Altre Economie
Per un pugno di titoli, salviamo i piccoli scaffali – Ae 45
Numero 45, dicembre 2003Il mercato è sempre più nelle mani di grandi editori e catene distributive. Allora è arrivato il momento di essere consumatori critici anche in libreria. Premiando la cultura e il coraggioTra le righe, la logica è un…
Numero 45, dicembre 2003
Il mercato è sempre più nelle mani di grandi editori e catene distributive. Allora è arrivato il momento di essere consumatori critici anche in libreria. Premiando la cultura e il coraggio
Tra le righe, la logica è un po' quella del supermercato: grandi superfici suddivise in reparti, la merce nuova in bella vista, offerte speciali, sconti e occhio al fatturato.
I colossi -pochi- avanzano indisturbati, mentre i piccoli muoiono in silenzio o sopravvivono a fatica. Sembra un'ordinaria storia di grande distribuzione, con la differenza che qui si parla di librerie, megabookstore contro punti vendita indipendenti.
Un mercato che non si limita a “spacciare” intrattenimento, ma anche informazione e cultura. Ecco perché, concentrato nelle mani di pochi, crea preoccupazione. Ed ecco perché questo servizio di Ae è una proposta: il consumo critico fatelo anche in libreria, scegliendo quelle più piccole e, magari, più attive sul versante culturale.
In queste pagine ve ne raccontiamo alcune, ma sono solo pochi esempi di una realtà viva e diffusa in tutta Italia, da scoprire.
Prima di addentrarci nella questione, occorre un'avvertenza: questa non è la chiamata al boicottaggio delle grandi catene di librerie (molte di esse applicano politiche criticabili ma hanno anche proposte interessanti) ma un invito ad aprire gli occhi su una trasformazione importante del mercato, che ci riguarda da vicino, e a preferire i soggetti di valore che da questa trasformazione rischiano di uscire con le ossa rotte.
L'identikit delle librerie è una realtà frammentata, con 2 mila soggetti (a cui andrebbero aggiunti gli altri canali di vendita, come cartolibrerie, ipermercati, edicole) di cui 500 tra librerie di catena e grandi librerie indipendenti. Un mercato nelle mani di pochi, se si pensa che su un fatturato complessivo di oltre 1 miliardo di euro, i soli punti vendita delle Librerie Feltrinelli si portano a casa ben 300 milioni.
I piccoli e medi librai indipendenti sono accerchiati: su 15,4 milioni di italiani che acquistano almeno 1-2 libri l'anno, il 39,2% ha come canale principale (ma non esclusivo) la libreria di catena, il 33,7% la grande libreria indipendente e il 30,1% la grande distribuzione vera e propria (super e ipermercati, autogrill). Alle librerie piccole e medie, cioè a 1.500 punti vendita, resta appena il 27,5% dei clienti. Il megabookstore di catena è quello che si sta imponendo ed è legato a poche sigle: Feltrinelli, Fnac, Mondadori, Messaggerie-Libraccio. Ben precise le caratteristiche: presente in città medie e grandi, oppure all'interno di centri commerciali, in modo da poter contare su un elevato passaggio di clienti, superfici che raggiungono anche i 3.500 metri quadrati di estensione, ricca offerta di titoli (anche 30 mila per punto vendita) concentrati soprattutto su quelli che rendono di più, in termini economici. Largo quindi a novità e best seller di narrativa, un mondo con una vita media brevissima, due-tre mesi al massimo, dopo i quali entrano in scena i nuovi arrivi. Tutto il resto, cioè il cosiddetto “catalogo” che comprende i titoli più datati, i classici, la saggistica, occupa i livelli più bassi nella personale classifica dei manager delle super-librerie. Perché, banalmente, vende meno.
