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Ambiente / Intervista

Nell’alto bellunese si cementifica il territorio con il pretesto delle Olimpiadi

Il cantiere Anas a San Vito di Cadore, visto da drone. In vicinanza il lago di Mosigo

Il paesaggio di San Vito di Cadore è stato stravolto dall’avvio dei cantieri preparatori per la realizzazione di una variante Anas inserita tra le opere a traino dei Giochi del 2026. I comitati denunciano gli impatti ambientali e il rischio idrogeologico. Intervista a Roberta De Zanna, consigliera comunale a Cortina d’Ampezzo

Nelle ultime settimane il paesaggio di San Vito di Cadore (Belluno) è stato stravolto. La causa sono i lavori per la realizzazione di una variante che avrebbe il dichiarato scopo di migliorare la viabilità verso la vicina Cortina d’Ampezzo (ne abbiamo scritto qui).

Il progetto Anas, che prevede una bretella di 2,3 chilometri, due rotatorie, un ponte a unica luce di 80 metri, un viadotto e quattro gallerie antirumore, era già in programma ancora nell’ambito dal Piano di adeguamento della viabilità statale per i Mondiali di sci alpino del 2021 e il collaudo tecnico si sarebbe dovuto fare entro il 31 dicembre 2022. Ora le attività di scavo sono cominciate: 1,5 chilometri di prato ad alto valore ecologico e paesaggistico, oltre che storico, sono stati rimossi e al loro posto c’è una lunga striscia di terra brulla delimitata da una recinzione che lambisce addirittura abitazioni e strutture scolastiche.

I membri del comitato “No variante Anas di San Vito di Cadore” stanno cercando di tutelare il territorio, ricordando anche che il Cadore è una zona soggetta a elevato rischio idrogeologico e che ogni nuova infrastruttura richiederebbe un approfondito studio e lavoro di messa in sicurezza dei versanti soggetti a colate detritiche. Roberta De Zanna, consigliera comunale di minoranza con la lista “Cortina bene comune”, auspica maggiore collaborazione tra le amministrazioni della valle cadorina e la fine della cementificazione dei territori di montagna. L’abbiamo intervistata.

Consigliera De Zanna, la strada statale 51 di Alemagna è sottoposta a molti cantieri stradali, alcuni previsti per i Mondiali di sci alpino del 2021 e altri per i Giochi olimpici Milano-Cortina 2026. Il Cadore ha veramente bisogno di tutto questo cemento?
RDZ Lungo la statale 51 ci sono diversi cantieri volti a realizzare varianti stradali e circonvallazioni che attraverseranno gli abitati della valle del Boite. Se da un lato alcune di queste opere possono essere valide, la cosa che più salta all’occhio è la tangenziale di San Vito di Cadore: nel paese si sta compiendo uno scempio ambientale enorme e si sono sacrificati 1,5 chilometri di prato, a Sud del centro urbano, per la costruzione di un viadotto che sarà veramente molto impattante. Forse si sarebbe potuto trovare un’altra soluzione? Penso che a San Vito di Cadore ci debba essere un’azione popolare e si debba pretendere un’alternativa. Anche a Cortina è prevista la realizzazione di una variante, per la quale sono in corso dei sondaggi esplorativi. Ma ciò che emerge in questi paesi di montagna è che sorgono tutti su dei terreni molto fragili, il dissesto idrogeologico è un dato di fatto, quindi pensare di realizzare grandi opere viarie presuppone che si debba fare i conti con questo problema. A Cortina è prevista una galleria lunga ben 4,5 chilometri che attraverserà una frana. Lì il terreno non si presta a un’opera del genere. Senza parlare poi del materiale di risulta che deriverebbe da un tale scavo; si parla di 1,8 milioni di metri cubi di detriti che andrebbero spalmati da qualche parte o smaltiti in discarica.

Che cosa andrebbe fatto per risolvere la viabilità verso Cortina d’Ampezzo?
RDZ Non credo che fare strade sempre più scorrevoli sia il modo giusto per risolvere il problema del traffico nelle nostre valli. Bisogna innanzitutto portare avanti un’azione comune e condivisa dai sindaci del Cadore per chiedere, in primis, un blocco del passaggio dei tir che non hanno nessuno scopo di passare da queste parti, se non per mera convenienza economica (la strada statale Alemagna è usata dai tir come bypass per evitare il pagamento del pedaggio al Brennero, ndr), ma anche un potenziamento del trasporto pubblico, che oggi è alla deriva. Basti pensare che la domenica non c’è neanche un autobus che collega le vallate del Cadore, per non parlare del trasporto urbano all’interno delle città. Il problema del traffico va affrontato in modo coordinato, trovando delle alternative dove ci sono e non limitandosi alla costruzione di nuove strade. Penso sempre al detto “chi semina strade, raccoglie traffico”, allora speriamo che ci sia ancora tempo di fermare la variante di San Vito di Cadore.

Un’altra immagine dei cantieri della variante di San Vito di Cadore

La questione dei cantieri sta causando anche importanti fratture sociali. Che cosa sta succedendo?
RDZ L’unità che ci dovrebbe essere tra questi paesi di montagna nell’affrontare un problema grande come quello della viabilità stradale non solo non c’è, ma addirittura il comune di Cortina d’Ampezzo si è schierato contro il comitato “No variante Anas di San Vito di Cadore”, costituito da cittadini che si sono autotassati e hanno investito il loro tempo e il loro denaro per contrastare quest’opera e per trovare una alternativa. Infatti, il comune di Cortina d’Ampezzo ha incaricato un legale per far fronte al ricorso portato avanti dal comitato (il comitato “No variante Anas di San Vito di Cadore”, rappresentato da uno studio di avvocati, ha avviato una causa legale davanti al Tribunale superiore delle acque pubbliche per contestare gli atti che hanno autorizzato l’opera viaria e il ponte sul Ru Seco, ndr) e a oggi la spesa di questi incarichi ammonta a circa 145mila euro. La reputo una cosa eticamente vergognosa mettersi contro i cittadini di un Comune limitrofo e spendere tutti questi soldi pubblici, quando tali risorse sarebbero state molto più utili per altro. Credo non sia una cosa buona che il Comune di Cortina d’Ampezzo non collabori con i paesi vicini, è solo dall’unione che nascono progetti veramente utili per il territorio, visto nella sua totalità. Non possiamo continuare a ragionare avendo in testa le Olimpiadi del 2026 e per questo sorpassare le esigenze dei Comuni circostanti, non è giusto, come non è giusto pensare che l’incarico della variante di San Vito di Cadore sia stato dato per facilitare il raggiungimento di Cortina d’Ampezzo. Neanche questo non è corretto da un punto di vista etico; anche se Cortina d’Ampezzo rappresenta un polo attrattivo importante vanno trovate delle soluzioni viarie alternative, come il trasporto pubblico o una migliore pianificazione dei parcheggi. Ma basta cementificare il nostro territorio.

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