L’informazione si fa sempre più (anche) online, e Altreconomia dedica la copertina del numero di settembre a un mercato che vale -ormai- 1,5 miliardi di euro di raccolta pubblicitaria. Per scoprire che il lavoro redazionale si ripaga a fatica con le inserzioni, e che chi guadagno sono in realtà i motori di ricerca (non solo Google), e le concessionarie, tra sedi all’estero, controllo dei dati e una certa “disinvoltura” sui contenuti.
Da Sud a Nord, storie di lavoro: a Trapani, gli operai hanno occupato un cantiere navale, e creato una cooperativa che potrà rilevarne la gestione del precedente datore di lavoro, che è fallito; a Boreano (Pz), Abdul coltiva pomodori San Marzano bio: una filiera solidale nella terra dello sfruttamento; il caporalato, però, è anche nel mantovano: ce lo raccontano Cgil, Cisl e un’assessore della Provincia di Mantova, parlando dei campi di melone; a Tirano (So), infine, i locali dell’ex carcere sono stati “occupati” da una comunità di recupero: l’inserimento lavorativo nelle vigne del Nebbiolo.
Un approfondimento sul mercato della distribuzione del gas naturale: partono le gare per affidare la concessione, e degli attuali 200 operatori potrebbero restarne un trentina. La “distribuzione” vale il 13,8% della bolletta. E due operatori –Snam ed Enel Rete Gas (gruppo F2i)- controllano già il 40% del mercato.
Un “aggiornamento” sull’emergenza rom: quella proclamata da Berlusconi e Maroni nel 2008 non è mai esistita (lo ha sancito la Corte di Cassazione), ma ancora non c’è traccia della “Strategia d’inclusione” che avebbe dovuto prendere il posto.
Siamo stati nella tana di Lapo Elkann, per raccontare dall’interno i segreti della sua Italia Independent Group, la società che produce occhiali che s’è quotata in Borsa a fine giugno. La ricetta per il successo: brand, buon nome e immagine. Mentre il piano industriale non serve.
E -ancora- il commento di Tonino Perna sulla vittoria di Renato Accorinti, a Messina; l’analisi di Carlo Gubitosa sul funzionamento di Wikipedia in Italia; il racconto di Lorenzo Guadagnucci, che dopo dodici anni è entrato di nuovo nella scuola Diaz.