Eni sta diventando sempre più brava nel gettare fumo negli occhi quando si tratta di parlare delle sue strategie di decarbonizzazione? Sembrerebbe proprio di sì, a giudicare da quanto emerge dai documenti ufficiali e dall’ultima presentazione del Capital markets update 2024 dello scorso metà marzo, analizzati da Greenpeace Italia, ReCommon e dalla rete internazionale Reclaim finance.
La società, partecipata al 30% dallo Stato italiano, è una delle multinazionali fossili più potenti del Pianeta; e quindi non esattamente “amica del clima”. Nel 2022 si è posizionata nella top20 a livello mondiale delle compagnie oil&gas per produzione attuale, per esplorazione e nuova produzione di petrolio e gas. Mentre per quanto riguarda lo sviluppo di terminali di esportazione del gas naturale liquefatto (Gnl) si colloca solo qualche gradino più in basso, al 26esimo posto.
Ciò nonostante, nel 2020 si è impegnata a centrare entro il 2050 in tutte le sue attività l’obiettivo
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