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L’usura rappresenta ancora una minaccia

La firma della "Carta della Legalità" © Prefettura di Potenza

L’allarme lanciato dalle istituzioni in occasione della pandemia da Covid-19 è rimasto inascoltato. E il numero di vittime che denunciano resta basso. La rubrica di Pierpalo Romani

Tratto da Altreconomia 264 — Novembre 2023

La memoria è un vizio per gli italiani. Lo sostiene da tempo l’ex magistrato Gherardo Colombo, oggi scrittore e formatore di tantissimi giovani sulla cultura della responsabilità e della cittadinanza attiva. Questa frase torna alla mente pensando alla pandemia da Covid-19 e, soprattutto, al periodo successivo. Tre anni fa, quando il virus ci costrinse a restare a casa e alla chiusura di diverse attività commerciali e produttive, da parte del mondo della magistratura, delle forze di polizia e della Banca d’Italia si levò un grido di allarme: attenzione all’usura e al rischio che questo fenomeno si espanda enormemente, in particolare per mano mafiosa. Passato il Covid-19 abbiamo dimenticato tutto. Non siamo diventati migliori di prima, come si sperava; quando è andata bene siamo tornati al pre-pandemia.

Eppure, parlando di usura, non passa settimana senza che emergano inchieste, arresti e processi in cui questo fenomeno (collegato alle mafie, al gioco d’azzardo e al riciclaggio di denaro di provenienza illecita) non faccia cronaca. Le vittime sono singole persone, famiglie e imprese, in particolare quelle piccole. Un fiume di denaro che scorre in un mondo bancario illegale e sommerso, parallelo a quello ufficiale, dove i tassi di interesse applicati sono altissimi, dove non girano solo soldi ma anche quote societarie.

Le società, con la complicità di liberi professionisti, passano nelle mani dei criminali senza che si spari un solo colpo d’arma da fuoco. In questo modo le mafie penetrano nell’economia legale alterando il principio della libera concorrenza. Secondo uno studio della Cgia di Mestre (l’Associazione di artigiani e piccole imprese) nel 2022 erano “146 mila le imprese italiane concretamente a rischio. Attività che danno lavoro a circa 500mila addetti”. Il fatturato stimato dell’usura è di diversi milioni di euro.

A fronte di questi dati drammatici, leggendo l’ultima relazione del Commissario straordinario del governo per le attività antiracket e antiusura si resta colpiti dal constatare che nel 2022 sono state 134 le richieste di mutuo supportate da denuncia e che nei confronti delle vittime sono stati stanziati più di 2,2 milioni di euro. Insomma, se il rischio usura si allarga, il numero delle denunce non fa altrettanto.

Secondo le stime dalla Cgia di Mestre sono 146mila le imprese italiane concretamente a rischio usura, attività che attualmente danno lavoro a circa 500mila addetti

Molti pagano, subiscono vessazioni e violenze continue ma non si rivolgono alle forze di polizia. Non solo per paura ma anche perché, nonostante la pericolosità, per molte vittime gli usurai sono dei benefattori. In particolare, quando le banche non concedono un fido. Per contribuire a stimolare le persone e le imprese a denunciare, lo scorso ottobre a Potenza, alla presenza del Commissario di governo Maria Grazia Nicolò, è stata sottoscritta la “Carta della legalità” da parte del presidente dell’amministrazione provinciale, Christian Giordano, dai sindaci di 34 Comuni del potentino e dal presidente della fondazione nazionale antiusura “Interesse Uomo onlus”, don Marcello Cozzi.

La Carta prevede una serie di impegni comuni, tra i quali: la costituzione di parte civile degli amministratori nei processi di mafia in cui i reati di estorsione e di usura si configurano come “reati-fine”; la previsione di esonero dal pagamento dei tributi locali per gli operatori che decidono di eliminare le slot machines dai propri esercizi commerciali e per le vittime che hanno deciso di denunciare; la realizzazione di campagne di sensibilizzazione e informazione locali, coinvolgendo associazioni e settori produttivo-commerciali; l’inserimento, sui propri siti web, di link informativi; l’individuazione e la segnalazione, attraverso i servizi sociali, dei soggetti a rischio usura a causa sovraindebitamento alle associazioni e fondazioni registrate. Sarà interessante capire che effetti produrrà l’applicazione degli impegni assunti con la Carta.

Pierpaolo Romani è coordinatore nazionale di “Avviso Pubblico, enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie

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