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Morti infantili: gli obiettivi di sviluppo e le disparità nei singoli Paesi

© Debby Hudson - Unsplash

Nel 1950 morivano prima dei 5 anni 19,6 milioni di bambini. Nel 2017 5,4 milioni. La vera sfida è a livello subnazionale. La rubrica di Luigi Montagnini, medico senza frontiere

Tratto da Altreconomia 223 — Febbraio 2020

Un articolo scientifico, pubblicato lo scorso mese di ottobre da Nature, dimostra come possa verificarsi la disomogeneità nella qualità delle cure non solo tra diverse Nazioni ma anche all’interno di uno stesso Paese. Si intitola “Mapping 123 million neonatal, infant and child deaths between 2000 and 2017” ed è stato redatto da 559 autori attraverso una imponente raccolta di dati. Il numero esaminato è il tasso di mortalità dei bambini di età inferiore a cinque anni (U5MR, Under 5 mortality rate), un numero che esprime quanti bambini sotto i cinque anni muoiono ogni 1.000 nati vivi.

Rappresenta da tempo un parametro molto affidabile della qualità generale di un sistema sanitario e può essere opportunamente utilizzato per paragonare realtà diverse tra di loro e per monitorare l’efficacia di interventi clinici e organizzativi. È infatti facile immaginare che siano i bambini più piccoli quelli più sensibili agli effetti deleteri di infezioni e malnutrizio

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