E sempre più, questi giganti, del centro commerciale prendono anche l'aspetto e la filosofia, diventando “multicenter” o “multistore”. All'interno oltre ai libri si trova di tutto, o quasi: giornali, cd musicali, informatica, cartoleria, biglietteria, addirittura bar. L'obiettivo è quello di intercettare il maggior numero di possibili clienti (lettori o no poco importa) che, entrando nei mega centri scintillanti senza un motivo preciso, alla fine potrebbero anche decidere di comprare un libro.
È quello che accade ad un quinto dei clienti, quel 20% che acquista d'impulso, senza averne avuto la minima idea prima di varcare la soglia del negozio. I piccoli sono svantaggiati anche sul fronte commerciale, perché le grandi catene -integrate in un sistema verticale che raggruppa editori, distributori e punti vendita- riescono a spuntare sconti elevati sul prezzo di copertina (anche il 40%) e, di conseguenza, a proporre ai clienti sconti e offerte speciali che le librerie indipendenti, avendo margini inferiori, non possono permettersi. Una sofferenza concreta, che porta troppo spesso i librai a gettare la spugna. Basti pensare che tra il 1995 e il 2001, a Milano ha chiuso l'11% delle librerie, 12 solo nel 2000 a fronte di appena 4 nuove aperture. E questo in una città che vanta il 46% delle librerie della regione e registra un quarto delle vendite di libri in Italia.
Ma i piccoli sono da preferire non tanto per una sorta di beneficenza (cioè per aiutarli a sopravvivere) quanto per la ricchezza di cui effettivamente dispongono. Sono sempre più, infatti, quelli attivi dal punto di vista culturale, che offrono tra l'altro un grado di specializzazione e di approfondimento nella scelta di titoli ed editori che difficilmente troverete nei megastore.
Non sempre, questo è vero, le piccole librerie riescono a soddisfare il desiderio immediato di un cliente. Ma se non riuscite a trovare il libro che vi interessa, basta ordinarlo, scoprendo così che la piccola libreria, di solito, è molto più snella nei movimenti e riesce a garantire tempi di attesa ridotti.
Infine, non bisogna sottovalutare il rapporto diretto che si crea con il libraio di fiducia, aspetto che in un moderno bookshop (e, a maggior ragione, al supermercato) si perde o segue logiche commerciali.
“Il vantaggio, per esempio -osserva Renato Mele della storica Libreria Tadino di Milano- è che io posso permettermi di consigliare ai clienti un libro che ho letto e amato. Altrove ti propongono solo gli autori che vendono di più o i titoli delle case editrici che assicurano uno sconto maggiore”.!!pagebreak!!
No allo sconto senza limiti
Lo sconto no. Parte da qui la protesta dei librai indipendenti -piccoli e medi in particolare- contro liberalizzazione dei prezzi dei libri. Oggi la legge sull'editoria fissa lo sconto massimo al 15% (in precedenza arrivava al 20%), per tutto il 2004 almeno, quando questo limite verrà ridiscusso. Ma per i librai indipendenti (che a settembre sono pure scesi in piazza, ignorati dai più), la pratica andrebbe abolita perché favorisce solo grandi catene e supermercati, che hanno margini maggiori sulla vendita dei libri e possono anche permettersi promozioni “in perdita”.
