andata così. Coinvolto nemmeno il 30% dei medici

Sui medici di medicina generale sottoposti al tampone durante l’emergenza Covid-19, Regione Lombardia e le “sue” stesse Agenzie di tutela della salute dicono cose molto diverse.

Lo dimostrano nuovi dati inediti trasmessi a inizio giugno ad Altreconomia dalle Ats e relativi alla sorveglianza sanitaria sul territorio. L’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, aveva dichiarato ai primi di aprile che la Regione stava “iniziando a tamponare tutti i medici di medicina generale”, aggiungendo che “prima tamponavamo solo quelli che avevano un sintomo, adesso li stiamo tamponando tutti […] 8mila”.
Non è andata così.

A Brescia infatti i medici di base dell’Ats sottoposti a tampone fino al 29 maggio sono stati 186 su 843 (tra Mmg e pediatri di libera scelta, Pls), il 22% del totale, con 75 casi riscontrati positivi.
L’Ats Montagna (Valtellina-Alto Lario e Valcamonica) ci ha fatto sapere inoltre che il numero dei medici di medicina generale o pediatri che hanno effettuato l’esame è stato pari al 4 giugno a 33 su 210 (il 15%) di cui 25 positivi.
A Pavia invece i medici tamponati al 27 maggio sono stati 96 su 413 (il 23%), con 16 casi positivi.

Le altre Ats non hanno fornito il numero dei medici sottoposti al test ma solo quello dei tamponi. Fa eccezione l’Agenzia di Bergamo che non ha comunicato nulla e contro la quale abbiamo fatto ricorso al Tar. Anche rispetto alla quantità dei tamponi le cifre sono molto distanti dalle rassicurazioni regionali.

All’Ats di Milano -che ha comunicato i dati ricostruiti e aggiornati a partire dal 23 aprile- i “tamponi effettuati” a fine maggio erano stati 286 a fronte di 2.094 medici di base (Mmg) censiti. Considerando che un tampone può essere ripetuto più volte da una stessa persona, questa cifra indica un livello inferiore al 10% degli Mmg. A fronte di 35 “tamponi positivi”, peraltro, l’Agenzia ha comunicato 183 “segnalazioni di sostituzioni per malattia di durata superiore a 7 giorni”.

Poi c’è il caso di Insubria (Como, Varese e Medio Lario): al 26 maggio su 1.096 medici di base e pediatri erano stati effettuati 275 tamponi con 33 casi positivi registrati. Sessanta invece le assenze certificate per malattia dall’Ats tra i medici di base.

Sarebbero stati “circa 600” i tamponi effettuati “su base volontaria” fino al 5 giugno ai 738 medici di base dell’Agenzia della Brianza (distretti di Monza, Vimercate e Lecco), con un tasso di positività dichirato del 4%. Chiude l’Ats Val Padana (Mantova e Cremona) con 534 tamponi effettuati tra febbraio e maggio, di cui 57 positivi, rispetto a 570 medici e pediatri.

Tirare somme esatte non è possibile visto che le Ats non hanno fornito valori tra loro concordanti. Ma se anche si volesse associare per ogni tampone un singolo medico -ipotesi altamente improbabile- il risultato finale sarebbe comunque ben al di sotto del 30% degli 8mila medici di medicina generale “tutti” ormai tamponati da tempo secondo Gallera.

“L’esiguo numero di tamponi eseguiti ai medici di medina generale è l’ennesima dimostrazione di come questi colleghi siano stati completamente abbandonati a se stessi da chi gestisce la sanità regionale -commenta Vittorio Agnoletto medico, conduttore della trasmissione “37 e 2” su Radio popolare e professore a contratto di Globalizzazione e politiche della salute all’Università degli Studi di Milano-. Fornire i dispositivi di protezione individuale, i tamponi e tutelare la salute dei Mmg era ed è interesse di tutta la collettività. Questi medici costituiscono un presidio fondamentale per la tutela della salute pubblica, sono le prime sentinelle sul territorio in grado di segnalare la comparsa di un nuovo agente infettivo, ruolo fondamentale a condizione che la Regione raccolga tali dati e attivi la sorveglianza sanitaria. Nulla di tutto questo è stato fatto con l’aggravante di centinaia di Mmg infettati che a loro insaputa hanno rischiato di infettare i loro assistiti”.

© riproduzione riservata

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Altreconomia per non perderti le nostre inchieste, le novità editoriali e gli eventi.


© 2024 Altra Economia soc. coop. impresa sociale Tutti i diritti riservati