Altre Economie
Lecco scivola sull’acqua
di Duccio Facchini —
La maggioranza dei sindaci della provincia vota a favore dell’affidamento del servizio idrico a una società sottratta al controllo dei cittadini e destinata a fare profitti. Per evitare l’ok definitivo della Provincia, il Comitato lecchese per l’acqua pubblica e i beni comuni lancia una raccolta di firme su una proposta di delibera. Obiettivo: l’azienda speciale consortile di diritto pubblico
Sei cifre, come i 138mila "sì" espressi. Due giorni, il 12 e 13 giugno 2011. Poco più di due anni trascorsi e una sola, netta, richiesta. Rispettare l’esito referendario sull’acqua. Che deve restare fuori da logiche di profitto e affidata a un "pubblico puro". Il Comitato lecchese per l’acqua pubblica e i beni comuni ha lanciato quest’oggi una raccolta di firme provinciale per chiedere al Consiglio che la gestione del servizio idrico venga affidato a una società di diritto pubblico di primo livello e non, come votato dalla maggioranza dei sindaci lo scorso 14 maggio, a una società di secondo livello, Idroservice Srl, in pancia alla multi utility locale Lario Reti Holding Spa. Nata nel 2008, comprende 82 Comuni, di cui 65 del lecchese e gestisce acqua, gas ed energia.
A esprimere più di una perplessità sull’operazione sostenuta dai sindaci -e ripresa dall’Ufficio d’ambito competente- non ci ha pensato soltanto il Comitato lecchese per l’acqua pubblica e i beni comuni della provincia di Lecco, ma l’Associazione Nazionale Autorità e Enti di Ambito (Anea). Lo stesso soggetto cui si erano rivolti coloro che oggi sostengono la via di Idroservice. È del 27 marzo il parere intitolato “Assistenza strategica e legale per l’affidamento Ufficio di Ambito di Lecco”, dove si legge:
"Quanto all’ipotesi di affidamento a Idroservice, le criticità sono varie e cioè
a. in primo luogo il fatto che i Comuni non controllano direttamente Idroservice srl, bensì la controllano indirettamente tramite Lario Reti Holding spa, controllo indiretto che sicuramente rende più difficoltoso l’esercizio del controllo analogo, dal momento che i Comuni non siedono nell’assemblea della società;
b. in secondo luogo il fatto che non tutti i Comuni della Provincia di Lecco sono soci di Lario Reti Holding spa, talché si rende necessario che tali Comuni acquisiscano la partecipazione azionaria, obiettivamente in Idroservice srl, creandosi così due assetti proprietari: partecipazione diretta di alcuni Comuni ed indiretta per altri;
c. in terzo luogo, dal fatto che sono soci di Lario Rei Holding spa anche taluni Comuni facenti parte della Provincia di Como, che tramite detta società controllano indirettamente, ancorché parzialmente, Idroservice srl. Si rende perciò necessario adottare accorgimenti per "sterilizzare" l’ingerenza di questi Comuni su Idroservice srl. Operazione anche questa inusuale e complessa.
d. In quarto luogo il fatto che Idroservice fa parte di un gruppo, talché l’affidamento diretto può comportare limiti per le altre società del gruppo a partecipare a gare;
e. infine la necessità di adeguare lo Statuto di Idroservice Srl che non ha un contenuto sufficiente a garantire il controllo analogo ai Comuni della Provincia di Lecco"
Nessun controllo analogo, propensione fisiologica ai profitti, affidamento passibile di ricorsi dato che non tutti i Comuni della Provincia si sono riconosciuti nell’operazione Lario Reti Holding. Su quest’ultimo punto l’Anea scrive: "la prudenza impone, per evitare contenzioso, di ricercare la partecipazione (meglio se diretta) alla società di gestione affidataria in house, di un numero maggiore possibile dei Comuni facenti parte dell’ambito". Ingredienti che hanno portato il Comitato lecchese a riproporre, dopo i falliti tentativi dell’ultimo anno, il modello dell’azienda speciale consortile di diritto pubblico. Questa garantirebbe il pieno controllo da parte dei consigli comunali -e quindi della cittadinanza-, senza per questo ripercuotersi sui lavoratori o sugli investimenti sulla rete.
L’obiettivo è quello di raccogliere molte più firme delle 100 previste dallo Statuto provinciale di Lecco, portando la proposta di delibera in discussione al massimo dopo l’estate e in concomitanza con l’arrivo negli uffici dell’Ente della proposta dei sindaci dell’Ufficio d’ambito, sostanzialmente sordi alle segnalazioni documentate del Comitato.
Un assaggio di cosa significhi affidare l’acqua a una multi-utility, o parte di questa, è dato dalla risposta che Lario Reti Holding ha dato ai membri del Comitato acqua pubblica, che si erano permessi di chiedere di poter partecipare all’assemblea dei soci dell’azienda. "In caso di benestare dell’Assemblea", ha risposto Lrh, "i delegati saranno ammessi senza diritto di partecipazione alla discussione e alla votazione". Sempre che "l’autorizzazione a presenziare per due rappresentanti" venga votata dall’assemblea. Un gesto cortese, come rispettare il voto di 27 milioni di italiani.
Commenta