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Post-terremoto: le risposte dell’economia solidale
A tre settimane dal sisma del 30 ottobre, una piccola guida per orientarsi tra le iniziative avviate nel Lazio, nelle Marche e in Umbria a sostegno delle comunità più colpite. Progetti post-emergenziali, che guardano già al 2017 e alla creazione di nuove filiere nel segno della sostenibilità
“Regalati i Sibillini”, aiutaci a ripartire. Dopo il terremoto del 30 ottobre ha fatto il giro d’Italia la fotografia della crepa che si è apertira nel Monte Vettore, che con i suoi 2.476 metri di altitudine è la cima più alta dei Monti Sibillini, all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. La risposta al sisma immaginata dalla coop Risorse di Macerata, che con il progetto “Active Tourism” promuove il turismo attivo -escursioni, trekking, ciaspolate, sci di fondo- sull’Appennino marchigiano, è l’acquisto di un buono (da 30 o 55 euro) valido per escursioni e ciaspolate, da regalare o regalarsi, per far ripartire il settore turistico.
“La cooperativa ha sede a Macerata, ma due delle nostre guide stanno in montagna, e anche loro fanno parte di coloro che non hanno più casa. Vedendo la grande solidarietà che s’è mossa intorno al settore eno-gastronomico, abbiamo deciso di promuovere questa campagna per comunicare che qua c’è anche l’attività turistica, e invitare gli italiani a tornare sui Sibillini. Solamente qua ci si rende veramente conto di qual è la situazione -spiega Simone Vecchioni, di Active Tourism-. Il ‘buono’ potrà essere speso a partire dal primo gennaio: per il momento, non è ancora chiaro il quadro relativo alle strutture ricettive agibili. Il nostro messaggio, però, è ‘sposa i Sibillini, prometti a scatola chiusa che tornerai qua’, e infatti il buono non ha scadenza: chi vorrà, o si sentirà più sicuro, potrà ‘spenderli’ anche ad agosto del prossimo anno, non ci aspettiamo masse di persone a gennaio e febbraio, ma un turismo che torni a lavorare con continuità” conclude Vecchioni. Il progetto “Regalati i Sibillini” è tra quelli segnalati dal portale “Terremoto Centro Italia”, nato per condividere informazioni utili e verificate sugli eventi sismici che hanno coinvolto il centro Italia durante il 2016.
Non lasciarsi “guidare” dalla contingenza, e dall’emergenza, è anche la riflessione che ha portato la Rete di economia etica e solidale delle Marche -36 imprese, 6 gruppi d’acquisto solidale (Gas) e 14 associazioni, REESMarche, web.resmarche.it-: “Abbiamo ricevuto moltissime offerte d’aiuto, dai Gas di tutta Italia, e allo stesso tempo abbiamo visto in giro molte e-mail che sembravano ‘frodi’, con elenchi d’imprese a noi sconosciute, e così abbiamo lanciato un ‘Questionario’ on line per raccoglie i dati e censire le realtà che hanno subito danni -spiega Michele Paolini, che coordina il gruppo di lavoro sul terremoto di REES Marche. Il “Questionario”, con un analogo “Modulo” che serve a raccogliere le “offerte d’aiuto”, è sul sito di Social Business World, social network etico con relativo market place (negozio virtuale dedicato ai prodotti dell’altreconomia), una delle imprese socie della Rete. “Il ‘Questionario’ lo abbiamo elaborato studiando quelli della Protezione Civile, arricchendolo con alcune domande, ad esempio quella relativa ad eventuali prodotti o servizi offerti -racconta Paolini-. È on line da metà novembre: ci diamo qualche mese di tempo, almeno sino a fine anno, per riceverli, e intanto abbiamo già attivato un gruppo di verifica, con 7 membri di REES Marche, che si prende l’onere -ma non siamo periti assicurativi, né certificatori- di verificare le informazioni inserite, e poi sottoporle a tutte la Rete una volta vagliate. Ad oggi (23 novembre, ndr) i produttori che hanno compilato il modulo sono 5, tutti fornitori di Gas. Ma sono previste anche visite presso la realtà danneggiata, qualora questa non sia già conosciuta. Ci sono grossi problemi sul territorio, per cui faticano ad arrivare informazioni” conclude Paolini.
A dicembre REES Marche ha promosso su Social Business World i primi cinque progetti in crwodfunding. Tra gli altri, ci sono i progetti per l’acquisto di un nuovo furgone refrigerato per le consegne della carne a favore della cooperativa agricola Grisciano, dell’omonimo Paese nel reatino, il reperimento di un container lavorativo ad uso macelleria per la Fattoria Corradini di Amandola (FM); ha rotto l’auto che usa per le consegne ai Gas anche la Società Agricola Michele Srl, che in Località Collina a Montemonaco (AP) produce pane e altri prodotti da forno, distribuiti attraverso la rete dei Gas marchigiani.
