Diritti / Approfondimento
Stop a Prenota Facile: il diritto d’asilo a Milano è sempre più inaccessibile
Nel capoluogo lombardo continuano a cambiare le procedure per la domanda di protezione internazionale. Ma non i risultati: le attese si allungano e i problemi ricadono su richiedenti e realtà del Terzo settore preposte dalla questura alla gestione del sistema di prima accoglienza. Un quadro destinato ad aggravarsi ad agosto
A distanza di pochi mesi dalla sua introduzione, la registrazione individuale e autonoma sul portale online Prenota Facile non sarà più disponibile per coloro che vogliono presentare istanza di protezione internazionale a Milano. Lo scorso 17 luglio, infatti, la questura del capoluogo ha annunciato tramite le proprie pagine ufficiali la sospensione dell’utilizzo della piattaforma per le richieste presentate da persone in possesso di un passaporto o documento identificativo, di fatto l’unica categoria di richiedenti asilo per cui fino ad ora era possibile utilizzare questa modalità. L’ennesimo cambio di procedura, in meno di un anno.
L’attivazione ufficiale di Prenota Facile era stata comunicata il 5 aprile, come misura risolutiva delle continue violenze e tensioni tra forze dell’ordine e persone migranti di fronte alla Caserma Annarumma, sede dell’Ufficio Immigrazione di via Cagni, dove migliaia di richiedenti asilo ogni settimana attendevano al freddo per poter presentare la propria domanda di protezione internazionale.
Da quel momento la procedura di prenotazione prevedeva tre iter differenti: le persone in possesso di documento di identità (o copia leggibile) potevano registrarsi autonomamente tramite la piattaforma online, mentre chi ne era sprovvisto doveva rivolgersi a una delle associazioni accreditate dalla questura per la registrazione dell’appuntamento. Una terza modalità, destinata alle categorie più fragili (persone con più di 60 anni e alle donne in stato di gravidanza), e ancora attiva, prevede un accesso alle pratiche più rapido tramite la segreteria dell’hub della Fondazione Avsi.
Con l’annullamento di questa procedura, a metà luglio, la raccolta delle richieste e degli appuntamenti online viene appaltata al Terzo settore di Milano, con un conseguente rallentamento dei tempi di accesso al diritto di asilo pur previsti dalla normativa europea e dalla legge italiana: “Allo stato attuale, tutte le persone migranti che manifestano la volontà di accedere alla protezione internazionale si trovano a dover attendere per due appuntamenti, il primo con le associazioni e il secondo con l’Ufficio Immigrazione”, spiega Iacopo Imberti dell’associazione Naga di Milano.
Di fatto, le difficoltà di presentazione delle domande di asilo rimangono le stesse dei mesi precedenti, con code e attese per un primo incontro con gli enti del Terzo settore preposti dalla questura, che possono durare anche dei mesi: il sovraccarico di richieste porta al rallentamento di tutto il sistema di accoglienza del Comune di Milano, nonché alla violazione dei tempi di presa in carico delle istanze previsti dall’articolo 6 del decreto legge 25/2008 e dalle direttive europee. “L’impossibilità per i richiedenti asilo di formalizzare la domanda di protezione internazionale impedisce loro di provare lo status di persone regolari e di ottenere un permesso di soggiorno, senza il quale non possono esercitare i correlati diritti”, aggiunge Imberti.
Le stesse problematiche si riflettono anche sulle persone con condizione di fragilità, che sebbene siano supportate da un servizio dedicato gestito da Fondazione Avsi, non hanno accesso immediato alle procedure di richiesta di protezione internazionale. Al momento la questura di Milano include in questa categoria soltanto i richiedenti con più di 60 anni e le donne in stato di gravidanza, mentre l’articolo 2 del citato decreto legge 25/2008 amplierebbe la definizione di “fragile” a uno spettro più ampio di persone.
Un quadro preoccupante e che si aggrava, se si considera anche la prossima chiusura di molte delle associazioni per le ferie di agosto: durante le settimane centrali del mese la maggior parte degli sportelli e dei centralini degli enti preposti saranno fermi o a personale ridotto, con la conseguenza che molte delle richieste che arrivano saranno rinviate a settembre o semplicemente messe da parte. Cancellando l’unico canale di accesso a un diritto costituzionalmente garantito.
Una sala d’aspetto sempre più piena dove migliaia di persone stazionano in un limbo tra legalità e irregolarità, in attesa del prossimo appuntamento in questura, o con un nuovo cambio di procedura.
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