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Crisi climatica / Approfondimento

La bolla di Eni per “catturare il carbonio”. Da Liverpool a Ravenna

Il Douglas Complex è un sistema di tre piattaforme estrattive situato nel mare d’Irlanda, 24 chilometri al largo della costa del Galles settentrionale © Jane Turner

Il governo britannico sosterrà con fondi pubblici il progetto della multinazionale per lo stoccaggio della CO2 nei giacimenti sottomarini quasi esausti davanti alla città. Ma attivisti e politici locali mostrano i limiti dell’iniziativa, che tocca anche l’Italia

Tratto da Altreconomia 268 — Marzo 2024

Il governo britannico sosterrà con fondi pubblici il progetto di cattura e stoccaggio del carbonio (Carbon capture and storage, Ccs) che Eni intende realizzare al largo delle coste di Liverpool. A ottobre 2023 la notizia ha avuto un forte risalto sui media economici di entrambi i Paesi. Nelle dichiarazioni dell’azienda italiana, l’opera -denominata HyNet North West- consentirà di trasformare uno dei distretti più energivori del Regno Unito nel primo cluster industriale a basse emissioni di anidride carbonica del mondo.

In particolare il progetto fornirà un importante apporto al processo di decarbonizzazione del Paese, contribuendo per il 100% ai dieci milioni di tonnellate all’anno di capacità di stoccaggio di CO2 e per l’80% ai cinque GigaWatt di idrogeno a basse emissioni di carbonio, fissati dal governo come obiettivo al 2030. Gli ormai quasi esauriti giacimenti di petrolio e gas nel mare al largo di Liverpool, tra i principali responsabili della crisi climatica, divente

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