Info: Sindacato italiano librai, tel. 06-47.251, www.sindacatolibrai.it oppure Associazione librai italiani, tel. 06-85.30.19.70, www.aliass.org
La libreria Hobelix di Messina
La rivincita contro l'impero
La chiave di tutto sta nel nome: Hobelix. La storia è quella che Caterina Pastura avrà ripetuto centinaia di volte da quando, nel 1978, ha fondato con altre 9 persone questa cooperativa libraria a Messina. Hobelix (con l'aggiunta di un “H” per questioni di “copyright”) è un personaggio dei fumetti che vive in un villaggio dell'antica Gallia:
“E cosa fa? Si difende dall'impero romano. E noi, fuor di metafora, siamo nati proprio contro le occupazioni culturali”. Un gruppo di studenti più qualche intellettuale che, 25 anni fa, inaugura uno spazio di 38 metri quadri per dare voce all'editoria vicina al “movimento” e spazio alle pubblicazioni universitarie. Oggi sono cambiate molte cose, dei soci iniziali ne sono rimasti 2 (ma se ne sono aggiunti di nuovi) ma Hobelix è rimasta una voce fuori dal coro. Spiega Caterina: “Abbiamo sempre puntato su un 'mondo possibile' che non avesse la forma di un salvadanaio”. Nelle suggestive sale della nuova sede aperta nel 1982 e ingranditasi nel tempo, trovate l'editoria di progetto, che poi spesso significa piccole case editrici con titoli di qualità, libri universitari, e largo spazio al settore bambini e ragazzi, a cui è dedicato il secondo piano usato anche per le attività culturali della libreria: presentazioni, dibattiti, concerti, esposizioni d'arte. E poi i laboratori di lettura per le scuole e il “Tappeto volante”, una nuova proposta che coinvolge i bambini tra i 3 e i 5 anni con i propri genitori.
Questo non significa che per comprare i libri dei grandi editori o l'ultima novità dovete cercare altrove. Semplicemente da Hobelix troverete in evidenza i libri di Stampa Alternativa, per dire, piuttosto che il nuovo Ken Follet. E cinque librai attenti come Caterina, “sconcertata” (e preoccupata) perché di “un libro come quello di Melissa P. ne abbiamo vendute 100 copie”, mentre Coetzee fino alla recente assegnazione del Nobel se lo filavano in pochi. E invece “bisognerebbe leggere tutto di lui, per lo meno 'Aspettando i barbari'”. La particolarità di Hobelix la si vede anche in vetrina, dove oltre ai libri c'è uno spazio fisso dedicato ai prodotti del commercio equo e solidale (con pubblicazioni in tema), alimentari e artigianato vengono venduti all'interno, nella nuova sala aperta da poco, che a lavori ultimati diventerà caffetteria, ovviamente con i prodotti del fairtrade, e spazio multimediale. Le prove generali le hanno appena fatte: il mese scorso la libreria ha ospitato le “colazioni eque” lanciate da Ctm Altromercato.
Libreria Hobelix, a Messina in via dei Verdi 21, tel. 090-77.40.46, www.hobelix.it !!pagebreak!!
77 punti vendita e 300 milioni di fatturato: i numeri di Feltrinelli, la piglia tutto
I colossi del settore, con un fatturato di 300 milioni di euro nel 2003. Quello delle librerie Feltrinelli è un impero cresciuto davvero molto dalla prima libreria aperta nel 1952.
Oggi la società -indipendente dalla casa editrice anche se legata ad essa- conta 77 punti vendita, comprese le nuove aperture di dicembre a Milano, Napoli, Roma e Parma. A questi vanno aggiunti i 22 RicordiMediaStores, cioè la più grande catena italiana per la distribuzione musicale, che Feltrinelli ha acquistato nel 1995 dalla Bmg.
Le librerie (che hanno di recente acquisito anche 37 negozi della Rizzoli) presentano diverse tipologie: le Librerie Feltrinelli, cioè i punti vendita monoprodotto con superfici di media grandezza; le Feltrinelli International, dedicate ai libri in lingua originale; le Feltrinelli Libri e Musica, negozi multiprodotto diffusi nelle grandi città con i megastore, ma anche in centri di medie dimensioni; le Feltrinelli Village nei centri commerciali. La varietà dei titoli dipende dalle dimensioni del punto vendita, ma anche dalla sua natura: una Feltrinelli Village, per esempio, privilegia le novità sul “catalogo”.
