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Ribellioni creative in riva all’Arno

Il capoluogo toscano fuori dallo stereotipo della “città-vetrina” propinato dai tour operator Firenze: città museo, città fossile, Disneyland del Rinascimento… Firenze in vendita per turisti e palazzinari, Firenze città chiusa, città di compagni di merende, dove portare il nuovo è…

Tratto da Altreconomia 106 — Giugno 2009

Il capoluogo toscano fuori dallo stereotipo della “città-vetrina” propinato dai tour operator

Firenze: città museo, città fossile, Disneyland del Rinascimento… Firenze in vendita per turisti e palazzinari, Firenze città chiusa, città di compagni di merende, dove portare il nuovo è un’impresa da eroi. Eppure a Firenze c’è il David, il ragazzo che sconfigge il gigante con la forza della fede e dell’intelligenza. E lo spirito fiorentino, almeno una volta, era questo: ribelle, orgoglioso, amante della libertà. Ce lo ha ricordato Beppino Englaro, che Firenze ha accolto come cittadino onorario, e che i fiorentini (non tutti) hanno voluto abbracciare, premiando il coraggio di un uomo che ha fatto di un dolore personale una battaglia civile. Englaro ha fatto tappa in due comunità cristiane anomale, espressione genuina di una fiorentinità che resiste all’omologazione del pensiero, a volte pagando un duro prezzo: all’Isolotto, dove Enzo Mazzi continua senza tonaca a incontrare la gente in un percorso di ricerca spirituale, e alle Piagge, cantiere per eccellenza di un modo diverso di vivere i rapporti umani, il lavoro, il denaro. Ma resistenza e creatività la troviamo anche altrove, spesso in periferia, o comunque lontano dai circuiti classici del tour operator e da quella mentalità “bottegaia” che tanto opprime Firenze. Fra le pietre massicce e un tondo robbiano, fra lo scarpa-market e la boutique extralusso  capita che nascano idee, luoghi, gruppi, che quasi in clandestinità si scavano una nicchia nel marmo, trovano posto all’ombra di un loggiato, in un cortile verde che non ti aspettavi, magari in una ignota periferia, e… miracolo. A Firenze si può leggere un libro in un caffè, o navigare su internet; si può gustare una colazione sostenibile o un pranzo solidale; vedere uno spettacolo, un concerto, una mostra che non sappiano di muffa; consultare riviste di movimento e creare un Gas; seguire un incontro sulla decrescita e imparare a costruire un forno solare; passeggiare sui tetti di un ex manicomio e servire la colazione ai senza tetto; assistere a un vero cineforum… e persino parlare di politica. E se il soggiorno si prolunga, corsi a bizzeffe: cucina etnica, arti marziali, danzaterapia, saponi fatti in casa, teatro, lingue di tutto il mondo… Perché a Firenze di città ce ne sono almeno tre: quelle delle guide, bella ma sotto assedio, del traffico, della massa, del cemento che la soffoca; quella del futuro, delle grandi opere, dei cantieri sotto sequestro, dei multiplex, dei viadotti, dei parcheggi multipiano, dei project financing che lasciano il Comune in mutande; l’ultima la presentiamo qui, è la Firenze che si muove dal basso, che inventa nuove cose e le porta avanti, zitta zitta, senza tanti sponsor, con pochi soldi e tante buche da evitare. Ma i fiorentini hanno la testa dura, e alle buche oramai ci sono abituati!

La mappa completa in allegato

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