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Virtù periferica
Viaggio a Bobigny, alla periferia di Parigi, la banlieue vivibile. A partire dal diritto alla casa, il Comune lavora all’integrazione delle fasce più povere della popolazione
Bobigny è la capitale francese dell’edilizia sociale. Il 57% del suo patrimonio abitativo è composto da Habitation à Loyer Modéré (Hlm), case popolari. In Italia la media è appena del 4%, ma Bobigny è un “caso” record anche in Francia, dove dal 2000 è in vigore la legge “della solidarietà e del rinnovamento urbano (Sru)”, che impone ai Comuni di avere almeno il 20% di edilizia pubblica sociale. Chi non ottempera, come il Comune di Neuilly-sur-Seine, amministrato in passata da Sarkozy (vedi box sotto) dovrebbe pagare un’ammenda.
Capolinea della linea 5 della metropolitana di Parigi, Bobigny è un Comune di 44.800 abitanti nel cuore della banlieue multietnica. Eppure, non è stata toccata dalla rivolte popolari del 2005. Merito di un governo della città fondato sulla partecipazione e solidarietà sociale. Nel 1998, prima del Forum sociale mondiale di Porto Alegre, a Bobigny si sperimentava già la democrazia partecipativa: quell’anno il municipio lanciò una grande consultazione popolare, “Consult’Action”, in vista di un progetto di rilancio della città. Venne commissionata una grande inchiesta audiovisiva: 400 persone consultate, 167 interviste filmate per un documentario finale. L’obiettivo era “rinnovare e migliorare le condizioni di vita urbana”, anche per incoraggiare i cittadini a rimanere a Bobigny, visto che il 40% sosteneva di volersene andare. L’inchiesta proseguì con questionari, sondaggi telefonici, gruppi di riflessione. Infine arrivarono i risultati: il Comune si assunse 136 impegni sui temi più disparati: trasporti, lavoro, scuola, sviluppo di zone industriali, politiche giovanili, l’apertura di un Pronto Soccorso.
Due anni dopo, nel 2000, ai tempi della legge “della solidarietà e del rinnovamento urbano”, la cittadina ha ospitato gli “Stati generali per la creazione di un servizio pubblico della casa e dell’habitat”. Bernard Birsinger, sindaco comunista di Bobigny dal 1995 al 2006, era un tecnico specializzato in riparazioni di ascensori nei condomini-torre (alti una ventina di piani, nella foto a destra) delle case popolari. Schierato dalla parte dei mal-logè (i male-alloggiati), Birsinger allestì anche un autobus che partì da Bobigny per portare all’attenzione di tutta la Francia il tema dell’alloggio come diritto universale e approvò una moratoria sugli sfratti. L’iniziativa, replicata da altri sindaci, venne contestata dalla Prefettura, che attaccò la giunta davanti al tribunale amministrativo. La moratoria fu giudicata incostituzionale, ma Birsinger continuò a mobilitarsi in prima persona, portando la fascia tricolore tra i militanti della “catena contro le espulsioni” durante l’esecuzione degli sfratti. Nel 2006 le Nazioni Unite riconobbero il suo impegno sul campo, nominandolo in una commissione dell’agenzia Habitat.
Oggi a Bobigny gli sfratti continuano, ma la resistenza non molla: spesso la polizia è costretta a rinunciare e molti alloggi sfitti sono occupati. Sui portoni dei condomini-torre campeggia il numero di telefono di Emilia Gomez, una squat agguerrita, più volte sfrattata, che assieme ad altri prosegue
la mobilitazione della “catena” (nella foto qui a sinistra).
