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Diritti / Reportage

La lotteria del diritto d’asilo a Milano continua anche con Prenota Facile

Via Cagni, Milano © Niccolò Palla

Dopo il cambio di rotta sulla gestione dell’ufficio immigrazione di via Cagni e le lunghe file all’esterno nei freddi mesi invernali, nel capoluogo lombardo il sistema di richiesta d’asilo resta inadeguato. “La piattaforma online Prenota Facile non ha affatto risolto le problematiche preesistenti”, denuncia l’avvocato Nicola Datena, socio di Asgi

Nel parco antistante la caserma Annarumma in via Cagni a Milano c’è silenzio. L’arrivo del caldo sembra aver spazzato via il ricordo dei mesi scorsi, quando nei freddi fine settimana invernali le transenne in strada delineavano le code di migliaia di persone, in attesa di presentare la richiesta di protezione internazionale.

Dopo un primo trimestre del 2023 scandito da continue tensioni e violenze tra forze dell’ordine e persone migranti, il 5 aprile la questura di Milano ha annunciato l’attivazione di un sistema di prenotazione e gestione informatizzata delle domande sul portale Prenota Facile. Una vittoria apparente per la società civile, che si era battuta duramente per poter garantire alle persone il diritto di richiedere asilo, di poter cioè accedere al sistema sanitario e di ricercare un lavoro.

La realtà però è un’altra: le difficoltà di presentazione delle domande di asilo, infatti, sono rimaste le stesse, seppur con modalità diverse. “La piattaforma Prenota Facile non funziona -spiega Nicola Datena, avvocato e socio dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi)-. Fare richiesta di protezione non è affatto ‘più facile’ di prima. Già dopo due giorni dall’entrata in vigore del nuovo sistema si sono verificati i primi intoppi. La nuova modalità delocalizza semplicemente le vecchie pratiche di via Cagni: il numero di persone che gli uffici gestiscono ogni settimana è lo stesso, e le difficoltà per gli utenti sono semmai aumentate”.

Allo stato attuale la procedura prevede tre percorsi distinti sulla base della condizione del richiedente: il primo è riservato alle persone prive di documento di identificazione, che possono richiedere un appuntamento all’Ufficio immigrazione di via Cagni attraverso gli Enti del Terzo settore (Ets) convenzionati. Cioè Croce Rossa, Avsi, Acli, Caritas, Cgil, Cisl, Uil e Comunità di Sant’Egidio. Per potersi prenotare, è necessario contattare le organizzazioni via messaggio e presentarsi nella sede dell’Ets negli orari stabiliti dal calendario dedicato pubblicato sul sito della polizia di Milano.

Il secondo è rivolto invece ai casi di “fragilità”, che comprendono over 60 e donne incinte: per loro la procedura prevede la presentazione fisica presso gli sportelli dell’ufficio di via Cagni 15, dove devono rivolgersi alla segreteria dell’hub di Avsi.

Il terzo, infine, include tutte le persone in possesso del documento di identità, che posso inserire la propria domanda direttamente dal portale Prenota Facile, comunicando l’anagrafica di base e la data di disponibilità per depositare la richiesta. Una volta presa in carico la pratica, l’utente dovrebbe idealmente essere convocato agli sportelli per la compilazione del “modello C3”, l’unico documento che formalizza la domanda di protezione internazionale.

Per l’ultimo caso, in particolare, le problematiche di prenotazione si sono viste nel giro di pochi giorni: il 20 aprile, in un comunicato congiunto, le associazioni Asgi, Cambio passo, Mutuo soccorso Milano, Naga e Rete Milano avevano denunciato l’inefficienza della soluzione telematica messa in campo dalla questura, specificando che “la possibilità di prendere appuntamento attraverso il portale Prenota Facile risulta inaccessibile fin dal giorno successivo alla sua attivazione. Dal 6 aprile il tentativo di prenotarsi è vano: il portale risponde ‘! Al momento non c’è disponibilità di appuntamenti, riprovare più tardi o rivolgersi alla questura di riferimento’, fatta salva una brevissima finestra di pochi minuti, che si apre intorno alle nove del mattino”.

Un sistema inadeguato che perpetua quindi l’inaccessibilità a un diritto fondamentale. Nei mesi precedenti all’istituzione della nuova modalità, le associazioni erano ricorse alla raccolta delle cosiddette manifestazioni di volontà di richiesta di protezione internazionale, tramite le quali le persone che non riuscivano ad accedere alla questura di Via Cagni potevano segnalare la loro intenzione di richiedere asilo e non essere espulse.

Una volta compilato il documento, questo veniva inviato tramite posta certificata per segnalare l’avvenuto tentativo. Stando a quanto definito dalla normativa vigente, la presa in carico della questura dovrebbe arrivare entro tre giorni, con un limite prorogabile non oltre i tredici. Un escamotage nato da un vuoto (e ancora attivo per le richieste online), che lasciava migliaia di persone in un limbo giuridico.

L’esempio di uno dei moduli di manifestazione di volontà di richiedere la protezione internazionale messo a punto dal Naga e da Mutuo Soccorso Milano

A sostegno della causa delle associazioni è arrivata a inizio maggio una sentenza del tribunale di Milano che ha accolto l’istanza di un cittadino egiziano al quale era stato negato il diritto di accesso alla richiesta di protezione internazionale. “L’impossibilità di formalizzare la domanda perpetua il protrarsi della condizione di irregolarità del ricorrente”, ha sottolineato il giudice, a cui l’Avvocatura di Stato ha risposto il 5 aprile sentenziando che “i cittadini stranieri in possesso di un valido documento di identificazione (passaporto o dichiarazione di esatte generalità rilasciata dal consolato) e dimoranti a Milano o provincia possono accedere a una piattaforma denominata ‘Prenota Facile’, registrandosi direttamente per essere ricevuti”.

Al momento le criticità nell’accesso ai diritti fondamentali dettate dal portale online restano le stesse di quelle di via Cagni: “Le persone richiedenti escluse sono costrette a ripetere il tentativo ogni giorno sperando di cogliere quel brevissimo istante in cui il sistema permette di prenotare. Una lotteria quotidiana”, sottolineano le associazioni. La sentenza del tribunale di Milano definisce espressamente il sistema Prenota Facile “inadeguato”, ma ad oggi continuano le inadempienze da parte degli enti preposti alla gestione delle pratiche. Una dinamica che continua a colpire chi bussa alle frontiere d’Europa e chi c’è dentro, e che fa domandare se Milano sia davvero la capitale dell’accoglienza.

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