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Parco Ecolandia: il fuoco non cancella la storia di un bene comune

Gli uffici del Parco dopo il rogo © Parco Ecolandia

L’8 aprile un incendio ha distrutto gli uffici del Parco a Nord di Reggio Calabria, autentico bene comune del territorio e casa dei diritti e della solidarietà, oltreché luogo didattico per le scuole anche sotto il profilo ambientale. Tonino Perna, tra le sue anime, spiega perché le fiamme segnano un “nuovo inizio”

È incredibile la quantità di mail, messaggi, telefonate che stanno arrivando alla squadra che gestisce il Parco Ecolandia, a Nord di Reggio Calabria. Tutti a chiedere “che cosa possiamo fare?”, “come possiamo renderci utili?”, “contate su di noi”, singole persone e rappresentanti di più di un centinaio di associazioni. Per sabato 13 aprile abbiamo indetto una manifestazione dentro Ecolandia, sotto i cipressi, a qualche decina di metri dagli uffici amministrativi che, come fosse stata sganciata una bomba, sono stati totalmente cancellati da un violento incendio, non solo con i beni, ma soprattutto con le memorie che contenevano più di dieci anni di lavoro.

In un tempo in cui sembra prevalere scetticismo e rassegnazione questa reazione ci fa capire che Ecolandia è divenuta negli anni quello che si definisce nelle scienze sociali come un “bene comune”. Vale a dire un bene non solo frutto dalla collettività, ma anche vissuto come una parte della propria identità. Il fatto che la solidarietà non si sia fermata ai soli cittadini reggini, ma sia arrivata da tante parti d’Italia ci fa capire che questo Parco rappresenta un simbolo per tutti coloro che amano la natura, che credono in un altro modello di società, che in Ecolandia hanno potuto ammirare le meraviglie dello Stretto, vivere delle serate indimenticabili nell’anfiteatro, percorrere le tappe dell’enciclica di papa Franceso, Laudato si’.

All’ingresso del Parco Ecolandia, quando è stato inaugurato, un giovane scout ha voluto scrivere su una tavola arcobaleno “è vietato calpestare i sogni”. E la realizzazione di questo parco tematico è stato un sogno che è partito nel lontano 1998. Chi scrive, in qualità di presidente del Centro regionale di intervento per la cooperazione (Cric), una Ong molto attiva in quegli anni, ideò e coordinò il progetto, che vinse una gara all’interno del programma Urban dell’Unione europea, promosso da Gianni Pensabene, allora assessore della giunta di Italo Falcomatà. In poco più di due anni il progetto fu realizzato, ma l’improvvisa scomparsa, nel 2001, del sindaco più amato dalla città ne impedì l’inaugurazione. Purtroppo, dal 2002 al 2012 Ecolandia rimase chiusa, per inspiegabili motivi, e venne vandalizzata come è prassi normale per tutti i beni pubblici che rimangono incustoditi. Dal 2014 si è insediato il Consorzio Ecolandia, composto da una decina di associazioni, cooperative e imprese eticamente orientate, che ha vinto il bando comunale. Il Consorzio ha dovuto indebitarsi pesantemente per ricostruire, risanare, rimettere in funzione tutto quello che era stato devastato. Grazie alla presenza di validi progettisti, di un team capace di idee innovative, ha vinto una decina di bandi europei con i quali ha potuto fare importanti investimenti e sperimentazioni in diversi campi: dalle energie rinnovabili, all’agricoltura sostenibile (a proposito è stata progettata una serra resiliente agli eventi estremi), al riuso dei copertoni dei camion e della polvere esausta degli estintori realizzando una pavimentazione che è stata brevettata, etc.). Tutto ciò è stato possibile anche grazie alla collaborazione con l’Università Mediterranea, con l’Unical, con il Polo Net, di cui Ecolandia è entrata a far parte, con il Consorzio interuniversitario per lo sviluppo sostenibile (Cirps).

Ecolandia è tante cose, ma una in particolare è quella che la rende vitale, diversa ogni anno, ogni mese, ogni giorno. Sono gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, che la visitano in gruppi guidati da operatori del Parco competenti e appassionati. È una gioia immensa vedere i bambini delle scuole elementari attraversare Ecolandia e ascoltare gli educatori, rispondendo a quella missione di didattica ambientale per cui è nato questo luogo. E poi ci sono le famiglie che nei giorni di festa hanno trovato uno spazio vivibile, godibile e non mercificato. E tutto questo non ci possiamo permettere di perderlo.

Eraclito diceva che il fuoco è l’arché, il principio da cui sono generate tutte le cose, grazie al fatto che attraverso rarefazione e condensazione si trasforma nei restanti tre elementi: aria, acqua e terra. Ora che il fuoco ha fatto la sua parte potremo assistere alla rigenerazione di tutte le cose da cui è composto il Parco Ecolandia. È un nuovo inizio nel ciclo inesauribile della vita.


La redazione di Altreconomia e la comunità di lettrici e lettori da tutta Italia è vicina a Tonino Perna e agli amici che animano il Parco Ecolandia. Sotto quei cipressi e in quelle strutture abbiamo avuto negli anni il piacere di approfondire il tema dei diritti umani, della tutela dell’ambiente, della lotta per un Paese giusto e solidale. Valori che il fuoco non può cancellare e che certo i soldi non si possono comprare. Soffiando via la cenere restano persone come voi, e come il caro Michele Luccisano di Calabria Solidale, tragicamente scomparso nelle scorse ore, a illuminare il nostro Paese.

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