Cultura e scienza / Attualità
Storie di ideali e passioni. Le “belle persone” raccontate da Fabio Balocco
Nel libro “Belle persone. Storie di ideali e passioni”, Fabio Balocco racconta uomini e donne combattivi che hanno dedicato la loro vita a perseguire ideali, dall’impegno sociale alla tutela del paesaggio. Un libro “rigenerante” che definisce il bello in senso morale, una provocazione, scrive Tomaso Montanari nella prefazione
Sono sedici persone, unite dagli stessi valori, aspirazioni, direzioni ostinate e contrarie. Le racconta Fabio Balocco, autore per Altreconomia di “Mare privato”, nel libro “Belle persone. Storie di ideali e passioni”, pubblicato a dicembre 2020 dalla casa editrice indipendente La Cevitou. Sedici donne e uomini che hanno dedicato la propria vita al raggiungimento di un ideale. Con loro l’autore dialoga in confronto che svela passioni e pratiche trasformative. Come la storia di Elisa Cozzarini, che si schiera in difesa delle acque libere dell’Italia. E Daniele Gaglianone, regista dall’indomito impegno civile autore di film e documentari come “Dove bisogna stare”, realizzato insieme a Medici senza frontiere. E ancora Fabio Saracino che con la sua bicicletta democratica ci ha condotto alla scoperta delle terre e bellezze del Sud del Paese. O Maurizio Pagliassotti, autore di reportage sulla “rotta alpina”. E c’è chi anche chi ha come filo conduttore della propria vita la musica, l’ambientalismo, il continuo impegno sociale.
“Un libro rigenerante, ritemprante. Lo si chiude con la voglia di riprendere il cammino. Come dopo aver bevuto a una fonte, durante una lunga traversata. Un libro che è un atto di amore per la vita, nonostante tutto. Un libro che provoca: fin dal titolo. Perché in un mondo inchiodato all’immagine delle persone belle, parla invece di belle persone”, scrive lo storico dell’arte Tomaso Montanari nella prefazione del libro.
“Usare ‘bello’ in senso morale, come fa questo libro, è già in sé una provocazione in una società che ha definitivamente scisso la bellezza (e il successo, ad essa strettamente collegato) da ogni significato morale. E infatti le ‘belle persone’ che parlano nelle prossime pagine -dice uno di loro, il mio amico Maurizio Pagliassotti- sono ‘disadattati: Io mi sento tale, anche se perfettamente integrato in questo sistema. In frigo ho la birra, domattina vado a farmi un giro sulla bicicletta prodotta a Taiwan. Cerco di non essere una merce, cerco di alimentare il più possibile il mio disadattamento. Oggi è un dovere essere disadattati, è il minimo essere disadattati in un mondo che va velocemente verso la catastrofe’. […] Del resto spesso si paga un prezzo per essere disadattati, per essere belle persone. Lo sa bene Nicoletta Dosio […]: ‘A volte -dice- serve una disobbedienza integrale, e poi è anche una questione di dignità’”.
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