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Diritti / Attualità

Sospensione dei brevetti, se i governi europei ne discutono in segreto

I punti all’ordine del giorno degli incontri del Consiglio dei ministri europei dovrebbero essere pubblici, ma così non è stato. Solo grazie a un documento trapelato dal governo tedesco Corporate Europe ha scoperto che il tema è stato discusso, ma senza darne comunicazione

Mentre entra nel vivo il dibattito europeo e internazionale sulla deroga temporanea della proprietà intellettuale sui vaccini, l’organizzazione Corporate Europe Observatory (CEO) denuncia come i ministri dell’Unione europea abbiano discusso pochissimo di questo argomento all’interno del Consiglio. Non solo: l’unica volta in cui il tema della deroga temporanea della proprietà intellettuale sui vaccini è stato posto in agenda, i ministri hanno preferito parlarne in segreto.

“Durante la preparazione di un incontro del Consiglio dei ministri dell’Unione europea-riporta infatti Corporate Europe- l’ordine del giorno deve essere inoltrato anche ai Parlamenti nazionali e deve essere reso pubblico sul sito del Consiglio. Tuttavia, né l’ordine del giorno distribuito ai Parlamenti, né quello pubblicato sul sito del Consiglio danno alcuna indicazione che la discussione sui brevetti abbia avuto luogo. In nessuno dei documenti di supporto per la riunione si parla della questione. E nemmeno le conclusioni ufficiali della riunione. Ma grazie a documenti del governo tedesco, che sono stati divulgati, ora sappiamo che la discussione ha avuto luogo”.

Nel corso degli ultimi mesi, Corporate Europe ha condotto un approfondito lavoro di ricerca e analisi sugli incontri svolti dai membri della Commissione europea per verificare quali siano stati gli interlocutori che i ministri e i loro funzionari hanno incontrato e con quale frequenza, per discutere le politiche e gli interventi relativi al contrasto dell’epidemia di Covid-19. Dall’indagine di Corporate Europe è emerso come a partire dal primo marzo 2020 le aziende farmaceutiche abbiano avuto 44 incontri con i commissari mentre le associazioni di produttori ne hanno avuti 117. I grandi esclusi a questi incontri sono stati i rappresentanti di organizzazioni non governative come Medici Senza Frontiere e Global Health Advocates  che lavorano per garantire l’accesso a vaccini, test e farmaci anti-Covid-19 nei Paesi a medio e basso reddito.

Per Kenneth Haar, ricercatore di Corporate Europe Observatory, il negoziato globale sui brevetti dei vaccini, dei medicinali e dei dispositivi diagnostici “è oggi il negoziato più importante a livello internazionale. Eppure, la prima e unica volta in cui questo tema è stato affrontato dal Consiglio è stato tenuto nascosto -commenta-. I cittadini europei non dovrebbero accettarlo, considerato il grave impatto che la pandemia ha avuto sulle loro vite. In particolare, i membri dei parlamenti dei singoli Paesi e il Parlamento europeo non dovrebbero accettare questa mancanza di trasparenza”.

Il rischio, secondo Corporate Watch è che l’Europa possa ostacolare il dibattito in corso a livello globale per favorire l’accesso a vaccini e medicinali anti-Covid-19. “Abbiamo bisogno di una crescita significativa della produzione, e ne abbiamo bisogno adesso -conclude CEO-. Sfortunatamente, nonostante le prove massicce, gli alti funzionari dell’Ue continuano ad agire come cheerleader di Big Pharma. I ministri dell’Unione avrebbero potuto mettere un freno a questo. Invece hanno scelto di dare una pacca sulla spalla all’industria a porte chiuse”.

La proposta per sospendere temporaneamente i diritti di proprietà intellettuale sui vaccini anti-Covid-19 era stata presentata già a ottobre 2020 da India e Sudafrica ed è attualmente in discussione presso l’Organizzazione mondiale del commercio (Wto). L’8 giugno è iniziato il nuovo ciclo di riunioni all’interno del consiglio Trips (Trade related aspects of intellectual Property Rights) del Wto mentre giovedì 10 giugno il Parlamento europeo ha adottato (con 355 voti a favore 263 contrari e 71 astenuti) una risoluzione con cui chiede una deroga temporanea all’accorso “Trips” dell’Organizzazione mondiale del commercio con l’obiettivo di migliorare l’accesso globale a nostri accessibili ai vaccini e ai farmaci contro il Covid-19.

Secondo i parlamentari gli accordi di licenza volontaria (dove lo sviluppatore del vaccino decide a chi e a quali condizioni il brevetto può essere concesso in licenza per la produzione) e il trasferimento volontario di tecnologia e di competenze tecniche verso i Paesi in cui esistono già industrie produttrici di vaccini rappresentano il modo più importante per scalare e accelerare la produzione globale nel lungo termine. Nella risoluzione, i parlamentari dell’Ue sottolineano l’urgenza di sostenere le capacità produttive del continente africano “poiché solo lo 0,3% delle dosi di vaccino somministrate a livello mondiale (circa 1,6 miliardi di dosi) è stato erogato nei 29 Paesi più poveri mentre la maggior parte di esse è stata somministrata nei paesi industrializzati e produttori di vaccini”.

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