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Altre Economie / Intervista

Per la cooperativa Iris è tempo di bilanci. A che punto è la trasformazione di Astra Bio

È trascorso oltre un anno dai cambiamenti che hanno interessato la società di trasformazione legata alla cooperativa Iris di Calvatone (CR), pioniera della filiera biologica dal 1978. Nel 2020 il rilancio auspicato non c’è stato. Il socio Feinrohren è uscito di scena, coinvolto Il Mangiar sano (Germinal) nella gestione. “I primi passi sono belli e incoraggianti”, spiega Maurizio Gritta, anche nei rapporti con i Gas

© Iris

Per il “mondo Iris” e per l’omonima cooperativa agricola di Calvatone (Cremona), pioniera della filiera biologica dal 1978, è tempo di bilanci. È trascorso infatti oltre un anno dai profondi cambiamenti che hanno interessato in particolare la Astra Bio Srl, un tempo interamente di proprietà della Iris soc. coop. che lì conferiva e conferisce tutt’ora le proprie produzioni.

Che cosa era successo? Nel giugno 2020 era stata costituita la Organic Club Fm Srl con sede a Brescia. I soci erano due: la Tasci Srl (al 25%) e la Feinrohren Spa (al 75%). La prima è proprietaria del marchio Montura, la seconda è tra i primi produttori al mondo di tubi e capillari di rame. L’amministratore unico di Astra Bio, rappresentante del socio di maggioranza, è Roberto Pasotti. La Organic Club Fm di lì a poco, mediante un aumento di capitale, diventa socio di maggioranza di Astra Bio al 70% delle quote. Iris cooperativa scende dal 100 al 30%. L’obiettivo dichiarato è quello di affrontare le pesanti difficoltà della società di trasformazione, interrompendo un prolungato processo di svalorizzazione.

L’operazione societaria agita però diversi attori dell’economia solidale -dai gruppi di acquisto, alle reti e ai distretti- che sollevano dubbi e chiedono chiarimenti. Gli interrogativi sono legittimi: che fine farà il pastificio? Chi sono i nuovi soci? Chi gestirà la logistica per i Gas? Che fine farà il riso? C’è una visione comune tra la cooperativa e Astra Bio? Nell’ottobre 2020 Fulvia Mantovani, tra le anime di Iris, fa il punto della situazione e rassicura sul fatto che le “radici profonde” della cooperativa non si sarebbero “smosse”. Come è andata a finire? 

I bilanci 2020 di Astra Bio e della cooperativa Iris aiutano a capirlo. La prima ha registrato perdite per 3,8 milioni di euro (contro circa 1 milione del 2019), la seconda, anche per effetto delle svalutazioni della prima, ha perso 2,6 milioni. Il rilancio auspicato stenta, qualcosa non va. Ed ecco una nuova, significativa, “rivoluzione”. Nell’estate 2021 Feinrohren esce di scena, Tasci cresce in Astra Bio e viene individuato un nuovo partner industriale per la gestione della “fabbrica”. È Il Mangiar sano Spa, proprietaria del marchio commerciale Germinal. Come un anno fa abbiamo chiesto a Iris, nella persona di Maurizio Gritta, fondatore della cooperativa, di aiutarci a fare chiarezza.

Maurizio, che cosa è successo dall’intervista di Fulvia dell’ottobre 2020?
MG Dopo il primo anno di esperienza il socio di maggioranza della Organic Club, ovvero Feinrohren, responsabile della gestione diretta della parte industriale di Astra Bio ha comunicato a Iris la sua volontà di abbandonare la gestione industriale lasciando in capo alla cooperativa Iris e a Tasci Srl l’incombenza di riorganizzare l’assetto societario di Astra Bio Srl.

E l’altro socio, Tasci Srl?
MG Roberto Giordani, che ne è il proprietario, non ha smesso di crederci, ponendo prima di ogni cosa l’importanza della filiera agricola biologica di Iris e della sua continuità. Per questo ha deciso di rilevare le quote di Organic Club e garantire la continuità aziendale.

Oggi infatti la Organic Club vede Tasci Srl di fatto al 100%. Uscita però la Feinrohren chi gestisce direttamente Astra Bio?
MG Chiarite le forti motivazioni della Organic Club, questa sa di non poter gestire la fabbrica. Ma il legame con Iris è così forte che tra maggio e giugno 2021 Giordani, con Iris, hanno individuato un partner del biologico nella ditta Il Mangiar sano Spa (Germinal è il marchio commerciale), guidata da Emanuele Zuanetti,  già cliente di Iris per le materie prime come ceci e miglio. 

I soci di Astra Bio dall’estate 2021 sono diventati tre: la Organic Club (Giordani) al 61%, Il Mangiar sano (Germinal) al 35% e la cooperativa Iris al 4%. È andata in porto la “proposta” di riassetto e ricapitalizzazione.
MG Esatto. Il Mangiar sano gestisce in autonomia il pastificio e Astra Bio. Condividendo il contratto di filiera tra Iris ed Astra si è garantita la filiera Iris per le materie prime (grano duro, tenero, farro, etc.), tutelando il marchio Iris, il reddito dei nostri agricoltori che hanno i contratti di coltivazione con Iris e con una forte prospettiva di sviluppo. Abbiamo già pianificato un incremento delle semine.

Lo scorso anno Fulvia ci disse che il pastificio sarebbe stato venduto ad Astra Bio al valore di bilancio. È andata in un altro modo, giusto?
MG L’opificio è rimasto di proprietà della cooperativa che lo affitta ad Astra Bio in cambio di un canone.

Come sono andati i primissimi passi della nuova gestione?
MG Benissimo. Abbiamo ritrovato il dialogo, l’incontro, ripreso a immaginare iniziative sui territori, fiere, e riattivato le relazioni raffreddate con i gruppi di acquisto solidale. Con Emanuele Zuanetti, oggi presidente del cda di Astra Bio, abbiamo deciso che questi rapporti e relazioni così preziosi vengano gestiti in collaborazione con Iris. All’incontro organizzato domenica 26 settembre in cooperativa con i soci, di cui molti sono gasisti, si è respirato un bellissimo clima di ripartenza e di rete. È il nostro capitale.

Al tempo di Feinrohren quello dei Gas e in generale dei rapporti con il “mondo Iris” era un punto dolente.
MG Non lo nego ma abbiamo cambiato rotta e l’avvio è stato molto bello e incoraggiante.

I Gas lamentavano ad esempio il cambio della piattaforma logistica.
MG Avevano ragione e appena è stato possibile abbiamo cambiato. Ci siamo affidati come Astra Bio alla società Gamma di Brescia, la piattaforma distributiva de Il Mangiar sano. Il servizio è cambiato completamente rispetto alla precedente società (Number 1, ndr) e i Gas oggi possono avere il tracciato della spedizione.

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