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Che cosa può insegnare il fair trade nella lotta al cambiamento climatico

Un gruppo di produttori di riso indonesiani che aderiscono a Sunria © Sunria

Dal packaging sostenibile alle produzioni agricole a basso impatto sono tante le pratiche virtuose da imitare. La rubrica a cura di Equo Garantito

Tratto da Altreconomia 264 — Novembre 2023

“La nostra casa è in fiamme”. Lo dicono da tempo Greta Thunberg e il movimento internazionale delle giovani e dei giovani attivisti per il clima. È necessario agire ora, con urgenza, mettendo in cima alle agende dei governi interventi per ridurre le emissioni climalteranti e contenere l’aumento delle temperature.

Il movimento del commercio equo e solidale da tempo ha posto la massima attenzione sulla crisi climatica e sulle azioni necessarie per contrastarla. Le produttrici e i produttori del Sud globale, infatti, sono stati tra i primi a essere colpiti dagli eventi estremi e dall’imprevedibilità degli schemi climatici che hanno avuto effetti diretti e devastanti sulle colture. Il decimo principio della Carta internazionale dei criteri della World fair trade organization (l’Organizzazione mondiale del commercio equo e solidale, Wfto) sancisce infatti che tutte le organizzazioni del fair trade debbano, tra le altre cose, impegnarsi anche in azioni per il clima e per l’ambiente.

Nella costruzione di un sistema economico globale diverso, più sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale, il commercio equo e solidale e le organizzazioni che lo animano hanno molto da insegnare. Dai packaging sostenibili (riciclabili e compostabili) fino ai progetti di riforestazione sostenuti dalle organizzazioni, sono tante le esperienze virtuose che possiamo sostenere con i nostri consumi e acquisti.

Un esempio tra i molti è rappresentato dall’impresa sociale Sunria, che in Indonesia promuove un’agricoltura sostenibile producendo l’ottimo riso importato in Italia da LiberoMondo, socio piemontese di Equo Garantito.

Sunria ha introdotto per la sua rete di piccoli coltivatori un metodo innovativo: il system of rice intensification (Sri), che non prevede l’inondazione delle risaie con conseguente risparmio idrico e una riduzione delle emissioni di metano, un potente gas climalterante.Un cambiamento importante se si pensa che la coltivazione tradizionale del riso è oggi responsabile, a livello globale, del 5% delle emissioni di questo gas.

Intervistata da Altreconomia, la fondatrice di Sunria, l’imprenditrice sociale Emily Sutanto, ha spiegato che “il metodo di coltivazione Sri aumenta la resa, perché le piante hanno radici più lunghe e più forti; quindi riescono a raccogliere più nutrienti e così anche il nostro riso è migliore. Il suolo che non viene sommerso periodicamente dall’acqua, infatti, conserva intatta la propria biodiversità”.

Il commercio equo e solidale impatta positivamente sull’ambiente, fornendo alternative concrete capaci di promuovere giustizia climatica. Globalmente, infatti, sono proprio le comunità che meno hanno contribuito a provocare la crisi climatica quelle che più ne stanno subendo le conseguenze.

Infine, non possiamo non ricordare che il 30 novembre a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, avranno inizio i negoziati della 28ma Conferenza delle parti (Cop) delle Nazioni Unite sul clima. I temi di discussione sono cruciali: si parlerà di innovazione, transizione e tecnologia, uguaglianza, salute, giovani ed educazione. Siamo scettici rispetto alla sede scelta (uno dei principali Paesi produttori di petrolio) e su quella di nominare come presidente della Cop Sultan Ahmed Al Jaber, un dirigente della compagnia petrolifera nazionale. L’invito è di continuare ad alimentare il nostro attivismo, dando voce alle produttrici e ai produttori del commercio equo e solidale e alle loro pratiche di vera sostenibilità.

Equo Garantito. Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale è l’associazione di categoria delle organizzazioni di Commercio Equo e Solidale italiane

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