Intanto la partecipazione cittadina è diventata permanente: due volte l’anno, in ciascuno dei 13 quartieri (cité), il sindaco e i consiglieri eletti in zona convocano una riunione chiamata “Parlons Franchement” (parliamo francamente), il cui ordine del giorno viene deciso dai cittadini stessi. È il luogo dove esternare le micro-richieste locali, come l’installazione di un semaforo, la creazione di un senso unico, la denuncia di un’attività rumorosa o sgradita. Più continuativa è l’attività dei Comitati di iniziativa cittadina (Cic): ciascuno rappresenta uno o due quartieri e dispone di una delega del Consiglio municipale su questioni locali, arrivando a orientare il bilancio municipale. Ogni due anni poi, la giunta e il sindaco incontrano tutta la cittadinanza nelle “Assises de la Ville”: momento di presa di coscienza collettiva. Ciascuna edizione delle Assises sviluppa un tema centrale diverso, sul quale gli eletti prendono impegni concreti con la cittadinanza. Forma o sostanza? Per stabilirlo è stato fondato l’”Osservatorio degli impegni presi”, un organo autonomo, composto da cittadini, abilitato a porre domande ai consiglieri sullo stato di avanzamento dei lavori e degli impegni presi e a redigere un bollettino che viene distribuito in città. L’offerta di partecipazione è ricca, al punto che è difficile orientarsi.
Non mancano, fra i gruppi politici e la cittadinanza, le critiche sulla sua efficacia, e dopo dieci anni i gruppi volontari di lavoro si sono assottigliati. Ma il Comune non demorde: “La partecipazione, quando funziona, può aiutare ad amministrare una città connotata da reddito medio basso, continuo ricambio di immigrati, livello di istruzione non elevato” sostiene Jean Jacques Pavelek, funzionario addetto alle relazioni con i quartieri, “e può essere decisiva per prevenire individualismo e conflitti sociali, allontanando il rischio populista”, aggiunge Christine Chretyenne Lyotard, assessore alla Democrazia e cittadinanza. La storia può venire in aiuto. Come tutte le banlieue anche Bobigny ha un’identità debole. Perciò il municipio ha valorizzato la recente scoperta di un antico insediamento artigiano gallico, il più documentato in Europa. L’esposizione organizzata nel centro commerciale (oggi il cuore della città) è stata ricca di dimostrazioni (vedi box): Bobigny scava nel lontano passato, per costruire il suo futuro.
Bobigny “gallica”
Nel centro commerciale gli archeologi hanno inscenato il conio delle monete, la tessitura e l’arte della ceramica. “È stato importante coinvolgere tante persone, in particolar modo i giovani, sulla storia ancestrale di Bobigny, condividendo qualcosa del territorio che tutti abitiamo -racconta Evelyne van Damme, direttrice dell’Archivio municipale-. Anche se abbiamo storie e origini diverse adesso ci troviamo tutti in questo luogo e indagare sul suo passato ci fa scoprire un’identità comune”. E poiché a Bobigny il 31% della popolazione ha meno di 19 anni (la media italiana è il 19%), il municipio ha scelto il fumetto come forma di comunicazione. “Artogenos e la leggenda balbynienne" è il titolo di un bel libro per ragazzi a strisce, i cui protagonisti sono un gruppo di adolescenti francesi ed immigrati, tanto assortito quanto rappresentativo, che compie un viaggio nel tempo.
Le case popolari di Sarkozy
Neuilly-sur-Seine, la città di Nicolas Sarkozy, ha solo il 2% degli alloggi sociali. Ma la legge francese, che impone un minimo del 20%, ”non sanziona a sufficienza le inottemperanze. Le multe sono ridicole -fa notare Djamel Sandid, giovane funzionario del comune di Bobigny che si occupa di Relazioni internazionali e Democrazia partecipativa- e questo permette agli egoismi dei Comuni di destra di concentrare le difficoltà nei ‘quartieri sensibili’, in barba allo spirito di solidarietà e alla varietà sociale (mixitè sociale) auspicate dalla legge”. L’attuale presidente della Repubblica francese è stato per anni sindaco a Neuilly, dove tutt’oggi si reca a votare. Nel Comune di destra la propaganda sostiene di proteggere così i cittadini dall’invasione degli emarginati. Con notevole lucidità e ironia Bobigny ha risposto all’accusa di essere un “ghetto dei poveri” organizzando due pullman che hanno portato cento cittadini a visitare Neuilly, il “ghetto dei ricchi”.