Crisi climatica / Approfondimento
L’aumento dei Suv ostacola i progressi nella riduzione delle emissioni nei trasporti
Più di un’auto su quattro in circolazione oggi nel mondo è un Suv. Nel 2023 altri 30 milioni si sono aggiunti alla flotta mondiale, causando un aumento significativo di emissioni. Più pesanti e meno efficienti, consumano di più anche quando elettrici, ponendo inoltre questioni di sicurezza stradale. Aumentano le città che tentano di limitarli. I dati dell’Agenzia internazionale dell’energia
Più di un’auto su quattro in circolazione oggi nel mondo è un Suv, la maggior parte dei quali è dotata di motore a combustione. In particolare, solo nel 2023 circa 30 milioni di questo tipo di veicoli sono entrati a far parte della flotta mondiale: una cifra paragonabile al numero totale di auto elettriche oggi complessivamente in circolazione.
Il nuovo record è stato raggiunto nel 2023, rafforzando quella che l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) ha definito come la tendenza che caratterizza l’inizio del nuovo secolo: il passaggio a vetture sempre più grandi e pesanti.
Dal punto di vista della decarbonizzazione questo si è tradotto in un aumento del 20% delle emissioni globali di CO₂ legate all’energia per lo scorso anno, portando la flotta globale di queste vetture ad essere il quinto più grande emettitore al mondo superando le emissioni del Giappone e di diverse altre grandi economie.
La Iea riporta che nel corso del 2022 e del 2023, il consumo globale di petrolio direttamente legato ai Suv è aumentato di oltre 600mila barili al giorno, che rappresentano circa un quarto della crescita annua complessiva della domanda del combustibile.
Questa preferenza interessa in particolar modo i Paesi più ricchi, ma si sta estendendo anche alle economie emergenti. Per la Iea sono diverse le ragioni che spingono verso questa scelta, da quelle più legate al maggiore comfort dato dalle grandi dimensioni alle strategie di marketing delle principali case automobilistiche. Ma la crescente richiesta di auto più pesanti ha annullato i progressi ottenuti dalla riduzione del consumo energetico e delle emissioni raggiunti negli ultimi decenni nel settore automobilistico. I Suv pesano infatti tra i 200 e i 300 chilogrammi in più rispetto a un’auto media e in genere occupano quasi 0,3 metri quadrati di spazio in più. E i nuovi modelli stanno aumentando progressivamente le loro dimensioni.
Un recente report della Federazione europea dei trasporti e dell’ambiente, Transport & Environment (T&E), e dalla campagna Clean cities, ha evidenziato che le nuove auto messe in vendita nell’Unione europea si stiano allargando in media di un centimetro ogni due anni: nel 2018 la distanza media da una fiancata all’altra era di 177,8 centimetri, nel 2023 ha raggiunto i 180,3 centimetri.
Queste caratteristiche li rendono meno efficienti dal punto di vista dei consumi poiché richiedono più energia. In questo modo aumenta il consumo di petrolio ed elettricità quando sono in movimento. Una precedente analisi della Iea ha calcolato che tra il 2021 e il 2022 il consumo di petrolio delle auto convenzionali, esclusi i Suv, è rimasto pressoché invariato, mentre quello dei Suv è aumentato a livello globale di 500mila barili al giorno, un terzo della crescita totale della domanda di petrolio. In media, i Suv consumano circa il 20% in più di petrolio rispetto a un’auto media.
Sempre per quel che riguarda i consumi, anche il bisogno di maggiore elettricità per alimentare le versioni elettriche rappresenta un problema. I Suv elettrici richiedono un maggiore utilizzo delle materie prime critiche necessarie per la produzione di batterie, che per questi veicoli sono più grandi, e inoltre, sono maggiori anche le emissioni indirette derivanti dalla produzione dei materiali utilizzati per la loro fabbricazione.
Per questo motivo, una maggiore diffusione di questi grandi veicoli (anche nella loro versione elettrica) rappresenterebbe un problema per le strategie di riduzione di emissioni del trasporto su strada.
Prendendo in considerazione un ciclo di vita di 15 anni, un tipico Suv con motore a benzina, guidato per 42 chilometri al giorno, è responsabile di emissioni pari a 81,8 tonnellate di CO₂-equivalente. Un modello elettrico le riduce del 65% portandole a 28 tonnellate, ma un veicolo di piccole dimensioni, come la Fiat 500 o la Kia Rio, a circa 16.
I dati della Iea indicano che nel 2023 sarebbero stati più di 360 milioni i Suv nel mondo. E, sebbene attualmente solo il 5% di quelli in circolazione sia elettrico, la loro quota di vendite sta aumentando. Hanno raggiunto oltre il 55% delle nuove immatricolazioni di auto elettriche nel 2023 e le case automobilistiche prevedono di introdurre un maggior numero di modelli elettrici nel prossimo futuro. Ma già lo scorso anno, dei 500 modelli di auto elettriche disponibili in tutto il mondo il 60% rientrava nella categoria dei Suv.
L’analisi Iea solleva anche le criticità legate alla sicurezza dei pedoni nelle città, perché la maggiore altezza di questi veicoli riduce la visuale frontale del guidatore, oltre ad aumentare anche lo spazio occupato sulla strada, nei centri urbani, nei parcheggi. Proprio per contrastare questa crescente richiesta di auto più pesanti, Paesi come la Francia, la Norvegia e l'Irlanda hanno istituito e stanno studiando leggi per contenere la domanda di Suv. Grandi città come Parigi e Lione stanno introducendo tariffe di parcheggio più elevate, destinate solo a queste categorie di veicoli. Recentemente, invece, Edimburgo, Amsterdam e Sydney hanno vietato la pubblicità delle aziende fossili o dei settori responsabili di elevate emissioni, come quello delle grandi automobili (e quindi i Suv), ma quello aereo o navale.
Per l’Agenzia nella transizione verso veicoli elettrici saranno essenziali “anche misure come il ridimensionamento dei pacchi batteria, l'adeguamento degli standard di efficienza del carburante in base alle dimensioni dell'auto e l'investimento in tecnologie innovative per le batterie, con prestazioni e durata maggiori, oltre a una minore richiesta di materiali”.
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