Diritti / Opinioni
La salute materno-infantile arranca nel mondo
Ogni anno 4,5 milioni di donne e neonati muoiono per complicanze legate a gravidanza e parto. Un’emergenza acuita da Covid-19, povertà e guerre. La rubrica di Nicoletta Dentico
Esiste un indicatore di salute più importante (almeno sotto il profilo simbolico) di quello che riguarda mamme e bambini al momento del parto? Che mondo è quello che non sa prendersi cura della donna e del neonato al momento della nascita? Domande scomode ma impellenti. Mentre in Italia si discute con toni scomposti del cosiddetto “inverno demografico”, pensando di far ritornare la primavera con piccoli interventi sotto forma di bonus (talora umilianti) che non intaccano le condizioni di precarietà delle coppie e la carenza di servizi nido, nel resto del mondo le cose vanno anche peggio.
Dal 2015 a oggi, l’impegno su scala globale contro la mortalità materno-infantile segna il passo. Lo denuncia l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel rapporto “Migliorare la salute e la sopravvivenza materna e neonatale e ridurre la mortalità” presentato il 9 maggio. Uno stallo causato dalla diminuzione dei finanziamenti per promuovere la salute di mamme e bambini.
Il nuovo studio dell’Oms riporta una cifra insopportabile ai nostri giorni: oltre 4,5 milioni di donne e neonati muoiono ogni anno durante la gravidanza, al momento del parto o nelle settimane immediatamente successive per cause del tutto prevenibili e curabili. Se ci fossero le adeguate condizioni di cura si eviterebbe un decesso ogni sette secondi. Ma non ci sono: mancano condizioni sicure per partorire, manca il personale formato, mancano i soldi.
Nei Paesi industrializzati la gravidanza e il parto hanno quasi perduto i connotati di eventi naturali e sono entrati nel magico regno della medicalizzazione. In molte parti del mondo invece la presa in carico delle donne in gravidanza resta un miraggio.
La pandemia ha ovviamente peggiorato le cose. I dati più aggiornati sull’impatto del Covid-19 sull’accesso ai servizi sanitari di base indicano interruzioni delle prestazioni essenziali rivolte alle donne in gravidanza o di cura postnatale e infantile in quasi un quarto dei Paesi al mondo. Le misure di controllo messe in atto per contenere la diffusione del virus hanno imposto a madri e neonati nei contesti di fragilità un prezzo molto elevato.
Ogni anno 2,3 milioni di neonati muoiono prima di compiere un mese di vita. Altri 1,9 milioni di bambini muoiono dopo la ventottesima settimana di gravidanza. Mentre le donne che perdono la vita durante il parto sono 290mila (Oms, 2023)
Ma non è solo questione di Covid-19. L’incremento della povertà (70 milioni di poveri in più solo nel 2020 e 600 milioni di persone costrette a vivere con meno di 2,15 dollari al giorno secondo gli ultimi dati della Banca mondiale) e l’aumento dei conflitti hanno fatto il resto. Dal 2018, tre quarti dei Paesi travolti dalle guerre e quelli dell’Africa sub-sahariana hanno registrato una contrazione degli investimenti in salute materno-infantile; al punto che solo in pochissimi Stati esistono terapie intensive di neonatologia (la nascita prematura è la prima causa dei decessi entro i cinque anni) e meno del 60% delle donne riceve almeno quattro controlli durante la gravidanza, sugli otto raccomandati dall’Oms.
Per assicurare indici di sopravvivenza più elevati madri e bambini devono poter accedere ai servizi di qualità prima, durante e dopo la gravidanza, oltre a quelli di pianificazione delle nascite. Perché questo avvenga servono investimenti decisivi nelle strutture sanitarie pubbliche. La salute materno-infantile è un terreno avvelenato dal persistere di norme patriarcali, pregiudizi e disuguaglianze sociali. Nel mondo, poco più della metà delle donne tra 15 e 49 anni sono in grado di decidere in materia di diritti riproduttivi. La situazione è grave come sottolinea Julitta Onabanjo, direttrice del Fondo per le popolazioni dell’Onu: “Il decesso di una donna o di una giovane durante la gravidanza o durante il parto è una seria violazione dei suoi diritti umani”. Appunto.
Nicoletta Dentico è giornalista ed esperta di diritto alla salute. Già direttrice di Medici senza frontiere, dirige il programma di salute globale di Society for International Development
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