Nella primavera del 2014 verrà eletto dai cittadini Ue il nuovo Parlamento europeo, la cui maggioranza -per la prima volta- sarà fondamentale per la nomina della Commissione. Così Altreconomia dedica la copertina di questo prima numero dell’anno all’Unione europea, con un lungo dossier e 14 schede utili a capire se quando chi governa afferma “Ce lo chiede l’Europa” è davvero così. Dalla tortura agli Ogm, dall’ambiente ai diritti, il nostro “viaggio” tra miti e realtà di un ritornello abusato.
Per le banche di tutto il mondo (comprese le italiane), invece, gennaio 2014 significa “Basilea 3”, ovvero l’entrata in vigore di un nuovo accordo globale su patrimonio e credito. Con l’aiuto di alcune infografiche, vi presentiamo lo stato di salute dell’industria del credito. Con un focus sulle modifiche in corso in seno a Banca d’Italia.
Negli ultimi mesi del 2013 abbiamo visto nelle nostre città e sui quotidiani italiani le pubblicità di BlackRock, la più grande società di gestione del risparmio al mondo, che dispone di oltre 4mila miliardi di dollari. Che cosa fa dei nostri risparmi? La risposta nell’approfondimento di Ae.
Attraverso tre storie raccontiamo l’impresa delle donne migranti che in Italia conducono un’attività imprenditoriale. Sono 104mila nel nostro Paese.
E, ancora, un piccolo dossier sull’agricoltura, nell’anno Fao dedicato a quella famigliare, un modello d’impresa che in Italia conta 1,6 milioni di aziende, che danno lavoro a circa 3 milioni di persone. Siamo stati a Pontremoli (MS), e raccontiamo la storia di giovani che tornano a produrre in modo artigianale il tradizionale testarolo, e a Gemona del Friuli (UD), dove il modello cooperativistico e mutualistico della latteria turnaria permette adeguate entrate agli allevatori mantenendo un presidio attivo del territorio collinare e montano. Quello che gli agricoltori garantiscono anche a Genova, che non è solo un grande porto ma anche una importante città agricola.
Infine, il fallimento del vertice di Varsavia sui cambiamenti climatici e le incertezze del post-Kyoto: meccanismi “di mercato” non salveranno il Pianeta.