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L’insurrezione culturale che a Como ha salvato e rilanciato anche il Teatro Nuovo di Rebbio

La struttura della parrocchia di don Giusto Della Valle, punto di riferimento per l’accoglienza e la solidarietà alle persone in movimento, era stata chiusa dopo un esposto anonimo. I volontari non si sono rassegnati e hanno promosso una raccolta fondi che nel giro di un mese ha mobilitato oltre 150mila euro. Poco distante anche il Cinema Astra ha appena festeggiato la riapertura della balconata. Un fenomeno in controtendenza rispetto ad altre parti d’Italia
È ancora presto per dire se a Como si tratti solo di una felice coincidenza o se la rinascita del Teatro Nuovo di Rebbio, avvenuta poche settimane dopo la fine dei lavori per la riapertura del Cinema Astra, rappresenti la conferma di qualcosa di speciale che sta accadendo sulle rive del Lario.
Mentre in molte città italiane i teatri e le sale cinematografiche lottano per la sopravvivenza -tanto che, come nel caso di Roma, attori, registi e architetti lanciano appelli per impedirne la trasformazione in supermercati- a Como si assiste a un fenomeno in controtendenza.
Le vicende dell’Astra e del Nuovo si sono intrecciate, come in un simbolico passaggio di testimone, lo scorso gennaio. Il Cinema Astra ha festeggiato la riapertura della balconata, completando così un percorso di rinascita iniziato nel dicembre 2022 dopo quattro anni di chiusura. Un risultato reso possibile da una raccolta fondi dal basso, che ha permesso di raccogliere oltre 100mila euro. Proprio in quei giorni, il Teatro Nuovo di Rebbio, altro storico punto di riferimento culturale cittadino, annunciava la necessità di avviare a sua volta una raccolta fondi per adeguarsi alle normative di sicurezza.
Tutto ha avuto inizio nel maggio 2024 con una segnalazione anonima ai Vigili del Fuoco su presunte irregolarità del Teatro. Ne è seguito un dialogo con le istituzioni locali e l’avvio, già in estate, di alcuni lavori di adeguamento. Tuttavia, gli interventi effettuati non sono stati ritenuti sufficienti dalla Commissione comunale di vigilanza che, nel novembre successivo, ha negato l’agibilità alla sala, costringendola alla serrata.
A fronte di questa situazione, a metà gennaio la parrocchia di Rebbio ha ribadito il proprio impegno per salvaguardare il Teatro, annunciando un piano di interventi del valore di 150mila euro, di cui 80mila da raccogliere tramite donazioni.
Quello che è accaduto nelle settimane successive ha superato ogni aspettativa. Non solo l’obiettivo iniziale è stato raggiunto, ma è stato abbondantemente superato: in meno di due mesi, grazie al contributo di quasi 800 tra privati, associazioni e aziende, sono stati raccolti oltre 150mila euro. Questo ha permesso non solo di coprire le spese previste, ma anche di ampliare gli interventi e realizzare lavori inizialmente accantonati per contenere i costi.
“Quanto sta accadendo ha dell’incredibile -dice Elena Parravicini, coordinatrice dei volontari che gestiscono il Teatro Nuovo di Rebbio-. Ci aspettavamo una risposta al nostro appello ma nessuno avrebbe immaginato una tale partecipazione. Siamo felici perché questo risultato certifica la bontà del lavoro dei venti volontari che garantivano il funzionamento del Teatro. Ma c’è un altro aspetto che non possiamo ignorare: questa straordinaria generosità dimostra quanto l’intera comunità sia riconoscente a don Giusto Della Valle per il suo impegno in questi anni”.
Parlare del “miracolo” in corso a Rebbio significa infatti raccontare l’impegno della Parrocchia e del suo parroco, don Giusto Della Valle. Già missionario in Camerun e attuale responsabile diocesano per la Fondazione Migrantes, don Giusto ha fatto della sua comunità un simbolo di accoglienza in un quartiere caratterizzato da un’alta percentuale di migranti.
Gli spazi della parrocchia, l’oratorio e lo stesso Teatro Nuovo hanno sempre avuto le porte aperte: sia per chi ha bisogno di aiuto, sia per associazioni in cerca di un luogo dove organizzare eventi di solidarietà e incontri culturali.
“Ogni volta che passo davanti al teatro e lo vedo chiuso, provo un profondo dispiacere -racconta don Giusto-. In un momento in cui ci sarebbero tante iniziative da ospitare e una grande richiesta di spazi per incontrarsi e discutere, è davvero un peccato. Credo che gli interventi richiesti si sarebbero potuti eseguire senza interrompere l’attività, garantendo comunque la sicurezza. Tuttavia, mi consola e mi commuove la straordinaria solidarietà che ci è arrivata non solo da Como, ma da tutta Italia. Il messaggio è chiaro: la cultura non si ferma”.
Negli ultimi anni Rebbio è diventata un punto di riferimento per le città italiane di frontiera. Qui è stata scritta la “Carta di Rebbio”, un manifesto per l’accoglienza firmato da rappresentanti di Como, Ventimiglia, Trieste, della Valsusa e da realtà come Baobab Experience, Milano solidale e del vicino Canton Ticino.
“Abbiamo ricevuto aiuti da Trieste, Milano, dai nostri amici svizzeri -continua don Giusto- ma soprattutto sono state le realtà culturali della città a unirsi per sostenerci: è davvero qualcosa di bello”.
Il 19 marzo il Teatro Sociale di Como, il più prestigioso luogo culturale della città, apre le sue porte per una serata-concerto, il cui ricavato è devoluto al Teatro Nuovo di Rebbio e all’associazione Como Accoglie.
“Non sappiamo ancora quando la sala potrà riaprire, ma ora è solo questione di tempo -conclude Parravicini-. Pensando a questa esperienza mi viene in mente la parabola evangelica del Centuplo. Quello che la comunità di Rebbio ha donato in questi anni in termini di accoglienza e aiuti sta tornando centuplicato”.
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