Diritti / Opinioni
Tra diritto e barbarie

Israele e l’Occidente respingono i pronunciamenti delle Corti internazionali sulla Striscia di Gaza: la politica sceglie l’arbitrio, l’umanità arretra. La rubrica di Lorenzo Guadagnucci
Stiamo assistendo alla progressiva demolizione del diritto internazionale, all’umiliazione degli organismi concepiti alla fine delle due grandi carneficine mondiali per fornire ai Paesi nuovi strumenti utili a dirimere controversie e raffreddare i conflitti, evitando di ricorrere ancora all’intervento armato, così tipico degli Stati nazionali, ma anche così fallimentare e profondamente iniquo.
Roberta De Monticelli, nel suo libro “Umanità violata” (Laterza, 2024), ha ricordato che “la politica senza il diritto è cieca e criminale”. L’autrice in particolare si riferisce al sostanziale rigetto, da parte di Israele e dell’Occidente, dei pronunciamenti delle Corti internazionali sull’aggressione militare israeliana alla Striscia di Gaza all’indomani dell’eccidio compiuto da Hamas il 7 ottobre 2023 con oltre 1.200 persone uccise e più di 200 sequestrate.
Di fronte al sostanziale annientamento della Striscia, resa letteralmente invivibile, e ai massacri compiuti dall’esercito israeliano -circa 43mila persone uccise, altre migliaia disperse, ferite, mutilate, con un’altissima percentuale di bambini- sono intervenuti sia la Corte internazionale di giustizia sia la Corte penale internazionale. L’occupazione dei territori palestinesi e il regime di apartheid in Israele sono stati ancora una volta condannati; la causa per genocidio intentata dal Sudafrica è stata giudicata plausibile. Inoltre, la Corte penale ha emesso nei confronti del premier Benjamin Netanyahu e dell’ormai ex ministro della difesa Aluf Yoav Gallant un mandato di arresto per crimini di guerra e contro l’umanità, al pari di tre leader di Hamas (Yahya Sinwar, Ismā ‘īl Haniyeh, Mohammed Deif), uccisi però dallo Stato di Israele con azioni di guerra e attentati terroristici.
Il governo israeliano ha reagito gridando allo scandalo in un’escalation verbale e poi anche militare senza precedenti. Il brutale annientamento della Striscia è proseguito, altri crimini si sono aggiunti. Netanyahu è arrivato a irridere e insultare le Nazioni Unite, definite “una palude antisemita”, per poi procedere a un attacco militare contro le basi dell’Onu in Libano, mentre il parlamento israeliano metteva fuori legge come “organizzazione terroristica” l’agenzia Unrwa, che da settant’anni soccorre i profughi palestinesi. Classica avvelenata ciliegina sulla già tossica torta, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, è stato dichiarato persona “non grata” in Israele.
Tra le persone uccise nella Striscia di Gaza nei primi sei mesi dell’aggressione militare israeliana il 44% sono minori (la maggior parte fra cinque e nove anni) . Sommando le donne, si arriva al 70% (fonte: Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, Ohcr).
Il fatto più grave che allarma De Monticelli, è che gli Stati più influenti in Occidente -gli Stati Uniti e quelli dell’Unione europea- hanno assistito a questa escalation senza fiatare, invece di fermarla. Sembrano accettarla. È vero del resto che l’opera di demolizione del diritto internazionale e dell’autorevolezza dell’Onu non è cominciata quest’anno: basti pensare alle guerre in Iraq, Afghanistan, Serbia, a cui si è sommata nel 2022 l’aggressione all’Ucraina da parte della Russia.
In un libro importante (“Per una Costituzione della Terra”, Feltrinelli, 2022) Luigi Ferrajoli scriveva che l’umanità è di fronte a un bivio: da un lato l’idea di estendere su scala globale i diritti fondamentali garantiti dalle Costituzioni democratiche, unico mezzo per affrontare con serietà le sfide esistenziali che gravano sulla nostra specie; dall’altro il ritorno alla pura politica di potenza, cioè all’arbitrio della forza, con la disgregazione delle ultime vestigia delle autorità sovranazionali.
Il dubbio è se per caso il bivio non sia stato già superato.
Lorenzo Guadagnucci è giornalista del “Quotidiano Nazionale”. Per Altreconomia ha scritto, tra gli altri, i libri “Noi della Diaz” e “Parole sporche”
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