Archivi del '900, poesia milanese
Scommessa tascabile
Benvenuti nel regno dei piccoli editori. È questa la strada di Archivi del '900, cinque vetrine per una libreria molto curata a pochi passi dal Duomo di Milano. Lo spazio è stato riorganizzato di recente, da quando un paio di anni fa Luigi Olivetti (un passato da psicoterapeuta infantile e da sempre un appassionato di libri) l'ha rilevata, ma la libreria è attiva dal secondo dopoguerra, con l'insegna Cino del Duca prima e Libreria del tascabile poi. Rinnovata ma non snaturata -il tascabile occupa ancora un posto d'onore- lo spazio è dislocato su tre livelli, a cui corrispondono altrettante sezioni. Poesia arte e musica al piano terra, saggistica classici e, soprattutto, editoria per bambini e ragazzi al piano interrato, mentre il soppalco è interamente dedicato alla piccola e media editoria. È questa una delle anime più interessanti di Archivi del '900: “È il nostro modo per distinguerci -spiega Olivetti-, cercando di soddisfare non solo una clientela che punta alla pubblicazione economica, ma anche chi cerca libri di qualità”. Il processo è stato affiancato da un lavoro ad hoc per creare un'atmosfera accogliente, con uno studio sull'arredamento (mobili in legno scuro e ottone) e sui punti luce.
A tutto questo si affianca l'attività culturale, gestita dall'associazione Archivi del '900, da cui la libreria prende il nome, e che ha come presidente proprio Olivetti. Fondata 7 anni fa per organizzare eventi legati alla poesia, oggi si occupa dei corsi di scrittura creativa (sia narrativa che poesia), presentazioni di libri e incontri con i piccoli editori, opere teatrali come gli “Argonauti in scena”, atto unico messo in scena lo scorso giugno. L'ultima nata è la casa editrice, in cui Olivetti s'è buttato a capofitto pubblicando una decina di titoli in poco più di un anno. Forse troppo: “È una cosa complessa -conferma- per cui abbiamo deciso di prenderci una pausa di riflessione, per ricompattare l'attività”. Alla storia della libreria si unisce la tecnologia del sito internet appena rinnovato. Una finestra da cui è possibile visitare, virtualmente, i locali con le diverse sezioni e verificare la presenza o meno di un libro. Se qualche titolo non fosse presente, anche l'ultimo scintillante best seller americano per dire, la libreria assicura l'evasione degli ordini dei clienti nel giro di qualche giorno. È attivo anche un database con i riferimenti dei principali piccoli editori italiani e in futuro verrà attivata la vendita di libri on line.
Libreria Archivi del '900, a Milano in via Marino angolo via Ragazzi del '99, tel. 02-86.43.04, www.archivi900.com !!pagebreak!!
Altre idee a Milano
Libreria Tadino. Libri per creare relazioni e impegno nel sociale. È la “ricetta” di questa cooperativa nata negli anni '70 da un gruppo di milanesi (tra cui David Maria Turoldo) e dal sindacato Cisl. Punti di forza: filosofia e religioni, volontariato, letterature del Sud, bambini e ragazzi, piccoli editori. Grande attenzione al carcere: la libreria lavora a San Vittore, dove ha aperto le biblioteche, e nel penitenziario di Bollate. Tra l'altro raccoglie libri da portare ai detenuti. Libreria Tadino, via Tadino 18, Milano, tel. 02-29.51.32.68.
Crapapelada. Fuori gli adulti! O quasi. Libreria dedicata a bambini e ragazzi, con svariate attività, dai laboratori creativi e di manipolazione alle fiabe raccontate. Libreria Crapapelada, via Savona 12, 02-89.42.92.93, www.crapapelada.net
150 metri quadri e 40 mila potenziali clienti. Solo così Mondadori si dà in franchising
Mondadori è una rete in franchising. È questa la caratteristica di quasi tutte le sue librerie, 127 punti vendita con insegna “Mondadori” o “Gulliver” e un fatturato nel 2003 di 35 milioni di euro (erano 18,9 milioni lo scorso anno).
