Altre Economie / Opinioni
L’emergenza climatica è un fatto di giustizia
Il movimento del fair trade fa il punto in vista della Cop27 che si terrà in Egitto a novembre. Creato un fondo per sostenere i produttori più colpiti. La rubrica a cura di Equo Garantito
Dal 6 al 18 novembre si terrà a Sharm el-Sheikh, nota località del turismo di massa in Egitto, la ventisettesima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici per l’anno 2022, più comunemente denominata Cop27. Anche i più incalliti negazionisti della crisi climatica, a questo punto, dovrebbero essersi ormai messi l’animo in pace: il tema è reale, urgentissimo, prioritario. Il movimento internazionale del fair trade si sta sempre più impegnando in azioni di advocacy e in campagne per la promozione del tema della giustizia climatica. Come sempre, l’approccio proposto dal nostro movimento è molto concreto e basato sull’esperienza.
Un esempio è la campagna “Let’s do it Fair!” promossa dall’European fair trade association (Efta) che per il secondo anno sta lavorando sul tema della giustizia climatica dando voce ai partner nel Sud globale maggiormente colpiti dalla crisi. Per sostenere gli sforzi dei produttori, i membri di Efta (tra cui Altromercato, socio di Equo Garantito) hanno messo in comune risorse per creare un fondo per la giustizia climatica, che contribuirà a cofinanziare l’esecuzione di progetti climatici specifici (interventi di riforestazione, per il miglioramento nella gestione delle risorse idriche, sistemi per produrre energia pulita) attivati e gestiti direttamente dai partner.
Altro tema presente nell’agenda della Cop27 e più in generale nell’agenda del Segretariato delle Nazioni Unite per il cambiamento climatico (Unfcc) è la questione di genere. In tutti i Paesi i cambiamenti climatici hanno un impatto maggiore su quelle fasce di popolazione che dipendono maggiormente dalle risorse naturali per il proprio sostentamento e che sono maggiormente vulnerabili nei confronti degli eventi climatici estremi. In questo quadro la componente femminile è generalmente esposta a rischi maggiori e a maggiori oneri derivanti dagli impatti dei cambiamenti climatici in situazioni di povertà.
Un ulteriore aspetto critico riguarda le migrazioni: a livello globale, infatti, l’80% degli sfollati climatici sono donne. Se da un lato il divario di genere impedisce alla componente femminile di incidere sui processi decisionali e contribuire pienamente a definizione e attuazione delle politiche in materia di clima, dall’altro va evidenziato come le donne svolgano un ruolo cruciale nella risposta ai cambiamenti climatici, ad esempio nella gestione sostenibile delle risorse e nell’implementazione di pratiche sostenibili a livello familiare e comunitario. L’inclusione delle donne nei progetti sul clima, dicono gli esperti, si traduce sempre in un miglioramento dei risultati dei progetti stessi. Contemporaneamente nei progetti in cui non è presente una partecipazione significativa delle donne aumentano le disuguaglianze e cala l’efficacia.
Per approfondire il tema della parità di genere e dell’empowerment femminile nel fair trade segnaliamo la nuova mostra tematica realizzata dalle organizzazioni equosolidali del Veneto nell’ambito della legge regionale con il supporto di Equo Garantito dal titolo “Fair trade for future. Parità di genere e commercio equo e solidale”. La mostra, messa a disposizione dei soci di Equo Garantito, fornisce dati sul divario di genere nel mondo, incluso un approfondimento sull’impatto della crisi climatica sulle donne. Nella seconda parte vengono presentati progetti dove, grazie al commercio equo e solidale, si sono innescati processi di empowerment femminile e partecipazione: i produttori di caffè di Soppexcca in Nicaragua, le artigiane tessili di Creative Handicrafts in India e l’associazione di donne palestinesi Aowa.
Equo Garantito. Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale è l’associazione di categoria delle organizzazioni di Commercio Equo e Solidale italiane
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