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IT.A.CÀ fa tappa a Bologna: tra itinerari accessibili e “nonturismo”
Quattro itinerari multisensoriali accessibili anche alle persone con disabilità e una guida scritta dagli abitanti per andare alla scoperta dei luoghi non patinati della città sono le principali novità della tappa emiliana del festival del turismo responsabile che si apre il 16 settembre
“Inclusività” è una delle parole chiave della tappa bolognese del festival di turismo responsabile IT.A.CÀ Migranti e viaggiatori che si apre venerdì 16 settembre nel capoluogo emiliano. “Insieme alle realtà e alle associazioni del nostro territorio e a quelle istituzioni che hanno scelto di valorizzarci, abbiamo finalmente potuto creare un calendario di eventi e attività pensato appositamente per essere fruito da tutti, persone con disabilità di tipo motorio, cognitivo e/o visivo -spiega Simona Zedda, responsabile programmazione della tappa-. Questo ci rende molto orgogliosi perché l’inclusività e l’accessibilità di un evento o di un percorso significano rispetto per le persone tutte, e il rispetto è alla base del senso di turismo sostenibile che IT.A.CÀ si impegna a diffondere da sempre”.
Il progetto “Sense of Place” è frutto della co-creazione tra le associazioni e le persone cieche e ipovedenti (che saranno anche le guide) ed è composto da quattro itinerari multisensoriali da vivere in città e sull’Appennino, realizzati seguendo i principi del Design for all, metodologia che prevede la realizzazione di ambienti accessibili a tutte le categorie di persone e il coinvolgimento delle persone con disabilità in fase di progettazione. I quattro itinerari porteranno i partecipanti a contatto con modi diversi di vivere un luogo, non solo attraverso la vista, ma anche con l’udito, il tatto, l’olfatto e il gusto. Sviluppando e affinando la capacità di cogliere un ambiente con tutti i nostri sensi, la percezione di un luogo diventa a tutti gli effetti realmente immersiva.
Si parte con Migrantour (24 settembre) dove l’identità del capoluogo emiliano sarà vissuta attraverso il racconto dei bolognesi di origine straniera, rielaborato come esperienza multisensoriale accompagnata dalle persone cieche e ipovedenti. Il secondo appuntamento è previsto per sabato 8 ottobre tra Bologna e Casalecchio di Reno, un itinerario in bici accessibile anche alle persone con disabilità visiva grazie alle attrezzature specializzate di Slow Emotion. Domenica 9 ottobre si terrà a Castelluccio il terzo itinerario, per ripercorrere la cultura contadina dell’Appennino, assaporando i colori dell’autunno, immersi nei profumi e nel silenzio del bosco. Il quarto ed ultimo percorso si terrà domenica 16 ottobre, a San Benedetto Val di Sambro: un’immersione nella natura sui sentieri fuori dalla Via degli Dei, vissuti con tutti i sensi. Ad accompagnare i percorsi, ci saranno anche le mappe tattili, e saranno create le mappe dei luoghi più significativi dei percorsi con le loro descrizioni audio.
Un secondo progetto che verrà presentato durante la tappa bolognese del festival (l’appuntamento è per il 30 settembre alle Serre dei Giardini Margherita) riguarda la prima guida “nonturistica” della città dal titolo “Deviazioni inedite raccontate dagli abitanti” (Ediciclo edizioni). “Ci sono luoghi di Bologna che ancora resistono all’estetica del turismo: non sono fotogenici, non sono decorosi, non espongono il bollino Unesco e non vendono tortellini a 35 euro al chilo. Eppure, proprio in quanto fanno resistenza, esprimono al meglio il genius loci della città, la sua attitudine ribelle -spiega il curatore Wu Ming 2-. Luoghi dove crescono piante inattese, dove la cultura cambia l’uso degli spazi, dove si può abitare anche senza dimora, dove la notte è di tutti e tutte”.
La guida accompagna chi viaggia alla scoperta della città attraverso luoghi e punti di vista di chi la abita. Il progetto è stato curato da Sineglossa (in collaborazione con tre associazioni bolognesi: Yoda, Kilowatt, Piazza Grande e Tatanka) che ha riunito tre diverse “redazioni di comunità” attorno al tema centrale della resistenza. Ciascuna redazione lo ha declinato in base alla propria sensibilità: la resistenza della biodiversità nei sentieri periferici; la resistenza dell’abitare dei senza dimora; la resistenza dei piccoli centri culturali. Nei giorni 1 e 2 ottobre, abitanti e nonturisti potranno scegliere quali visitare partecipando alle passeggiate organizzate ad hoc e incontrando le diverse realtà locali che rendono questi spazi resistenti.
Partito l’ultimo fine settimana di maggio da Roccaporena di Cascia, piccolo comune all’interno del Casciano in provincia di Perugia a 700 metri sul livello del mare, il festival IT.A.CÀ andrà avanti fino a novembre con una serie di iniziative ed eventi legati al tema “Habitat-Abitare il futuro” che le 24 tappe hanno organizzato per raccontare alle comunità e ai viaggiatori i loro territori. All’interno di questo ricchissimo programma, la tappa bolognese e dell’Appennino di IT.A.CÀ -dove il festival è nato, 14 anni fa- occupa un posto speciale. L’appuntamento di apertura è in programma venerdì 16 settembre alle ore 9.30 con l’incontro-seminario dedicato all’innovazione culturale e il suo ruolo nel generare un sano habitat per il nostro futuro, dal titolo “Abitare il futuro. Innovazione culturale e habitat” che si terrà presso la Sala Borsa in Piazza Nettuno. “Vivere e viaggiare responsabilmente significa abitare il Pianeta come un bene comune di cui prendersi cura, creando alleanze tra tutti i soggetti, umani e non, che ne fanno parte”, commenta Pierluigi Musarò, direttore del festiva IT.A.CÀ.
Dal venerdì alla domenica a partire dal 16 settembre e fino al 16 ottobre, a Bologna (nei quartieri Santo Stefano, San Donato, San Vitale, Porto, Saragozza, Navile, Bolognina, Savena, Pilastro) e fuori città (Casalecchio di Reno, Monte San Pietro, San Benedetto Val di Sambro, Castel D’Aiano, Castelluccio) IT.A.CÀ regalerà ai visitatori, cittadini, viaggiatori un calendario di iniziative coinvolgenti e uniche: dalle performance di danza e forest bathing nei parchi del Pilastro ai trekking nel sentiero degli Dei attraverso piccoli borghi storici e degustazioni di prodotti tipici; dai concerti di musica con aperitivi sociali proposti dai Quartieri bolognesi ai trekking interstellari sul Sentiero dei Pianeti a Monte San Pietro; dai laboratori teatrali di maschere alle parate con danze libere e cori, dove “l’arte e la natura si riprendono la città”; dai bike tour tra il Reno e il Panaro alle installazioni artistiche di Guy Lindster, passando per un extra IT.A.CÀ che propone un “trekking dell’altro mondo”.
Il programma completo del festival, di cui Altreconomia è media partner, è disponibile online.
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