Soldi dall’Ue per i “progetti fossili” di Eni e Snam: la transizione ingiusta

di Elena Gerebizza e Filippo Taglieri — 1 Febbraio 2024

Il “South H2 Corridor” dovrebbe collegare l’Algeria e i Paesi del Nord Africa con l’Austria e la Germania, garantendo così l’importazione di oltre quattro milioni di tonnellate di idrogeno dalla sponda meridionale del Mediterraneo © stock.adobe.com

Due infrastrutture proposte dalle aziende italiane, il “South H2 Corridor” e “Callisto”, per il trasporto e lo stoccaggio della CO2, sono state inserite tra i progetti di interesse comune che possono accedere a finanziamenti comunitari

Tratto da Altreconomia 267 — Febbraio 2024

Lo scorso 28 novembre è stata pubblicata la nuova lista dei Progetti di interesse comune (Pci) e di mutuo interesse (Pmi) della Commissione europea. Purtroppo non ci sono buone notizie all’orizzonte: Bruxelles ha confermato la propria strategia sulla sicurezza energetica, fatta di grossi progetti transfrontalieri e poca resilienza dei sistemi energetici. Senza nessuno che ridisegni la distribuzione di elettricità e idrogeno in forma decentralizzata. La lista, che ha cadenza biennale, comprende 166 progetti transfrontalieri e strategici per il futuro dell’Unione europea. Rientrarvi permette di accedere a finanziamenti a fondo perduto messi a disposizione tramite la Connecting europe facility (Cef): un totale di 5,84 miliardi di euro per il periodo 2021-2027.

Il nuovo elenco avrebbe dovuto escludere nuovi gasdotti e infrastrutture dedicate ai combustibili fossili, invece l’Ue ha deciso di mantenere l’eccezione per due progetti definiti strategici: l’Eastmed (che colle