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Un festival del cinema; un progetto in rete con i Gas; un tetto fotovoltaico; t-shirt con messaggi politici e di genere. Il commercio equo non è solo in bottega
 

Tratto da Altreconomia 132 — Novembre 2011

“Tutti nello stesso piatto” è il festival internazionale di Cinema cibo & videodiversità organizzato da Mandacarù, cooperativa di commercio equo e solidale del Trentino, in collaborazione con il consorzio Altromercato e in partnership con Ae. Dopo il successo della seconda edizione, che nel 2010 ha visto la partecipazione di 4mila spettatori adulti e 2.050 bambini e ragazzi, torna a Trento dal 4 novembre al 3 dicembre. In programma 8 serate di proiezioni (a ingresso gratuito), tutti i giovedì e venerdì dall’11 novembre, incontri con registi e scrittori e un mese di “Schermi & lavagne”, le matinées per le scuole. “C’è un legame tra quello che accade in Asia, Africa e America Latina e le nostre abitudini e scelte alimentari”: obiettivo del festival è far luce su questo legame, offrendo all’attenzione del pubblico film e documentari che raccontano il funzionamento del mercato agroalimentari e della pescicoltura e le loro ripercussioni sull’ambiente e sulla società. Venerdì 4 novembre, alle 20.30, l’inaugurazione del festival, con l’incontro “A tavola con i boss”, vedrà la partecipazione del giornalista Peppe Ruggiero, che racconterà le interazioni fra la criminalità organizzata e l’economia del cibo in Italia. Altro appuntamento “fuori dagli schermi” è l’incontro “A tavola con le religioni”, in programma mercoledì 23 novembre alle 20.30 presso lo Spazio archeologico sotterraneo del Sas, in piazza Cesare Battisti a Trento.
Il programma completo delle proiezioni e degli appuntamenti per le scuole è disponibile sul sito www.tuttinellostessopiatto.it

Si chiama “Zucchero amaro”, “così com’è la vita e l’esistenza di chi ci proponiamo di aiutare”, la cooperativa di commercio equo e solidale del levante ligure che lo scorso 23 ottobre ha festeggiato con una giornata di animazioni, cena e concerto, i dieci anni dalla sua costituzione. La storia in realtà affonda le radici all’inizio degli anni 90, quando un gruppo di amici decise di aprire una piccola bottega in via Entella a Chiavari (Ge). All’associazione fu dato il nome di un evento che aveva ispirato i suoi fondatori: il primo convegno italiano per un commercio equo e solidale, organizzato nel 1992 a Genova. Dopo Chiavari, nel 1995 nasce la bottega di Santa Margherita (Ge), e poi a seguire altre sedi a Levanto (Sp) e Sestri Levante (Ge). Oggi Zucchero Amaro, socia del consorzio Altromercato, conta 165 soci (di cui una sessantina volontari in bottega) e tre socie lavoratrici. Gestisce cinque botteghe, fra cui l’ultima nata a Rapallo (Ge), e fa parte di una rete di coltivatori diretti dell’entroterra chiavarese che gestisce un punto vendita, “Agriequo”, nel cento di Lavagna (Ge): un’esperienza, quest’ultima, avviata insieme ad un Gas che da alcuni anni coinvolge una cinquantina di famiglie che hanno deciso di fare i propri acquisti quotidiani supportando tanto l’economia locale quanto quella dei produttori del Sud del mondo. Dal gennaio 2010, inoltre, Zucchero Amaro è impegnata in un progetto di cooperazione internazionale finanziato dalla Regione Liguria. Si intitola “Trabajando juntas” e ha l’obiettivo di sviluppare una filiera integrata per la produzione e la trasformazione dell’alpaca che coinvolge Asarbolsem, Pachamama e Q’antati, tre organizzazioni di tessitrici di alpaca site a El Alto, in Bolivia. Partner del progetto sono Ctm Altromercato e le associazioni Popoli Solidali di Casarza Ligure (Ge) e Amandla di Varazze (Sv). Info: www.zuccheroamaro.it

Nel 2001, a Imperia, un gruppo di amici di ritorno dalle giornate di Genova decise di aprire una bottega del commercio equo e solidale nella propria città. “Il sapore acre dei lacrimogeni era ancora in gola -racconta Michele, uno di quei ragazzi-, ma le suggestioni di una settimana di incontri con persone provenienti da tutte le parti del mondo, che condividevano esperienze e idee per cambiare questa società, erano più forti. Milioni di persone gridavano che un altro mondo era possibile, ma avevano capito che quell’alternativa avremmo dovuto costruirla noi, nel nostro agire quotidiano”. Nasce così “Garabombo l’invisibile”, la bottega che trova spazio inizialmente nei locali de “La Talpa e l’Orologio”, il centro sociale di cui fanno parte i fondatori. Oggi la bottega è situata in un luogo più di passaggio, in via Cascione 55, nello storico borgo di Porto Maurizio, mentre a Oneglia -la parte orientale della città di Imperia- si trova la seconda bottega, in piazza Doria 21. Fra le iniziative che vedono oggi impegnata l’associazione c’è la campagna “Diamo energia alla Talpa”, volta a finanziare il progetto di costruzione di un impianto fotovoltaico sul tetto della futura sede del centro sociale autogestito, che dopo vent’anni ha deciso di porre fine all’occupazione e di affittare uno spazio (www.latalpaelorologio.org). I festeggiamenti per il decennale si svolgono nei locali del centro sociale, in via Argine Destro 625, e hanno inizio sabato 26 novembre alle 16 con l’incontro “Il commercio equo e solidale nella crisi”, seguito dalla cena e da un concerto degli Egin, folk rock scatenato dalla Val di Susa. Dal 28 novembre al 3 dicembre nella bottega di Porto Maurizio sarà allestita la mostra “Tentures-Arazzi dal Benin”, infine domenica 4 dicembre alle 17.30, nella stessa bottega, l’associazione RAM condurrà un incontro informativo sul Vietnam. Info: www.garabombo.org

Delle sue opere hanno detto che “sono come frecce che continuano a colpire il bersaglio anche una volta giunte”. Lei ha detto di sè: “Non credo si possa vivere senza una spinta ideale. È questo il meccanismo che mi spinge ad agire. Ci sono persone che organizzano petizioni, altre manifestano, o scrivono. Io faccio manifesti”.
Teresa Sdralevich, illustratrice conosciuta per i suoi manifesti politici, sociali e culturali, è l’autrice delle grafiche delle t-shirt del progetto “grafica attiva” proposto da altraQualità (www.altraq.it), organizzazione di commercio equo e solidale ferrarese. Realizzate secondo i principi del fair trade dall’Ong Aarong, in Bangladesh, le magliette  propongono attraverso immagini e parole una riflessione sui temi del lavoro, del precariato e delle discriminazioni di genere, “per dare forma ai pensieri positivi e farli urlare dal cotone”, ma anche per esprimere indignazione.
Come nel caso degli slogan “nasciamo pari, cresciamo dispari” e “non è un Paese per donne” -l’illustrazione che accompagna quest’ultimo fa esplicito riferimento alla tv- che riprende un titolo di un numero della rivista Internazionale. La grafica “+ brava” è invece ispirata a una frase ironica pronunciata da Emma Bonino: “Le donne devono fare il doppio degli uomini per essere considerate brave la metà. Per fortuna non è così difficile…!”. Le t-shirt e le borse della linea Grafica Attiva sono visibili sul sito www.passworld.org e si trovano presso le botteghe del commercio equo e solidale. —

* responsabile comunicazione della cooperativa di commercio equo “Mondo Nuovo” di Torino

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