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Economia / Approfondimento

L’industria europea punta su auto elettriche grandi e costose. Frenando la transizione

© Michael Fousert, unspalsh

Nel 2023 solo il 17% delle vetture vendute in Europa erano compatte ed economiche. I marchi dell’automotive spingono modelli ingombranti e dal prezzo inaccessibile, scoraggiando così i consumatori. Lo studio di Transport&Environment, che chiede all’Ue di fissare target vincolanti per le flotte aziendali per accelerare l’elettrificazione

Le case automobilistiche puntano sulle auto elettriche costose e di grandi dimensioni, a scapito delle vetture più piccole ed economiche: una scelta che finisce con il rallentarne l’acquisto da parte dei consumatori europei e la diffusione nel mercato europeo. È la conclusione di uno studio pubblicato il 19 febbraio dalla Federazione europea dei trasporti e dell’ambiente, Transport&Environment (T&E) che ha analizzato i dati di vendita per il 2023.

Lo scorso anno solo il 17% delle auto elettriche vendute in Europa è costituito dai veicoli compatti e più economici (il cosiddetto “Segmento B”) mentre per i veicoli a combustione interna la quota è del 37%. In Italia la sproporzione è ancora maggiore: il 20% del venduto tra le e-car rientra in questo segmento mentre contro il 47% per le auto a benzina e diesel.

Tra il 2018 e il 2023, secondo i dati di T&E, sono stati lanciati sul mercato solo 40 modelli completamente elettrici nei segmenti compatti (A e B), rispetto ai 66 di grandi dimensioni e di lusso (D ed E) messi in commercio nello stesso periodo.

Il risultato è che in Europa nel 2023 il 28% delle vendite di vetture elettriche si colloca nel “Segmento D”, quello delle auto di grandi dimensioni, più costose (oltre che più ingombranti e pesanti) mentre per quelle a motore endotermico la quota di mercato è appena del 13%. “Il prezzo medio di un’auto elettrica a batteria dal 2015 a oggi è aumentato del 39%, con una crescita media di 18mila euro -si legge nello studio di T&E- mentre in Cina è diminuito del 53%. Ciò è dovuto principalmente al fatto che i produttori europei si concentrano in modo sproporzionato sulle auto di grandi dimensioni e sui Suv”.

Nei Paesi europei -dove è disponibile un solo modello dal costo inferiore ai 20mila euro, contro i 75 sul mercato cinese- il prezzo dei veicoli elettrici resta elevato anche nei segmenti “compatti”: 34mila euro per le city car e le mini car del “Segmento A”, 37.200 euro per un’utilitaria del “Segmento B” e oltre 48mila per una vettura del C. “Questi prezzi elevati fanno sì che i veicoli elettrici non siano competitivi per i consumatori europei attenti ai costi, dal momento che ci sono molti modelli con motore a combustione interno dal prezzo inferiore ai 20mila euro”, si legge nello studio

“Le case automobilistiche europee stanno frenando l’adozione dei veicoli elettrici da parte dei consumatori perché non immettono sul mercato modelli economicamente accessibili nei tempi e con le quantità necessari -ha commentato Andrea Boraschi, direttore dell’ufficio italiano di T&E-. La concentrazione sproporzionata dei produttori sui grandi Suv e sui modelli premium significa che abbiamo troppe poche auto di massa e prezzi troppo alti”.

Eppure, nonostante la scarsità di modelli economicamente accessibili, la quota di mercato delle auto elettriche ha raggiunto il 14,6% nel 2023, in crescita del 2,5% rispetto all’anno precedente. E il risultato avrebbe potuto essere ancora più significativo (il 22%) se il settore delle auto aziendali, che in molti Paesi rappresenta la maggior parte delle vendite di auto nuove, fosse all’avanguardia nell’elettrificazione.

La tassazione, scrive T&E nello studio, svolge un ruolo importante nell’incentivare la diffusione delle auto a zero emissioni, ma in Paesi come la Germania le case automobilistiche si sono opposte a una riforma fiscale per le auto aziendale che aumenterebbe la pressione sui modelli benzina e diesel. Per accelerare l’elettrificazione dei trasporti su strada in Europa, dunque, sarà fondamentale anche la definizione di obiettivi vincolanti: per questo motivo la federazione chiede all’Unione europea “di fissare un obiettivo per le flotte aziendali del 100% di nuove auto puramente elettriche al più tardi entro il 2030”.

Il perché di questa proposta è facilmente comprensibile: una volta conclusa la propria “vita” all’interno delle flotte aziendali, i veicoli elettrici ritornano in circolazione sul mercato dell’usato a prezzi più facilmente accessibili ai consumatori. “Sono il candidato perfetto per accelerare l’elettrificazione -sottolinea Boraschi-. Sono già fortemente sovvenzionate grazie agli sgravi fiscali e le aziende hanno spesso la forza finanziaria per investire nei veicoli elettrici. Ecco perché l’Unione europea deve presentare una legge che copra un’ampia porzione del mercato delle corporate fleets, orientando i giganti del leasing e le aziende con grandi flotte di auto”.

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