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Le fatiche della giustizia riparativa. Alla ricerca di un dialogo inatteso

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L’applicazione della “rivoluzione copernicana” del sistema penale va a rilento. A metà marzo mancano i Centri e i mediatori. Così i giudici non possono attivare quei percorsi che mettono al centro il vissuto delle persone coinvolte nel reato

Tratto da Altreconomia 269 — Aprile 2024

In Italia la giustizia riparativa resta ancora uno strumento dalle potenzialità inespresse. I percorsi di mediazione, infatti, non possono di fatto essere attivati: mancano sia i Centri incaricati di realizzarli sia i mediatori. A metà marzo 2024, quelli iscritti al registro istituito dal ministero della Giustizia sono meno di 25 su un fabbisogno totale di circa 140. “Ci sono criteri molto stringenti per poter accedere e purtroppo si procede a rilento”, sottolinea Maria Pia Giuffrida, presidente dell’associazione Spondé e membro della Commissione istituita dall’ex ministra della Giustizia, Marta Cartabia, per introdurre nell’ordinamento italiano una disciplina organica della giustizia riparativa, poi adottata con la riforma dell’ottobre 2022. “Rispetto al ritardo nell’applicazione -aggiunge Giuffrida- va riconosciuta la complessità della materia non solo da un punto di vista tecnico, ma anche per il cambio di paradigma culturale che richiede”.

Prima di addentrarsi nelle mancanze che

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