Per aprire una libreria in franchising bisogna rispettare criteri precisi: possedere (in proprietà o in affitto) un locale di oltre 150 metri quadrati in una città con almeno 40 mila abitanti e avere una discreta somma di denaro per partire: l'investimento iniziale per arredi, insegna e quota di ingresso varia infatti tra i 40 e i 70 mila euro. L'assortimento dei libri viene deciso dall'ufficio marketing della Mondadori Franchising spa in base alle potenzialità di vendita -e, per questo, punta molto sulle ultime novità- e la merce viene fornita al libraio in conto deposito. Ma gli incassi maggiori sono quelli dei negozi gestiti direttamente da Mondadori: 56,5 milioni di euro (nel 2002) suddivisi tra 12 librerie e 5 multicenter, cioè i megastore con superfici che arrivano anche a 3.500 metri quadrati e offrono libri, computer, telefonia, fotografia, informatica e internet cafè.
“Senza memoria si è dominati”
I libri, il fuoco e la passione
L'elemento comune, qui, è certamente il fuoco. Intanto perché ci troviamo a Campo de' Fiori, la famosa piazza di Roma dove, nel 1600, l'Inquisizione bruciò vivo il filosofo Giordano Bruno, con il suo sapere scomodo.
E poi perché il fuoco sta nel nome stesso di Fahrenheit 451, la libreria che Catia Gabrielli gestisce dal 1989. Il nome rimanda diretto all'omonimo libro di Ray Bradbury, ambientato in un'inquietante società del futuro dove il potere cerca i libri per distruggerli, mentre un gruppo di “ribelli”, per resistere, li impara a memoria e si tramanda le opere oralmente. “Mi sembrava adatto per una libreria -spiega Catia-, per sottolineare che il libro è un elemento che aiuta ad acquisire una coscienza critica, e che senza memoria si può essere dominati”.
Aperta tutti i giorni fino alle 24, Fahrenheit 451 nasce, e sopravvive, con una forte passione (ecco un altro fuoco) per tutto quello che è cinema, fotografia, arte e spettacolo e ancora oggi è un punto di riferimento cittadino per chi voglia trovare pubblicazioni in questi ambiti. Ma non è un negozio per addetti ai lavori e non delude neppure chi è alla ricerca d'altro.
Lo spazio è suddiviso in tre ambienti, ognuno dedicato a settori specifico. Appena entrati si trova la narrativa (con un occhio di riguardo per la piccola e media editoria), poi la saggistica e le arti visive e, nella terza stanza, i libri per ragazzi. I volumi sono suddivisi per argomento oppure per collana, per facilitare l'individuazione dei titoli. In vetrina potete trovare una certa varietà di titoli, dalla biografia di Tina Modotti a “La politica perduta” di Marco Revelli, ma anche l'immancabile Harry Potter o il tormentone Melissa P. con i suoi “Cento colpi di spazzola…”. Qui Catia mette le mani avanti: “Non è una tipologia che ci interessa -assicura- però vende tantissimo, e con questi titoli campiamo…”.
Accanto ai libri hanno visto la luce altre attività che, negli anni, sono poi diventate autonome. Come l'iniziativa “Libri in campo”, appuntamento estivo in piazza con autori, libri e spettacoli, che oggi cammina sulle proprie gambe con altri organizzatori, ogni estate a Trastevere. Oppure la casa editrice che porta lo stesso nome della libreria (la trovate qui: www.edizionifahrenheit451.it), anche se ha preso strade diverse.
Le iniziative culturali proseguono costanti tra gli scaffali dei libri, qui a Campo de' Fiori: presentazioni di libri, incontri sul cinema (quelli con i registi presenti a Cannes per esempio) e mostre fotografiche. Per tutto il mese di dicembre potete ammirare gli scatti di Gregory Acs nell'esposizione “Geometricit[t]à”.
Libreria Fahrenheit 451, a Roma in piazza Campo de' Fiori 44, tel. 06-68.75.930, e-mail libreriafahrenheit451@yahoo.com !!pagebreak!!