Sul medio-lungo periodo ragiona anche l’associazione PosTribù, che dalla metà del 2008 promuove l’economia solidale e il consumo critico a Rieti, con un Gas e iniziative su tutto il territorio provinciale: la campagna PosTerremoto s’è concentrata sul territorio di Amatrice, epicentro del sisma di agosto 2016 e nuovamente colpita a fine ottobre. “A novembre abbiamo lanciato il progetto ‘Miele per la vita’, che parte dall’adozione della ex aziende apistica Casini, una famiglia intera cancellata dal terremoto -spiega Giorgia Burgnerotto, presidente di PosTribù-: vorremmo continuare a produrre miele di montagna, dato che era l’unica realtà presente nell’area dei Monti della Laga. Per farlo, dobbiamo garantire la sopravvivenza delle api durante l’inverno, acquistando per loro cibo integrativo proteico (melata), dato che le api hanno finito le scorte di miele e il trasporto delle arnie ha destabilizzato fortemente gli insetti, e poi acquistare nuove arnie per ricollocare nella zona dei Monti della Laga in primavera (adesso sono sfollate nelle Marche). Siamo in contatto con l’associazione Apicoltori Alto Lazio”.
A ottobre, con le secondo scosse, è crollato anche il laboratorio della famiglia Casini. Il progetto di PosTribù prevede la conversione aziendale, verso l’agricoltura biologica. “Ci scrivono parecchi giovani, sia di quelle zone, dicendo vorrebbero restare lì, e vedono nell’attività apistica un’ipotetica prospettiva di lavoro, sia persone che vorrebbero collaborare. Crediamo che intorno all’apicoltura possono nascere sinergie per riportare gente sui territori: lo spopolamento era già una realtà, che il sistema rischia di acuire” sottolinea Brugnerotto. Incassi e uscite della campagna PosTerremoto sono rendicontati on line: la prima spesa significativa (in settembre) è stata l’acquisto di una motosega, per permettere ad Umberto, taglialegna di Amatrice, di tornare alla normalità, di poter lavorare.
Anche i soci marchigiani di Banca Etica hanno deciso di sostenere direttamente un’azienda agricola biologica, e insieme alla rete “Mezza campagna”, che organizza il mercato dei prodotti bio di Senigallia (AN), ha promosso la campagna “Il bio che non trema”.
L’azienda agricola “Marchese Marino” da trent’anni produce pecorino biologico a Monte San Martino (MC), sui Sibillini, allevando circa 450 capi. Dopo le scosse del 30 ottobre, circa 15 persone -i titolari, i dipendenti- “dormono nei locali del caseificio, locali che però sono senza riscaldamento” spiegano i promotori della campagna, che grazie anche a brigate di lavoro volontario stanno approntando un’area per accogliere i container che andranno ad ospitare le casette di legno per le famiglie (tra cui anche quella dei due titolari del caseificio, Marino e Paola). “Il bio che non trema” è anche un crowdfunding, su Produzioni dal Basso.
La rete di Slow Food Italia si è attivata, nel Lazio, nelle Marche e in Umbria. L’associazione ha pubblicato un elenco di aziende agricole, invitando a “scegliere i loro prodotti”. Le aziende agricole sono state segnalate dalle Condotte locali, ci spiegano da Slow Food, e non sono esclusivamente quelle che producono e trasformano prodotti agricoli riconosciuti come Presìdi. In Umbria, la Condotta Slow Food Valnerina, data la difficoltà logistica e le piccole quantità di prodotto disponibili per ciascun produttore, si è offerta di coordinare la raccolta degli ordinativi e dell’invio. “Dopo la seconda scossa abbiamo ritenuto necessario offrire indicazioni al pubblico perché rivolgessero i propri acquisti di solidarietà a veri produttori del territorio, e lo abbiamo fatto dopo una verifica e una mappatura: le realtà elencate sono aziende in grado di poter rispondere positivamente a una richiesta di prodotto” spiega Sonia Chellini, umbra, vice-presidente di Slow Food.
L’associazione, aggiunge, sta lavorando a un progetto post-emergenza, per “agevolare la rimessa in modo delle filiere distributive, del sistema locale del cibo, attraverso la creazione di punti d’aggregazione delle comunità, sulla scorta di quanto fatto a L’Aquila con il ‘Mercato contadino’ dopo il terremoto del 2009 -racconta Chellini-: stiamo programmando incontri con le comunità locali, per capire se questa intuizione è percorribile, e può essere articolata. Quest’esigenza di consultazione è radicata nell’esperienza degli Stati generali delle Comunità dell’Appennino”, un progetto che Slow Food porta avanti dal 2013, e che proprio a fine ottobre ha visto riunirse -in Molise- la prima assemblea dei sindaci dell’Appennino.
(aggiornato il 20 dicembre, alle 10.57)
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