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Tutelare il diritto alla salute con una “epidemiologia della visibilità”

© Li lin- Unslash

La pandemia mostra la necessità di una “epidemiologia della presa di parola” che tuteli la popolazione, in particolare di chi è a rischio marginalità. Si può costituire con logiche inclusive sui territori e un nuovo uso dei big-data

Tratto da Altreconomia 236 — Aprile 2021

Sono ormai quasi invasive le tante progettualità di trasformazione di quella realtà di immaginario riassunta nell’acronimo Ssn (Servizio sanitario nazionale). La domanda di fondo con cui si propone qui di confrontarsi può suonare strana: “Qual è, oggi, la ‘aspettativa di vita’ dei diritti fondamentali, di cui la salute è espressione (‘bene comune’ anche nelle parole di Mario Draghi)?”. Non come loro enunciazione formale, intendo, ma come attribuibilità obbligatoria se non effettiva.

I dati recenti prodotti in Inghilterra, prima della pandemia, misuravano l’impatto della diseguaglianza crescente negli ultimi dieci anni in termini di una diminuzione di circa due anni (con le più che attese diversità di classe socio-economica). “Perdite” paragonabili di anni di vita sono state calcolate su tutti i Paesi con dati più o meno affidabili, lungo neppure un anno di pandemia.

Impossibile evidentemente applicare ai “principi” misure di questo t

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