A Roma la cultura fiorisce in periferia
23 librerie nuove in periferia. È il progetto del Comune di Roma, che ha deciso di finanziare nuove aperture dopo aver constatato che quasi tutte le librerie della città sono concentrate in centro. Due le tipologie di negozio: 20 librerie vere e proprie, ciascuna finanziata con 50 mila euro a fondo perduto, e 3 “bibliolibrerie”, ovvero punti vendita di una cinquantina di metri quadrati (e 25 mila euro di finanziamento) all'interno di altrettante biblioteche cittadine. L'iniziativa ha registrato un buon successo: al bando di concorso hanno risposto in 120. Le librerie apriranno nel giro di qualche mese, non appena terminerà il periodo di formazione dei neo-librai. Info: Assessorato alle Politiche per le Periferie, per lo Sviluppo Locale, per il Lavoro, tel. 06-67.10.62.30, www.autopromozionesociale.it
Mel Bookstore e Messaggerie, l'impero sconosciuto dell'editoria verticale
I Mel Bookstore sono nati da un matrimonio: quello tra Messaggerie Libri e il gruppo Il Libraccio. Megastore nati nel 1995 e oggi presenti a Bologna, Ferrara, Padova, Roma e Firenze, pensati per i centri storici di città medio-grandi, con negozi tra i 750 e i 2 mila metri quadrati. 18,5 milioni di euro il fatturato. L'offerta varia dai libri (compresa la scolastica nuova e usata) a cd musicali e prodotti multimediali, t-shirt, cartoline e “gadgets”. L'assortimento viene scelto dai responsabili dei negozi, calibrando l'offerta sulle vendite di ciascuno. Tra le varie promozioni, quella dei libri e dischi “perduti e ritrovati”, con titoli nuovi o usati a metà prezzo.
I Mel Bookstore fanno capo per il 50% ad un impero sconosciuto ai più, quello, appunto, di Messaggerie. Il gruppo è il perfetto esempio di integrazione verticale in editoria e riunisce il maggiore distributore italiano di libri e periodici, case editrici (controllate o partecipate: Longanesi, Corbaccio, Salani, Guanda, Ponte alle Grazie, Nord, Tea, Super Pocket, Laterza, Vallardi, Garzanti, Piemme…), la libreria online Internet Bookshop, il portale Alice.it e, da qualche anno, anche i megastore.
Cinema, teatro e fumetto d'autore a Torino
Qui il best seller è fuori mercato
Parola d'ordine: plurispecializzazione. È questa la forza della libreria Comunardi di Torino, uno spazio che, con i suoi 250 metri quadri di estensione nel centro storico della città, non rientra certo nella categoria delle piccole librerie, ma in quella delle esperienze “impegnate” sì. La Comunardi nasce nel 1976 e si caratterizza da subito come una sorta di laboratorio storico-politico, dove poter reperire materiale e pubblicazioni sulle tematiche del movimento di contestazione dell'epoca.
Libri e riviste introvabili altrove: “Avevamo la fama di essere una libreria 'estremista' -racconta Paolo Barsi- che teneva pubblicazioni sconosciute, di editori che magari oggi non esistono più, come Savelli, Mazzotta, De Donato, Bertani…”. Ma la libreria doveva poi fare i conti con il più prosaico bilancio e cercare di sopravvivere. Da qui la scelta di puntare su libri più appetibili dal punto di vista commerciale: cinema, teatro e, soprattutto, fumetto d'autore. “Siamo stati i primi a Torino a dedicare, già nel 1978, una grossa sezione a quest'area”, che ancora oggi è una delle anime principali della Comunardi, soprattutto per quel che riguarda il fumetto, belga, francese e italiano. Ma tra gli scaffali disposti nell'unico ambiente della libreria troverete anche molta narrativa, di piccoli e medi editori, suddivisa per Paese d'origine. Il best seller c'è, inutile negarlo, ma va molto meno del resto: “Sono i nostri clienti -conferma Barsi- a non richiedere un certo tipo di libri. I numeri li facciamo sulla piccola editoria, che è ancora quello che ci caratterizza”. E poi il settore periodici con 500 testate e un buon numero di riviste e quotidiani da edicola.
