Diritti / Opinioni
Tra diritto e barbarie
Israele e l’Occidente respingono i pronunciamenti delle Corti internazionali sulla Striscia di Gaza: la politica sceglie l’arbitrio, l’umanità arretra. La rubrica di Lorenzo Guadagnucci
Stiamo assistendo alla progressiva demolizione del diritto internazionale, all’umiliazione degli organismi concepiti alla fine delle due grandi carneficine mondiali per fornire ai Paesi nuovi strumenti utili a dirimere controversie e raffreddare i conflitti, evitando di ricorrere ancora all’intervento armato, così tipico degli Stati nazionali, ma anche così fallimentare e profondamente iniquo.
Roberta De Monticelli, nel suo libro “Umanità violata” (Laterza, 2024), ha ricordato che “la politica senza il diritto è cieca e criminale”. L’autrice in particolare si riferisce al sostanziale rigetto, da parte di Israele e dell’Occidente, dei pronunciamenti delle Corti internazionali sull’aggressione militare israeliana alla Striscia di Gaza all’indomani dell’eccidio compiuto da Hamas il 7 ottobre 2023 con oltre 1.200 persone uccise e più di 200 sequestrate.
Di fronte al sostanziale annientamento della Striscia, resa letteralmente invivibile, e ai massacri compiuti dall’esercito israelian
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