Altre Economie / Attualità
Turismo lento, solidarietà e rilancio dei territori. Il progetto TWIN al passo della Cisa è realtà
È stata inaugurata la prima Capanna TWIN, un moderno bivacco a servizio del turismo lento realizzata lungo il Sentiero Italia CAI e la Via Francigena dal Politecnico di Milano e dal CAI. Obiettivo del progetto: promuovere l’accoglienza di pellegrini e viaggiatori per creare sviluppo sostenibile, lavoro e inclusione sociale
Il passo della Cisa, a 1.041 metri sul livello del mare, è il crocevia tra due grandi arterie del turismo “lento” che attraversano l’Italia: la Via Francigena e il Sentiero Italia del CAI. Un luogo attraversato ogni anno da centinaia di camminatori, pellegrini, ciclisti, amanti del trekking. Qui, sabato 31 luglio, è stata inaugurata la prima Capanna TWIN, una struttura di accoglienza a servizio del turismo realizzata dal Politecnico di Milano e dal Club Alpino Italiano nell’ambito del progetto TWIN – Trekking walking and cycling for inclusion.
“Abbiamo voluto mettere in pratica una certa idea di turismo lento, che ci accompagna da anni, con l’esperienza di VENTO, che non deve essere semplicemente una bella copia del turismo di massa -spiega Paolo Pileri, professore di Pianificazione e progettazione urbanistica al Politecnico di Milano-. Vogliamo provare a dimostrare che attraverso il turismo lento è possibile generare occupazione e occasioni di riscatto sociale nelle aree più fragili del Paese”. Il progetto è nato dall’osservazione del territorio e dalla carenza di strutture di accoglienza rivolte ai turisti “lenti” (camminanti e pedalanti) che ogni anno calcano la Francigena e il Sentiero Italia, oltre ai molti itinerari che attraversano il nostro Paese sulle orme di santi, abati, lungo antiche strade e alte vie: “Ci siamo chiesti, ‘In che modo fare l’accoglienza dei pellegrini?’. Abbiamo deciso che il modo migliore per farlo era quello di calarsi nello spirito del viaggio lento”, sottolinea Pileri.
La risposta è la “Capanna TWIN”, un moderno bivacco di montagna realizzato con il legname di recupero delle foreste abbattute dalla foresta Vaia dell’ottobre 2018, lavorato presso la falegnameria della casa circondariale di Monza. La struttura, dotata anche di un piccolo bagno, può ospitare comodamente quattro persone e, in caso di necessità, il tavolo e le panche possono essere adattati per aggiungere altri due posti letto. La gestione della capanna e delle prenotazioni è stata affidata alla Cooperativa di comunità del “Berceto Nuova” dell’omonimo Comune che, grazie a questo progetto, avvierà al lavoro persone fragili. La scelta dell’acronimo “TWIN” sottolinea quindi l’inedito gemellaggio tra il turismo lento itinerante e l’inclusione sociale, tra infrastrutture leggere (ciclabili e cammini) e rigenerazione urbana e territoriale, tra riscatto delle aree interne e nuove possibilità di sviluppo.
“Sin dall’inizio, il Sentiero Italia ha avuto tra i suoi obiettivi l’aiuto concreto alle economie della montagna -spiega Antonio Montani, vicepresidente generale del CAI e responsabile del Sentiero-, aiuto che non può che passare attraverso progetti di coesione sociale come appunto TWIN. L’infrastrutturazione leggera, che comprende l’andare a riconoscere i sentieri percorribili senza intervenire massivamente sugli stessi, e realizzare punti di accoglienza laddove non ci sono, secondo i criteri utilizzati nel progetto TWIN, è in linea con la filosofia del CAI”.
TWIN è un progetto di ricerca vincitore del Polisocial Award 2019, sviluppato in partenariato con CAI, Associazione Europea Vie Francigene, Federazione Ciclistica Italiana e Consorzio Oscar Romero.
Obiettivo del progetto è quello di innescare un processo virtuoso in cui la promozione del turismo lento e sostenibile e l’accoglienza dei viaggiatori rappresentano il volano con cui promuovere sviluppo economico per territori a rischio spopolamento, inclusione sociale per i lavoratori più fragili e il recupero di spazi sottoutilizzati, infrastrutture e servizi. “La Capanna può essere appoggiata direttamente sul terreno -spiega ancora Pileri-. Mentre, dove ci sono strutture abbandonate, penso ad esempio a un vecchio portico, si potrebbe intervenire per inserire la Capanna all’interno di quello spazio”.
Si punta a definire un modello replicabile per la rigenerazione dei territori marginali e fragili, che parta dal passo della Cisa e da qui possa poi interessare altri sentieri e itinerari turistici lungo tutta la penisola. L’idea è quella di collocare lungo i grandi cammini e le grandi ciclovie del Paese dei piccoli moduli abitativi autonomi, inclusi in un edificio esistente o posti al riparo di un porticato di un edificio pubblico. I moduli verranno presi in carico da cooperative o aggregati sociali e offriranno lavoro a persone svantaggiate. In questo modo il pellegrino, l’escursionista o il ciclista, fermandosi nei moduli TWIN e versando la quota del soggiorno, darà un contributo vitale a questa “economia circolare”, che mira a collegare rigenerazione dei territori e rafforzamento del tessuto sociale.
I numeri potenziali sono impressionati: “Solo per il Sentiero Italia, che attraversa tutta la dorsale alpina e appenninica del Paese servono almeno 150 di queste strutture -stima Pileri- è un lavoro gigantesco e bellissimo. E siamo convinti che possa rappresentare il lancio di un grande progetto che potrebbe davvero mettere in moto qualcosa per le nostre aree interne”. Un ulteriore tassello “sociale” che valorizza ulteriormente il progetto TWIN è come detto il lavoro svolto da un piccolo gruppo di ristretti del carcere di Monza che, sotto la guida di falegnami professionisti e volontari, già docenti presso l’Istituto Meroni di Lissone, hanno assemblato la prima capanna. “Quello che ha portato alla realizzazione del bivacco è stato un lavoro collettivo -spiega Ettore Donadoni del gruppo di ricerca del Politecnico di Milano-. La struttura doveva necessariamente essere molto semplice nella sua realizzazione perché le persone a cui ci siamo affidati per la realizzazione non sono falegnami specializzati”.
Il progetto TWIN è stato ideato da un gruppo di ricerca che unisce ingegneri, architetti e urbanisti del Dipartimento di architettura e studi urbani (DAStU) del Politecnico di Milano, già ideatori di VENTO, la più lunga infrastruttura ciclabile che corre lungo gli argini del fiume Po da Venezia a Torino per 700 chilometri. Un gruppo di ricerca che da dieci anni si impegna nel progettare una visione turistica lenta per la rigenerazione dei territori fragili.
© riproduzione riservata