L'attività culturale ha distinto la libreria Comunardi fino a metà degli anni '80 e in origine, in effetti, lo spazio veniva utilizzato per metà come sala conferenze. “Ma nel 2004 si riprende, con una nuova saletta per i dibattiti”. Ma dimenticatevi gli scrittori di grido: “L'attenzione sarà rivolta quasi esclusivamente a spettacolo e saggistica”. Buon sangue non mente. Libreria Comunardi, a Torino in via Bogino 2, tel. 011-81.70.036. !!pagebreak!!
A suon di sconti lo sbarco dei francesi di Fnac
Arrivano gli stranieri: i francesi di Fnac sono sbarcati a Milano nel 2000 con un negozio su quattro piani per 3.500 metri quadrati di superficie. Oggi sono presenti in altre 4 città (Genova, Torino, Verona, Napoli) e i punti vendita oltre allo spazio libreria hanno anche i reparti audio e video, fotografia, hi-fi, informatica, telefonia e biglietteria. Fnac è nata nel 1954 per offrire ai suoi soci sconti su particolari prodotti in una serie di negozi. E ancora oggi la società fa del prezzo uno dei suoi punti di forza. Celebre l'iniziativa per cui se in città trovate uno stesso articolo a un prezzo inferiore a quello di Fnac, loro ti rimborsano la differenza. E poi sconti ai soci, i più alti (15%) proprio sui libri. Oggi ha 97 punti vendita in tutto il mondo, di cui 64 in Francia (dove, solo nel settore dei libri, occupa il 15,3% del mercato nazionale) e 17 mila dipendenti.
Libraccio&Co, quando la libreria si incatena
Megastore a parte, in Italia le catene di librerie sono piuttosto diffuse, come emerge dal recente censimento di Bookshop, rivista specializzata per librai ed editori. Ecco le realtà principali.
Libraccio. È un gruppo di librerie indipendenti riunite sotto la medesima insegna nato nel 1979 con la vendita di testi usati davanti all'Università Statale di Milano. Oggi ha 17 punti vendita in 11 città del Nord e Centro Italia e un fatturato di 20 milioni di euro. Oltre ai libri (varia e scolastica, usato e nuovo), vende anche cd musicali e video. Dal 1995 è in società con Messaggerie Libri per la gestione dei Mel Bookstore. Tra le iniziative più interessanti il “Catalogo dei libri ritrovati”, che raccoglie titoli introvabili, nuovi e usati, venduti a metà prezzo.
Giunti al Punto. Ben 85 negozi (più 2 in franchising) in tutta Italia, legati alla casa editrice fiorentina, con superfici tra i 150 e i 500 metri quadrati. La nuova insegna sostituisce quella delle librerie “Demetra”.
San Paolo e Paoline. Legate alla Società di San Paolo e alle omonime case editrici, sono le maggiori catene di librerie religiose, ma vendono anche narrativa di editori “tradizionali” (dopo una severa selezione), audiovisivi, oggettistica. La San Paolo ha 15 librerie (e 11 milioni di euro di fatturato), le Paoline 56.
Librerie del Centro. Nate e pensate appositamente per i centri commerciali e le località turistiche, contano 62 punti vendita. Oltre ai libri, cd musicali e articoli di cartoleria e internet point.
Punto Touring. 26 librerie specializzate in turismo, i negozi del Touring Club Italiano offrono guide, carte e mappe e narrativa di viaggio, ma funzionano anche come vere e proprie agenzie viaggi, con pacchetti turistici ed emissione di biglietti aerei e marittimi.