Una voce indipendente su economia, stili di vita, ambiente, cultura
Crisi climatica / Opinioni

Narcisismi e ingenuità alimentano il negazionismo climatico

Due delle quattro sculture che compongono l'opera "The rising tide" dell'artista Jason de Caires Taylor sull'indifferenza di fronte al cambiamento climatico © Maureen Barlin, via Flickr

Gli errori che sfuggono al meccanismo della peer review vengono spesso strumentalizzati sui media di destra. La rubrica di Stefano Caserini

Tratto da Altreconomia 261 — Luglio/Agosto 2023

Un’ulteriore complicazione del dibattito sul cambiamento climatico è che anche gli scienziati sono esseri umani. Quindi non sono perfetti, fanno i loro errori, hanno le loro ingenuità, le loro debolezze. Il meccanismo della peer review (la “revisione dei pari”) di cui sono dotate le riviste scientifiche riesce a intercettare la gran parte degli sbagli. Ma qualcosa sfugge, in particolare su testate meno prestigiose o su quelle non specialistiche sui temi del clima.

Ogni tanto mi segnalano articoli scientifici pieni di errori, pubblicati su riviste mai sentite e che fanno la felicità dei negazionisti climatici. Propagandati come la prova del disvelamento del complotto mondiale sul clima. “Tutti negazionisti anche questi?”, mi ha scritto chi mi ha indicato l’ultimo, pubblicato su Health Physics (rivista che si occupa di radioprotezione) e che contestava persino la responsabilità umana sull’aumento della CO2 atmosferica. Il bello del web è che permette di trovare facilmente anche le successive stroncature, scritte da studiosi del settore. La scienza ha anche modi per correggersi, basta un poco di pazienza e la volontà di capire.

Un esempio dell’ingenuità degli scienziati è uno studio che è stato sventolato da Belpietro e dai giornali di destra per dimostrare che le recenti alluvioni in Romagna non sono in alcun modo collegate al cambiamento climatico. Si tratta di uno studio preliminare (pubblicato solo online) che ha usato una metodologia rapida e semplificata, inadatta al contesto: non ha rilevato una connessione statistica tra cambiamento climatico e le precipitazioni estreme in una parte dell’Emilia-Romagna, ma non ha certo dimostrato che questo legame non esista. Su Climalteranti abbiamo spiegato il perché e diversi autori hanno detto che il loro studio non dimostrava l’assenza di questo legame. Ma se il titolo scelto è “Un ruolo netto limitato per il cambiamento climatico nelle abbondanti precipitazioni primaverili in Emilia-Romagna” risulta poi difficile spiegare che la faccenda è più complessa: la strumentalizzazione è anche (in parte) responsabilità di chi ha scelto quel titolo.

Poi ci sono le debolezze. E gli esseri umani ne hanno una, inesorabile: quella dell’invecchiamento, che porta a perdere lucidità e a sentirsi insoddisfatti, a voler cercare un po’ di protagonismo. Solo così riesco a spiegarmi la quantità di sciocchezze che va dicendo Franco Prodi. Se non fosse il fratello di un ex presidente del Consiglio di centrosinistra, nessuno lo conoscerebbe e lo presenterebbe come un esperto di cambiamenti climatici. Il suo curriculum, le sue pubblicazioni scientifiche non lo giustificano: si è occupato di temi marginali alla scienza del clima, per lo più microfisica delle nubi. Non ha un solo articolo scientifico sulle cause o le proiezioni del cambiamento climatico.

Franco Prodi, fisico dell’atmosfera, ha 82 anni ed è stato promosso dalla destra a massimo esperto sul cambiamento climatico sebbene non se ne sia mai occupato

In Italia ci sono decine di studiosi che lo precederebbero in una selezione in questo ambito. Alcuni con metà dei suoi anni, con molte pubblicazioni in campo climatologico, anche su riviste prestigiose. Invece televisioni e giornali del centrodestra si contendono l’ottantaduenne Franco Prodi e lui ha deciso di non tirarsi indietro: “Io sono l’esperto, l’unico autorizzato, con le credenziali […] parlo solo con chi ha le mie credenziali […] il cambiamento climatico dipende dal sole, dall’astronomia, dall’effetto gravitazionale degli altri pianeti”, ha pontificato a L’aria che tira il 21 maggio. Ormai il beniamino di negazionisti e inattivisti, è diventato un luminare, promosso sui teleschermi a massimo esperto. Se si fosse chiamato Franco Almirante non avrebbe funzionato, ma con quel nome è un facile appiglio per la destra che non vuole vergognarsi per quanto poco sta facendo contro il cambiamento climatico. Non è facile neppure saper invecchiare.

Stefano Caserini è docente di Mitigazione dei cambiamenti climatici al Politecnico di Milano. Il suo ultimo libro è “Sex and the Climate” (peoplepub, 2022)

© riproduzione riservata

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Altreconomia per non perderti le nostre inchieste, le novità editoriali e gli eventi.


© 2024 Altra Economia soc. coop. impresa sociale Tutti i diritti riservati